Nepal
Asia del sud
Aggiornata al Marzo 2017 - Il Nepal è diventato una repubblica federale parlamentare solo nel 2008, dopo 240 anni di monarchia dominata dalle dinastie Shah e Rana. Con il rovesciamento della famiglia Rana e il reinsediamento di quella Shah nel 1951, venne istituito un sistema di governo di gabinetto e nel 1990 – anche a seguito di proteste popolari – fu creato un sistema multipartitico e furono indette le elezioni. Una rivolta dei ribelli maoisti nel 1996 portò a una decennale guerra civile: dopo l’assassinio del re e di gran parte della sua famiglia nel 2001, salì al trono il figlio Gyanendra che riuscì a raggiungere un accordo con i ribelli maoisti solo nel 2006. Le elezioni del 2008 per un’assemblea costituente, in cui il partito maoista ottenne la maggioranza, sancirono il passaggio alla repubblica e fu varata una costituzione provvisoria.I numerosi governi succedutisi dal 2009 al 2011, il fallimento dell’assemblea costituente nel riuscire a redigere una nuova costituzione e il suo conseguente scioglimento nel maggio 2011, sono testimonianze della fragilità politica del paese. Il vicepresidente del Partito Comunista Maoista Nepalese Baburam Bhattarai è stato primo ministro in carica dal 2011 al 2013. Nel Febbraio 2014 Sushil Koirala, leader del partito riformista moderato Nepali Congress, è stato eletto primo ministro dopo essersi assicurato il supporto parlamentare. A partire dal 2012 è iniziato il reintegro dei combattenti maoisti tra le fila dell'esercito nepalese, come ultima tappa di pacificazione in seguito alla fine della monarchia assoluta.Il Nepal è stato l'ultimo paese al mondo in cui l'induismo era costituzionalmente dichiarato religione di Stato: nel Settembre 2015 è divenuto uno stato laico, dopo l'approvazione della nuova costituzione.Nell'Ottobre del 2015 si è tenuta una nuova elezione dopo la riforma costituzionale che ha portato alla vittoria Khadga Prasad Sharma Oli, membro del Partito Comunista del Nepal (CPN). Pushpa Kamal Dahal, uno dei protagonisti della guerra civile e leader del CPN, è attualmente primo ministro del Paese.Il Nepal è diventato una Repubblica federale parlamentare solo nel 2008, dopo 240 anni di monarchia dominati dalle dinastie Shah e Rana. Con il rovesciamento della famiglia Rana e il reinsediamento di quella Shah nel 1951, venne istituito un sistema di governo di Gabinetto e nel 1990 – anche a seguito di proteste popolari – fu creato un sistema multipartitico e furono indette le elezioni. Una rivolta dei ribelli maoisti nel 1996 portò a una decennale guerra civile. Dopo l’assassinio del re e di gran parte della sua famiglia nel 2001, salì al trono il figlio Gyanendra che riuscì a raggiungere un accordo con i ribelli maoisti solo nel 2006. Le elezioni del 2008 per un’assemblea costituente, in cui il partito maoista ottenne la maggioranza, sancirono il passaggio alla repubblica e a una costituzione ad interim. I numerosi governi succedutisi dal 2009, il fallimento dell’assemblea costituente nel riuscire a redigere una nuova costituzione e il suo conseguente scioglimento nel maggio 2011, sono testimonianze della fragilità politica del paese, dove rimane aperta la questione del reintegro dei combattenti maoisti tra le fila dell’esercito nepalese. Al momento il governo Bhattarai mantiene solo le funzioni amministrative. Nuove elezioni sono previste per l’inizio del 2013.
Dal 2008 il Nepal ha fatto uno sforzo per istituire delle strutture di governance solide, ma oltre un quarto della popolazione continua a vivere sotto la soglia di povertà e il Paese rimane uno dei più poveri al mondo, con oltre metà della popolazione in età scolare che non ha accesso alle scuole secondarie. L’agricoltura è il settore più importante e rappresenta circa un terzo del PIL: al giorno d’oggi l’economia nepalese si basa per il 35% sull’agricoltura, per il 20% sull’industria ed il 45% sul settore terziario, che permette una crescita del PIL tra il 4 e il 5%, dato apparentemente rispettabile, ma bilanciato da un reddito pro-capite annuale di appena 1.600 dollari e una percentuale del 25% di popolazione sotto alla soglia di povertà, cioè con meno di 1 dollaro al giorno. L’industria è poco sviluppata e si concentra per lo più nella trasformazione di prodotti agricoli (legumi, iuta, zucchero di canna, tabacco e grano). Una delle più grandi contraddizioni del Nepal è la grave carenza energetica che ne ostacola lo sviluppo, nonostante la presenza di una delle più grandi risorse idroelettriche del mondo (si stima un potenziale di 42.000 MW) ancora non sfruttate a causa dell’instabilità politica che blocca gli investimenti stranieri.
