Mali
Africa
Il Mali ha ottenuto l’indipendenza nel 1960, dopo aver tentato la strada della federazione con il Sudan e il Senegal e dopo essersi liberato dalla trentennale colonizzazione francese. Il primo presidente è Modibo Keita, deposto nel 1968 da un colpo di stato a favore del più moderato Moussa Traoré. Quest’ultimo, tra repressioni violente e rifiuto assoluto del pluralismo democratico, governa il Paese fino al 1991 quando un nuovo golpe lo rovescia in favore di una giunta militare che nel 1992, anziché assumere il potere, adotta una costituzione e indice regolari elezioni democratiche: Alpha Oumar Konaré diviene presidente del Mali. La sua lotta alla corruzione e le sue riforme fanno vivere al Paese un periodo di grande crescita economica, nonostante la siccità e la carestia. Nel 2002 viene eletto presidente Amadou Toumami Touré, lo stesso che aveva guidato il colpo di stato contro Moussa Traoré. Rieletto nel 2007, a lui va il merito di miglioramenti sociali ed economici, nonostante la continua guerriglia tra ribelli tuareg e militari.Il 21 marzo 2012 il golpe del generale Sanogo destituisce Touré, lasciando il nord del Paese in mano agli indipendentisti tuareg dell’MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad) e a diverse fazioni fondamentaliste (Ansar al-Din, MUJAO, AQIM) che si scontrano per il controllo della regione. Assegnato provvisoriamente il governo a Dioncounda Traoré, nel gennaio 2013 interviene su mandato ONU una forza multinazionale sostenuta da truppe francesi per ristabilire la sovranità in Mali. Solo nell'agosto 2013 il Paese è riuscito a ripristinare un governo centrale, giungendo a nuove elezioni che hanno visto assegnare l'incarico di Presidente all’ex Primo Ministro Ibrahim Boubacar Keita.
Nel Mali il reddito medio annuo è di appena 300 dollari e oltre la metà della popolazione è analfabeta, il che lo rende uno dei Paesi più poveri al mondo (l'inflazione è schizzata al 6,5% nel 2012). L’economia risente delle scarse risorse naturali ed è essenzialmente basata sull’agricoltura (coltivazione del cotone) e sull’allevamento. La rete infrastrutturale è carente e la potabilizzazione dell’acqua è un lavoro ancora molto parziale in tutto il territorio. Inoltre, le ripetute calamità naturali, la siccità e la desertificazione (che ormai invade il territorio per oltre il 65% della sua estensione) impediscono un pieno sviluppo economico del Paese. Questi fattori rendono il Mali quasi totalmente dipendente dagli aiuti internazionali, in primis dal FMI e dalla Banca Mondiale, che nel 2005 hanno cancellato il debito estero del Paese.
A causa della difficile condizione economica e della massiccia presenza di fondamentalisti islamici, il Mali vive una condizione di perenne precarietà. Il rischio di essere obiettivo di attacchi terroristici è infatti estremamente alto, e frequenti sono gli episodi che confermano questo timore. Le azioni dimostrative più frequenti sono sequestri a cui seguono omicidi. Non mancano attacchi più plateali nei centri delle città maggiori, mentre lungo l’area frontaliera vi è un incontrollato flusso migratorio. Il Mali convive, infatti, con grandi e ben radicate organizzazioni criminali, il cui introito maggiore deriva dallo sfruttamento e dalla tratta di uomini. Il Paese, inoltre, è divenuto da anni area di passaggio per la cocaina proveniente dal Venezuela e diretta in Europa. I legami tra i narcotrafficanti e i gruppi terroristici sono presumibilmente stretti. Forte è la presenza di Al Qaeda: si suppone che i sequestri di persona finalizzati al riscatto nella zona di Sahel vadano a rimpinguare direttamente le casse dei terroristi. Negli ultimi anni, inoltre, il rischio terrorismo è andato fondendosi con la questione indipendentista promossa dai separatisti dell'Azawad (l'area occidentale del Mali che dal marzo 2012 si è autoproclamata indipendente) che ha portato i ribelli tuareg del Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad (MNLA) ad allearsi con gruppi fondamentalisti afferenti ad Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQIM) quali Ansar el-Din e MUJAO.
