Honduras
America Centrale
Raggiunta l’indipendenza nel 1838, dopo il deludente progetto della Federazione della Province del Centro America, l’Honduras partecipa alla Prima guerra mondiale combattendo contro la Germania e alla Seconda guerra mondiale al fianco degli Stati Uniti. Nel 1963 il presidente Morales viene destituito a favore del conservatore Arellano, che instaura una violenta dittatura militare durante la quale 300mila contadini salvadoregni verranno espulsi perché tacciati di rubare lavoro. Il culmine delle tensioni viene raggiunto con l’inutile Guerra del Calcio contro El Salvador nell’estate del 1969. Gli anni Settanta vedono un susseguirsi di presidenti eletti e poi rimossi con la forza. Le prime aperture democratiche si registrano solo nel 1980 con le elezioni legislative e la vittoria di Córdova, cui segue la prima Costituzione. Gli anni Novanta sono ricordati per la Rivoluzione Morale del liberale Idiáquez e per l’uragano Mitch che distrugge i frutti delle riforme agrarie volute dal Presidente Maduro. Nel 2005 viene eletto Manuel Zelaya, protagonista del plateale colpo di stato del 2009, manovrato dalla Corte Suprema e giustificato dall’incostituzionalità del suo tentativo di prorogare il mandato. L’episodio scatena prese di posizione a livello internazionale e il suo successore ad interim, Roberto Micheletti, è riconosciuto solo da Israele e Taiwan. Nel 2009, con un astensione pari al 70%, viene eletto Porfirio Lobo Sosa del Partito Nacional, sostituito alle presidenziali del 2013 dal nuovo candidato del partito conservatore, Juan Orlando Hernandez.
Sulla crescita economica dell’Honduras - fra i Paesi più poveri dell’America Centrale - continua a pesare una generale arretratezza che risale al periodo coloniale e alle pesanti ingerenze di alcune società estere. Tra il 1994 e il 1999 l’economia del Paese è stata incrinata prima da una drammatica crisi energetica dovuta alla siccità (che ha costretto l’Honduras a importare elettricità per circa un miliardo di dollari) e successivamente da altre catastrofi naturali, come le inondazioni dovute all’uragano Floyd. Nel 2005 un aiuto è arrivato dal FMI e dalla Banca Mondiale, che hanno cancellato il debito estero del Paese (oltre 4.200 miliardi di dollari). L’attività industriale, concentrata a San Pedro Sula e Tegucigalpa, è incentrata sulla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, birrifici, tabacchifici, oleifici, conservifici, distillerie di rum) e sulla produzione di beni di prima necessità. Nei distretti di Copán e Santa Bárbara si producono cappelli di panama e stanno crescendo anche le “maquiladoras”, industrie manifatturiere che assemblano materiali provenienti dall’estero, per lo più dagli Stati Uniti. Sul fronte energetico si estraggono in quantità considerevoli: piombo, zinco, antimonio, oro e argento. L’agricoltura, concentrata sulle esportazioni, rende soprattutto grazie al commercio di banane e caffè. Sono rilevanti anche la pesca e la vendita dei gamberi. Ad oggi la disoccupazione è altissima e il livello di corruzione elevato, mentre l’inflazione si attesta al 5,2%.
L’Honduras è considerato uno dei Paesi più pericolosi di tutto il Centro America. Il tasso di criminalità è infatti molto alto e concentrato nelle grandi città (Tegucigalpa, San Pedro Sula, La Ceiba e Puerto Cortés per prime) dove la povertà è maggiormente diffusa, ma anche nelle isole più turistiche (Roatan, Util e Guanaja). A rischio anche le strade che collegano La Union a Limones (a nord della capitale) e Gualaco a San Estaban (in prossimità della grande riserva naturale a est del Paese); così anche per le città di La Ceiba, Trujillo ed El Progresso. L’Honduras, con il Guatemala e El Salvador, appartiene al noto Triangolo del Nord del Centro America, dove la criminalità organizzata è capillarmente diffusa. Le novanta bande armate, meglio conosciute come “Maras” (la più temuta è la Mara Salvatrucha o MS-13), contano oltre 180mila affiliati in tutto il territorio e costituiscono una delle reti criminali più coordinate e organizzate al mondo nella gestione del narcotraffico, dei flussi di immigrati clandestini, del traffico di armi e del racket della prostituzione. L’Honduras è al contempo tra i Paesi il cui rischio di subire attacchi terroristici è piuttosto basso, ma l’ipotesi di una possibile connessione tra le organizzazioni islamiche e la Maras MS-13 non è da escludere. L’intero territorio è soggetto a rischio sismico, mentre nei dipartimenti di Colon, Islas de la Bahia e di Gracias a Dios è piuttosto diffusa la malaria. È necessario assumere le dovute precauzioni anche per evitare il contagio del dengue.
