Swaziland
Africa
Nel XVIII secolo venne fondato il primo regno Swazi, durante il quale si affermò il clan Dlamini, a tutt’oggi ancora potente. Il Paese fu caratterizzato dai conflitti tra gli swazi da una parte e gli zulu e i boeri dall’altra. Questo portò gli swazi ad allearsi agli inglesi, la cui protezione gli permise di consolidare il potere sull’attuale territorio. Nel XX secolo, re Sobhuza II aprì l’economia del Paese agli investimenti stranieri e sostenne un’economia di scala nel settore agricolo. Nel 1968 Sobhuza II dichiarò l’indipendenza dai britannici e istituì una monarchia costituzionale. Il cambiamento portò forti tensioni politiche e scontri che nel 1973 causarono lo scioglimento del Parlamento e dei partiti. Negli anni successivi il monarca riuscì a riappacificare il regno e nel 1978 reintrodusse la monarchia costituzionale, lasciando però al Parlamento i soli poteri amministrativi. Con l’avvento al trono di Mswati III, il Paese è diventato una monarchia assoluta, grazie a una nuova costituzione promulgata nel 2006 che ha relegato il Parlamento a mero organo consultivo.
Il sistema economico si basa prevalentemente su un’agricoltura di sussistenza, che impiega il 70% della popolazione attiva. Nonostante la presa di distanza di Mswati III da Pretoria, con cui in passato lo Swaziland manteneva buone relazioni, il Paese dipende ancora economicamente dal Sud Africa verso cui confluisce il 60% del totale delle sue esportazioni e dal quale proviene il 90% delle importazioni. Il settore estrattivo si è fortemente ridimensionato e le entrate dei dazi doganali si sono ridotte a causa della crisi internazionale. L’economia ha dunque attraversato una profonda crisi fiscale che ha costretto lo Swaziland a chiedere aiuto al FMI e alla Banca di Sviluppo africana senza riuscire, tuttavia, a raggiungere gli standard richiesti per la concessione dei prestiti. La crisi è acuita anche dagli sperperi da parte della corte e del monarca.
Lo Swaziland ha il triste primato di Stato con il più alto tasso di popolazione affetta da HIV/AIDS (il 40% della popolazione adulta), causando un’aspettativa di vita molto bassa. Il Paese sta attraversando un periodo di crisi economica che potrebbe sfociare in proteste. Impoverimento del suolo, siccità e alluvioni rappresentano le principali criticità ambientali. Dal punto di vista della sicurezza, il Paese non presenta particolari problematiche.
Capitale: Mbabane
Ordinamento: Monarchia assoluta
Superficie: 17.364 km²
Popolazione: 1.403.362
Religioni: protestante (35%), altre (55%)
Lingue: siswati, inglese
Moneta: lilangeni (SZL)
PIL: 5.900 USD
Livello di criticità: Medio
Nel XVIII secolo venne fondato il primo regno Swazi, durante il quale si affermò il clan Dlamini, a tutt’oggi ancora potente. Il Paese fu caratterizzato dai conflitti tra gli swazi da una parte e gli zulu e i boeri dall’altra. Questo portò gli swazi ad allearsi agli inglesi, la cui protezione gli permise di consolidare il potere sull’attuale territorio. Nel XX secolo, re Sobhuza II aprì l’economia del Paese agli investimenti stranieri e sostenne un’economia di scala nel settore agricolo. Nel 1968 Sobhuza II dichiarò l’indipendenza dai britannici e istituì una monarchia costituzionale. Il cambiamento portò forti tensioni politiche e scontri che nel 1973 causarono lo scioglimento del Parlamento e dei partiti. Negli anni successivi il monarca riuscì a riappacificare il regno e nel 1978 reintrodusse la monarchia costituzionale, lasciando però al Parlamento i soli poteri amministrativi. Con l’avvento al trono di Mswati III, il Paese è diventato una monarchia assoluta, grazie a una nuova costituzione promulgata nel 2006 che ha relegato il Parlamento a mero organo consultivo.
Il sistema economico si basa prevalentemente su un’agricoltura di sussistenza, che impiega il 70% della popolazione attiva. Nonostante la presa di distanza di Mswati III da Pretoria, con cui in passato lo Swaziland manteneva buone relazioni, il Paese dipende ancora economicamente dal Sud Africa verso cui confluisce il 60% del totale delle sue esportazioni e dal quale proviene il 90% delle importazioni. Il settore estrattivo si è fortemente ridimensionato e le entrate dei dazi doganali si sono ridotte a causa della crisi internazionale. L’economia ha dunque attraversato una profonda crisi fiscale che ha costretto lo Swaziland a chiedere aiuto al FMI e alla Banca di Sviluppo africana senza riuscire, tuttavia, a raggiungere gli standard richiesti per la concessione dei prestiti. La crisi è acuita anche dagli sperperi da parte della corte e del monarca.
Lo Swaziland ha il triste primato di Stato con il più alto tasso di popolazione affetta da HIV/AIDS (il 40% della popolazione adulta), causando un’aspettativa di vita molto bassa. Il Paese sta attraversando un periodo di crisi economica che potrebbe sfociare in proteste. Impoverimento del suolo, siccità e alluvioni rappresentano le principali criticità ambientali. Dal punto di vista della sicurezza, il Paese non presenta particolari problematiche.