Congo (rep.)

Africa
La Repubblica del Congo (nota anche come Congo-Brazzaville o Congo Francese) è stata colonia francese dal 1891 fino all’indipendenza, ottenuta nel 1960. Nei primi anni si alternarono governi civili e militari, destituzioni e colpi di stato, accompagnati da intensi disordini di carattere etnico e politico, finché il Paese fu trasformato in repubblica popolare, sostenuta dall’Unione Sovietica. Nel 1979 il potere fu assunto dal Generale Denis Sassou-Nguesso che, dopo la fase marxista, trasformò il Paese in filo-capitalista. Sassou-Nguesso da allora è rimasto al potere ininterrottamente, tranne una parentesi dal 1992 al 1997 dominata da Lissouba, vincitore delle prime elezioni democratiche del Paese. Nel 1997 una breve ma sanguinosa guerra civile riportò Sassou-Nguesso al potere e nel 1999 le forze ribelli del sud del Paese accettarono un cessate il fuoco. Le elezioni del 2002 - che hanno riconfermato Sassou-Nguesso alla presidenza - portarono a nuovi scontri e a un altro cessate il fuoco nel 2003. Da allora, la situazione resta relativamente stabile. La seconda fase di Sassou-Nguesso è stata caratterizzata da una ristrutturazione delle vecchie istituzioni, benché il sistema rimanga autoritario. Le elezioni politiche del 2012 hanno riconfermato Sassou Nguesso anche a capo del governo.
L’economia del Congo risente positivamente dell’affaccio sull’Oceano Atlantico e delle politiche coloniali francesi, che favorirono la costruzione di vie di comunicazione e introdussero moderne tecniche adeguate allo sfruttamento del suolo e del sottosuolo, ricco di minerali. Il petrolio e l’attività estrattiva sono finalizzate all’esportazione e costituiscono la voce principale della bilancia economica del Paese, seguite dallo sfruttamento del grande patrimonio forestale. L’agricoltura non soddisfa la domanda interna e anche qui si privilegia l’esportazione: palma da olio, canna da zucchero, arachidi, sesamo, cotone, caffè, tabacco. Le numerose riforme economiche restano però insufficienti. Perciò, la povertà e il sottosviluppo, dovuti principalmente al malgoverno e alla corruzione, continuano ad aumentare. L’inflazione si attesta attorno al 3,5%.
Per quanto il Paese abbia intrapreso un corso politico-economico all’insegna della stabilità, permangono fattori suscettibili di alterarne, anche repentinamente, il quadro generale. Attualmente, non vi sono conflitti in atto e la Regione del Pool, a sud della capitale, dopo gli accordi del 2003, ha visto diminuire sensibilmente gli episodi di violenza. Perdura, tuttavia, una situazione di potenziale pericolo: gli sporadici scontri tra gruppi di ribelli e militari hanno ripercussioni negative sullo stato della sicurezza anche nella parte orientale della regione di Bouenza. Inoltre, la provincia del Likouala è potenzialmente soggetta a disordini per via del forte influsso di rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, che l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) stima essere intorno ai 110.000. Il rischio terrorismo è basso ma perdura il pericolo di attacchi in aree pubbliche e frequentate da stranieri. Non si segnalano gruppi terroristici operanti nel Paese, né affiliazioni dei gruppi “ninja”(attivi in passato) ad organizzazioni terroristiche esterne.
Capitale: Brazzaville
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 342.000 km²
Popolazione: 4.366.266
Religioni: cristiana (50%), animista (48%)
Lingue: francese (ufficiale), lingala, altre
Moneta: franco (CFA)
PIL: 4.700 USD
Livello di criticità: Alto
La Repubblica del Congo (nota anche come Congo-Brazzaville o Congo Francese) è stata colonia francese dal 1891 fino all’indipendenza, ottenuta nel 1960. Nei primi anni si alternarono governi civili e militari, destituzioni e colpi di stato, accompagnati da intensi disordini di carattere etnico e politico, finché il Paese fu trasformato in repubblica popolare, sostenuta dall’Unione Sovietica. Nel 1979 il potere fu assunto dal Generale Denis Sassou-Nguesso che, dopo la fase marxista, trasformò il Paese in filo-capitalista. Sassou-Nguesso da allora è rimasto al potere ininterrottamente, tranne una parentesi dal 1992 al 1997 dominata da Lissouba, vincitore delle prime elezioni democratiche del Paese. Nel 1997 una breve ma sanguinosa guerra civile riportò Sassou-Nguesso al potere e nel 1999 le forze ribelli del sud del Paese accettarono un cessate il fuoco. Le elezioni del 2002 - che hanno riconfermato Sassou-Nguesso alla presidenza - portarono a nuovi scontri e a un altro cessate il fuoco nel 2003. Da allora, la situazione resta relativamente stabile. La seconda fase di Sassou-Nguesso è stata caratterizzata da una ristrutturazione delle vecchie istituzioni, benché il sistema rimanga autoritario. Le elezioni politiche del 2012 hanno riconfermato Sassou Nguesso anche a capo del governo.
L’economia del Congo risente positivamente dell’affaccio sull’Oceano Atlantico e delle politiche coloniali francesi, che favorirono la costruzione di vie di comunicazione e introdussero moderne tecniche adeguate allo sfruttamento del suolo e del sottosuolo, ricco di minerali. Il petrolio e l’attività estrattiva sono finalizzate all’esportazione e costituiscono la voce principale della bilancia economica del Paese, seguite dallo sfruttamento del grande patrimonio forestale. L’agricoltura non soddisfa la domanda interna e anche qui si privilegia l’esportazione: palma da olio, canna da zucchero, arachidi, sesamo, cotone, caffè, tabacco. Le numerose riforme economiche restano però insufficienti. Perciò, la povertà e il sottosviluppo, dovuti principalmente al malgoverno e alla corruzione, continuano ad aumentare. L’inflazione si attesta attorno al 3,5%.
Per quanto il Paese abbia intrapreso un corso politico-economico all’insegna della stabilità, permangono fattori suscettibili di alterarne, anche repentinamente, il quadro generale. Attualmente, non vi sono conflitti in atto e la Regione del Pool, a sud della capitale, dopo gli accordi del 2003, ha visto diminuire sensibilmente gli episodi di violenza. Perdura, tuttavia, una situazione di potenziale pericolo: gli sporadici scontri tra gruppi di ribelli e militari hanno ripercussioni negative sullo stato della sicurezza anche nella parte orientale della regione di Bouenza. Inoltre, la provincia del Likouala è potenzialmente soggetta a disordini per via del forte influsso di rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, che l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) stima essere intorno ai 110.000. Il rischio terrorismo è basso ma perdura il pericolo di attacchi in aree pubbliche e frequentate da stranieri. Non si segnalano gruppi terroristici operanti nel Paese, né affiliazioni dei gruppi “ninja”(attivi in passato) ad organizzazioni terroristiche esterne.

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