Capitale: Tegucigalpa
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 112.090 km²
Popolazione: 8.448.465
Religioni: cattolica (97%), protestante (3%)
Lingue: spagnolo (ufficiale), altri dialetti
Moneta: lempira (HNL)
PIL: 4.700 USD
Livello di criticità: Medio
Raggiunta l’indipendenza nel 1838, dopo il deludente progetto della Federazione della Province del Centro America, l’Honduras partecipa alla Prima guerra mondiale combattendo contro la Germania e alla Seconda guerra mondiale al fianco degli Stati Uniti. Nel 1963 il presidente Morales viene destituito a favore del conservatore Arellano, che instaura una violenta dittatura militare durante la quale 300mila contadini salvadoregni verranno espulsi perché tacciati di rubare lavoro. Il culmine delle tensioni viene raggiunto con l’inutile Guerra del Calcio contro El Salvador nell’estate del 1969. Gli anni Settanta vedono un susseguirsi di presidenti eletti e poi rimossi con la forza. Le prime aperture democratiche si registrano solo nel 1980 con le elezioni legislative e la vittoria di Córdova, cui segue la prima Costituzione. Gli anni Novanta sono ricordati per la Rivoluzione Morale del liberale Idiáquez e per l’uragano Mitch che distrugge i frutti delle riforme agrarie volute dal Presidente Maduro. Nel 2005 viene eletto Manuel Zelaya, protagonista del plateale colpo di stato del 2009, manovrato dalla Corte Suprema e giustificato dall’incostituzionalità del suo tentativo di prorogare il mandato. L’episodio scatena prese di posizione a livello internazionale e il suo successore ad interim, Roberto Micheletti, è riconosciuto solo da Israele e Taiwan. Nel 2009, con un astensione pari al 70%, viene eletto Porfirio Lobo Sosa del Partito Nacional, sostituito alle presidenziali del 2013 dal nuovo candidato del partito conservatore, Juan Orlando Hernandez.
Sulla crescita economica dell’Honduras - fra i Paesi più poveri dell’America Centrale - continua a pesare una generale arretratezza che risale al periodo coloniale e alle pesanti ingerenze di alcune società estere. Tra il 1994 e il 1999 l’economia del Paese è stata incrinata prima da una drammatica crisi energetica dovuta alla siccità (che ha costretto l’Honduras a importare elettricità per circa un miliardo di dollari) e successivamente da altre catastrofi naturali, come le inondazioni dovute all’uragano Floyd. Nel 2005 un aiuto è arrivato dal FMI e dalla Banca Mondiale, che hanno cancellato il debito estero del Paese (oltre 4.200 miliardi di dollari). L’attività industriale, concentrata a San Pedro Sula e Tegucigalpa, è incentrata sulla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, birrifici, tabacchifici, oleifici, conservifici, distillerie di rum) e sulla produzione di beni di prima necessità. Nei distretti di Copán e Santa Bárbara si producono cappelli di panama e stanno crescendo anche le “maquiladoras”, industrie manifatturiere che assemblano materiali provenienti dall’estero, per lo più dagli Stati Uniti. Sul fronte energetico si estraggono in quantità considerevoli: piombo, zinco, antimonio, oro e argento. L’agricoltura, concentrata sulle esportazioni, rende soprattutto grazie al commercio di banane e caffè. Sono rilevanti anche la pesca e la vendita dei gamberi. Ad oggi la disoccupazione è altissima e il livello di corruzione elevato, mentre l’inflazione si attesta al 5,2%.
L’Honduras è considerato uno dei Paesi più pericolosi di tutto il Centro America. Il tasso di criminalità è infatti molto alto e concentrato nelle grandi città (Tegucigalpa, San Pedro Sula, La Ceiba e Puerto Cortés per prime) dove la povertà è maggiormente diffusa, ma anche nelle isole più turistiche (Roatan, Util e Guanaja). A rischio anche le strade che collegano La Union a Limones (a nord della capitale) e Gualaco a San Estaban (in prossimità della grande riserva naturale a est del Paese); così anche per le città di La Ceiba, Trujillo ed El Progresso. L’Honduras, con il Guatemala e El Salvador, appartiene al noto Triangolo del Nord del Centro America, dove la criminalità organizzata è capillarmente diffusa. Le novanta bande armate, meglio conosciute come “Maras” (la più temuta è la Mara Salvatrucha o MS-13), contano oltre 180mila affiliati in tutto il territorio e costituiscono una delle reti criminali più coordinate e organizzate al mondo nella gestione del narcotraffico, dei flussi di immigrati clandestini, del traffico di armi e del racket della prostituzione. L’Honduras è al contempo tra i Paesi il cui rischio di subire attacchi terroristici è piuttosto basso, ma l’ipotesi di una possibile connessione tra le organizzazioni islamiche e la Maras MS-13 non è da escludere. L’intero territorio è soggetto a rischio sismico, mentre nei dipartimenti di Colon, Islas de la Bahia e di Gracias a Dios è piuttosto diffusa la malaria. È necessario assumere le dovute precauzioni anche per evitare il contagio del dengue.