Capitale: Bamako
Ordinamento: Rep. Semipresidenziale
Superficie: 1.240.192 km²
Popolazione: 15.494.466
Religioni: islamica (90%), animista (9%)
Lingue: francese, bambara
Moneta: franco (CFA)
PIL: 1.100 USD
Livello di criticità: Alto
Il Mali ha ottenuto l’indipendenza nel 1960, dopo aver tentato la strada della federazione con il Sudan e il Senegal e dopo essersi liberato dalla trentennale colonizzazione francese. Il primo presidente è Modibo Keita, deposto nel 1968 da un colpo di stato a favore del più moderato Moussa Traoré. Quest’ultimo, tra repressioni violente e rifiuto assoluto del pluralismo democratico, governa il Paese fino al 1991 quando un nuovo golpe lo rovescia in favore di una giunta militare che nel 1992, anziché assumere il potere, adotta una costituzione e indice regolari elezioni democratiche: Alpha Oumar Konaré diviene presidente del Mali. La sua lotta alla corruzione e le sue riforme fanno vivere al Paese un periodo di grande crescita economica, nonostante la siccità e la carestia. Nel 2002 viene eletto presidente Amadou Toumami Touré, lo stesso che aveva guidato il colpo di stato contro Moussa Traoré. Rieletto nel 2007, a lui va il merito di miglioramenti sociali ed economici, nonostante la continua guerriglia tra ribelli tuareg e militari.Il 21 marzo 2012 il golpe del generale Sanogo destituisce Touré, lasciando il nord del Paese in mano agli indipendentisti tuareg dell’MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad) e a diverse fazioni fondamentaliste (Ansar al-Din, MUJAO, AQIM) che si scontrano per il controllo della regione. Assegnato provvisoriamente il governo a Dioncounda Traoré, nel gennaio 2013 interviene su mandato ONU una forza multinazionale sostenuta da truppe francesi per ristabilire la sovranità in Mali. Solo nell'agosto 2013 il Paese è riuscito a ripristinare un governo centrale, giungendo a nuove elezioni che hanno visto assegnare l'incarico di Presidente all’ex Primo Ministro Ibrahim Boubacar Keita.
Nel Mali il reddito medio annuo è di appena 300 dollari e oltre la metà della popolazione è analfabeta, il che lo rende uno dei Paesi più poveri al mondo (l'inflazione è schizzata al 6,5% nel 2012). L’economia risente delle scarse risorse naturali ed è essenzialmente basata sull’agricoltura (coltivazione del cotone) e sull’allevamento. La rete infrastrutturale è carente e la potabilizzazione dell’acqua è un lavoro ancora molto parziale in tutto il territorio. Inoltre, le ripetute calamità naturali, la siccità e la desertificazione (che ormai invade il territorio per oltre il 65% della sua estensione) impediscono un pieno sviluppo economico del Paese. Questi fattori rendono il Mali quasi totalmente dipendente dagli aiuti internazionali, in primis dal FMI e dalla Banca Mondiale, che nel 2005 hanno cancellato il debito estero del Paese.
A causa della difficile condizione economica e della massiccia presenza di fondamentalisti islamici, il Mali vive una condizione di perenne precarietà. Il rischio di essere obiettivo di attacchi terroristici è infatti estremamente alto, e frequenti sono gli episodi che confermano questo timore. Le azioni dimostrative più frequenti sono sequestri a cui seguono omicidi. Non mancano attacchi più plateali nei centri delle città maggiori, mentre lungo l’area frontaliera vi è un incontrollato flusso migratorio. Il Mali convive, infatti, con grandi e ben radicate organizzazioni criminali, il cui introito maggiore deriva dallo sfruttamento e dalla tratta di uomini. Il Paese, inoltre, è divenuto da anni area di passaggio per la cocaina proveniente dal Venezuela e diretta in Europa. I legami tra i narcotrafficanti e i gruppi terroristici sono presumibilmente stretti. Forte è la presenza di Al Qaeda: si suppone che i sequestri di persona finalizzati al riscatto nella zona di Sahel vadano a rimpinguare direttamente le casse dei terroristi. Negli ultimi anni, inoltre, il rischio terrorismo è andato fondendosi con la questione indipendentista promossa dai separatisti dell'Azawad (l'area occidentale del Mali che dal marzo 2012 si è autoproclamata indipendente) che ha portato i ribelli tuareg del Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad (MNLA) ad allearsi con gruppi fondamentalisti afferenti ad Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQIM) quali Ansar el-Din e MUJAO.