Barbados
America Centrale
Originariamente terra degli indigeni arawak, l’isola di Barbados nel XVII secolo divenne una colonia in cui gli inglesi importavano schiavi da impiegare nella coltivazione della canna da zucchero. Ma anche dopo l’abolizione della schiavitù nel 1834, l’economia dell’isola continuò a dipendere dalla produzione dello zucchero, dal rum e dalla melassa fino a quasi tutto il XX secolo. L’isola è divenuta indipendente nel 1966 nell’ambito del Commonwealth e da allora è sempre stata una democrazia stabile. La regina Elisabetta II è il Capo di Stato delle Barbados ed è rappresentata da un governatore, ma vi sono proposte per cambiare la forma di Stato in Repubblica. Il potere esecutivo è detenuto dal governatore, dal primo ministro e dal gabinetto dei ministri. Dall’indipendenza i due principali partiti politici che si alternano al governo sono il DLP (Democratic Labor Party) e il BLP (Barbados Labor Party), entrambi socialdemocratici di centro. Alle parlamentari del febbraio 2013 si è riconfermato il DLP dopo che, fino al 2008, il BLP aveva governato ininterrottamente per 14 anni.
L’isola si è appoggiata per lungo tempo sulla coltivazione della canna da zucchero e sulla produzione di rum, ma a partire dagli anni Novanta il governo ha cercato di diversificare la propria economia, rafforzando i settori delle costruzioni e del turismo, grazie anche alle risorse paesaggistiche e naturali di cui dispone. Anche la finanza offshore e i servizi contribuiscono alla crescita e attualmente le Barbados godono del più alto PIL pro capite dei Caraibi. La crisi internazionale ha avuto effetti anche sull’economia legata al turismo, che a partire dal 2009 ha registrato un calo significativo. La possibile esistenza di giacimenti di petrolio offshore ha attirato l’attenzione di svariate compagnie straniere e una loro individuazione darebbe nuovo impulso allo sviluppo.
L’isola è politicamente stabile e non ci sono rischi legati ad attività terroristiche. Ma uno dei punti deboli è rappresentato dalla dipendenza della sua economia dal settore turistico, il cui andamento risente profondamente delle crisi globali. Anche il tasso di disoccupazione elevato rappresenta una criticità, nonostante il governo si stia impegnando per ridurlo.
Capitale: Bridgetown
Ordinamento: Monarchia costituzionale
Superficie: 430 km²
Popolazione: 287.733
Religioni: cristiana, induista, islamica
Lingue: inglese, bajan
Moneta: dollaro di Barbados (BBD)
PIL: 25.500 USD
Livello di criticità: Basso
Originariamente terra degli indigeni arawak, l’isola di Barbados nel XVII secolo divenne una colonia in cui gli inglesi importavano schiavi da impiegare nella coltivazione della canna da zucchero. Ma anche dopo l’abolizione della schiavitù nel 1834, l’economia dell’isola continuò a dipendere dalla produzione dello zucchero, dal rum e dalla melassa fino a quasi tutto il XX secolo. L’isola è divenuta indipendente nel 1966 nell’ambito del Commonwealth e da allora è sempre stata una democrazia stabile. La regina Elisabetta II è il Capo di Stato delle Barbados ed è rappresentata da un governatore, ma vi sono proposte per cambiare la forma di Stato in Repubblica. Il potere esecutivo è detenuto dal governatore, dal primo ministro e dal gabinetto dei ministri. Dall’indipendenza i due principali partiti politici che si alternano al governo sono il DLP (Democratic Labor Party) e il BLP (Barbados Labor Party), entrambi socialdemocratici di centro. Alle parlamentari del febbraio 2013 si è riconfermato il DLP dopo che, fino al 2008, il BLP aveva governato ininterrottamente per 14 anni.
L’isola si è appoggiata per lungo tempo sulla coltivazione della canna da zucchero e sulla produzione di rum, ma a partire dagli anni Novanta il governo ha cercato di diversificare la propria economia, rafforzando i settori delle costruzioni e del turismo, grazie anche alle risorse paesaggistiche e naturali di cui dispone. Anche la finanza offshore e i servizi contribuiscono alla crescita e attualmente le Barbados godono del più alto PIL pro capite dei Caraibi. La crisi internazionale ha avuto effetti anche sull’economia legata al turismo, che a partire dal 2009 ha registrato un calo significativo. La possibile esistenza di giacimenti di petrolio offshore ha attirato l’attenzione di svariate compagnie straniere e una loro individuazione darebbe nuovo impulso allo sviluppo.
L’isola è politicamente stabile e non ci sono rischi legati ad attività terroristiche. Ma uno dei punti deboli è rappresentato dalla dipendenza della sua economia dal settore turistico, il cui andamento risente profondamente delle crisi globali. Anche il tasso di disoccupazione elevato rappresenta una criticità, nonostante il governo si stia impegnando per ridurlo.