Sierra Leone
Africa
Il Paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1961. Da allora la sua storia è stata caratterizzata da colpi di stato e dal conflitto interno del decennio 1991-2002, che ha causato decine di migliaia di morti e oltre due milioni di sfollati. L’intervento della comunità internazionale, conclusosi nel 2005 con il ritiro delle truppe ONU, avviò il processo di ritorno alla normalità, in cui il Paese è ancora oggi impegnato. Le elezioni presidenziali e legislative dell’agosto 2007, che hanno sancito la vittoria del partito All People’s Party (APP), hanno rappresentato un test importante per il processo di democratizzazione, essendosi svolte senza gravi incidenti e in maniera trasparente. Ernest Bai Koroma, leader dell’APP, è stato eletto nuovo Presidente della Repubblica. Koroma è stato riconfermato alla guida del Paese alle elezioni del novembre 2012 con il 58,7% delle preferenze.
Il 75% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e il tasso di mortalità infantile è tra i più elevati al mondo. Con la fine della guerra civile e l’avvio di un programma di ricostruzione varato dallo Stato, l’economia sta lentamente riprendendo vigore, anche grazie a una ripresa della domanda globale di minerali, che per la Sierra Leone rappresentano la quasi totalità delle esportazioni (diamanti, seguiti da oro, bauxite e rutilo). Dei giacimenti petroliferi offshore sono stati scoperti nel 2009. Le principali coltivazioni sono caffè, cacao e olio di palma. Nonostante i progressi fatti, la Sierra Leone deve ancora fare i conti con la ricostruzione delle infrastrutture e il consolidamento della nuova democrazia e delle sue istituzioni e allo stato attuale dipende ancora fortemente dagli aiuti esteri.
Il livello di sicurezza è andato migliorando nel corso degli ultimi anni, anche se non si può ancora parlare di una situazione strutturalmente stabile. Nel maggio 2012 il tribunale speciale per la Sierra Leone ha riconosciuto e condannato i colpevoli dei massacri dal 1996, condannando anche l’ex presidente della Liberia, Charles Taylor, che appoggiò direttamente e indirettamente i rivoltosi. La condanna di Taylor e di altri responsabili di crimini di guerra ha avuto effetti positivi sulla credibilità delle istituzioni e ha contribuito a ristabilire un clima di fiducia nella popolazione, nonostante il sistema giudiziario non sia ancora adeguatamente strutturato. Qualche tensione ancora persiste nel Paese e potrebbe sfociare in violenza. Il Sierra Leone presenta ancora molte carenze dal punto di vista strutturale e questo costituisce un ostacolo non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale. La carenza strutturale nel settore sanitario crea ulteriori difficoltà in una regione con un tasso elevato di popolazione affetta da HIV/AIDS, e dove sono endemiche malattie quali la malaria e il colera.
Capitale: Freetown
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 71.740 km²
Popolazione: 5.485.998
Religioni: islamica (60%), cristiana (10%)
Lingue: inglese (ufficiale), krio, temne, altre
Moneta: leone (SLL)
PIL: 900 USD
Livello di criticità: Medio
Il Paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1961. Da allora la sua storia è stata caratterizzata da colpi di stato e dal conflitto interno del decennio 1991-2002, che ha causato decine di migliaia di morti e oltre due milioni di sfollati. L’intervento della comunità internazionale, conclusosi nel 2005 con il ritiro delle truppe ONU, avviò il processo di ritorno alla normalità, in cui il Paese è ancora oggi impegnato. Le elezioni presidenziali e legislative dell’agosto 2007, che hanno sancito la vittoria del partito All People’s Party (APP), hanno rappresentato un test importante per il processo di democratizzazione, essendosi svolte senza gravi incidenti e in maniera trasparente. Ernest Bai Koroma, leader dell’APP, è stato eletto nuovo Presidente della Repubblica. Koroma è stato riconfermato alla guida del Paese alle elezioni del novembre 2012 con il 58,7% delle preferenze.
Il 75% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e il tasso di mortalità infantile è tra i più elevati al mondo. Con la fine della guerra civile e l’avvio di un programma di ricostruzione varato dallo Stato, l’economia sta lentamente riprendendo vigore, anche grazie a una ripresa della domanda globale di minerali, che per la Sierra Leone rappresentano la quasi totalità delle esportazioni (diamanti, seguiti da oro, bauxite e rutilo). Dei giacimenti petroliferi offshore sono stati scoperti nel 2009. Le principali coltivazioni sono caffè, cacao e olio di palma. Nonostante i progressi fatti, la Sierra Leone deve ancora fare i conti con la ricostruzione delle infrastrutture e il consolidamento della nuova democrazia e delle sue istituzioni e allo stato attuale dipende ancora fortemente dagli aiuti esteri.
Il livello di sicurezza è andato migliorando nel corso degli ultimi anni, anche se non si può ancora parlare di una situazione strutturalmente stabile. Nel maggio 2012 il tribunale speciale per la Sierra Leone ha riconosciuto e condannato i colpevoli dei massacri dal 1996, condannando anche l’ex presidente della Liberia, Charles Taylor, che appoggiò direttamente e indirettamente i rivoltosi. La condanna di Taylor e di altri responsabili di crimini di guerra ha avuto effetti positivi sulla credibilità delle istituzioni e ha contribuito a ristabilire un clima di fiducia nella popolazione, nonostante il sistema giudiziario non sia ancora adeguatamente strutturato. Qualche tensione ancora persiste nel Paese e potrebbe sfociare in violenza. Il Sierra Leone presenta ancora molte carenze dal punto di vista strutturale e questo costituisce un ostacolo non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale. La carenza strutturale nel settore sanitario crea ulteriori difficoltà in una regione con un tasso elevato di popolazione affetta da HIV/AIDS, e dove sono endemiche malattie quali la malaria e il colera.