La transizione verso la pace e la stabilità politica rimane un processo lungo e complesso, che rappresenta ancora una della maggiori criticità interne e ostacola lo sviluppo generale della società nepalese. La corruzione, un sistema di caste ancora largamente diffuso (anche se ufficialmente abolito), la carenza di infrastrutture e la mancanza di investimenti lasciano il Paese in condizioni di arretratezza. Le principali emergenze ambientali sono la deforestazione e l’erosione del suolo, causati da un eccessivo utilizzo della legna come combustibile. Il Nepal è anche considerato a forte rischio sismico.Il rischio terrorismo è alto, soprattutto quello di matrice religiosa legato agli estremisti indù del Nepal Defense Army (NDA), così come il livello di violenza e di criminalità. Il Nepal non è stato ancora bersaglio di attacchi terroristici significativi. Nonostante ciò la sua posizione confinante con l'India e i suoi scarsi controlli alle frontiere, aumentano la preoccupazione che lo Stato possa essere utilizzato come zona di transito per i terroristi specie dell'ISIS. Stando a un recente studio del Dipartimento di Stato americano in Nepal manca una legge anti-terrorismo in grado di identificare e contenere i possibili terroristi. Un'altra criticità del paese riguarda il traffico di prostitute che dal Nepal vengono inviate in India attraverso la frontiera tra i due stati. La mancanza di controlli rende questa via una delle rotte più 'trafficate' al mondo per ogni sorta di commercio illegale.
Capitale: Kathmandu
Ordinamento: Repubblica federale
Superficie: 147.181 km²
Popolazione: 29.890.686
Religioni: induista (81%), buddista (11%)
Lingue: nepalese
Moneta: rupia nepalese (NPR)
PIL: 619 USD
Livello di criticità: Medio
Aggiornata al Marzo 2017 - Il Nepal è diventato una repubblica federale parlamentare solo nel 2008, dopo 240 anni di monarchia dominata dalle dinastie Shah e Rana. Con il rovesciamento della famiglia Rana e il reinsediamento di quella Shah nel 1951, venne istituito un sistema di governo di gabinetto e nel 1990 – anche a seguito di proteste popolari – fu creato un sistema multipartitico e furono indette le elezioni. Una rivolta dei ribelli maoisti nel 1996 portò a una decennale guerra civile: dopo l’assassinio del re e di gran parte della sua famiglia nel 2001, salì al trono il figlio Gyanendra che riuscì a raggiungere un accordo con i ribelli maoisti solo nel 2006. Le elezioni del 2008 per un’assemblea costituente, in cui il partito maoista ottenne la maggioranza, sancirono il passaggio alla repubblica e fu varata una costituzione provvisoria.I numerosi governi succedutisi dal 2009 al 2011, il fallimento dell’assemblea costituente nel riuscire a redigere una nuova costituzione e il suo conseguente scioglimento nel maggio 2011, sono testimonianze della fragilità politica del paese. Il vicepresidente del Partito Comunista Maoista Nepalese Baburam Bhattarai è stato primo ministro in carica dal 2011 al 2013. Nel Febbraio 2014 Sushil Koirala, leader del partito riformista moderato Nepali Congress, è stato eletto primo ministro dopo essersi assicurato il supporto parlamentare. A partire dal 2012 è iniziato il reintegro dei combattenti maoisti tra le fila dell'esercito nepalese, come ultima tappa di pacificazione in seguito alla fine della monarchia assoluta.Il Nepal è stato l'ultimo paese al mondo in cui l'induismo era costituzionalmente dichiarato religione di Stato: nel Settembre 2015 è divenuto uno stato laico, dopo l'approvazione della nuova costituzione.Nell'Ottobre del 2015 si è tenuta una nuova elezione dopo la riforma costituzionale che ha portato alla vittoria Khadga Prasad Sharma Oli, membro del Partito Comunista del Nepal (CPN). Pushpa Kamal Dahal, uno dei protagonisti della guerra civile e leader del CPN, è attualmente primo ministro del Paese.Il Nepal è diventato una Repubblica federale parlamentare solo nel 2008, dopo 240 anni di monarchia dominati dalle dinastie Shah e Rana. Con il rovesciamento della famiglia Rana e il reinsediamento di quella Shah nel 1951, venne istituito un sistema di governo di Gabinetto e nel 1990 – anche a seguito di proteste popolari – fu creato un sistema multipartitico e furono indette le elezioni. Una rivolta dei ribelli maoisti nel 1996 portò a una decennale guerra civile. Dopo l’assassinio del re e di gran parte della sua famiglia nel 2001, salì al trono il figlio Gyanendra che riuscì a raggiungere un accordo con i ribelli maoisti solo nel 2006. Le elezioni del 2008 per un’assemblea costituente, in cui il partito maoista ottenne la maggioranza, sancirono il passaggio alla repubblica e a una costituzione ad interim. I numerosi governi succedutisi dal 2009, il fallimento dell’assemblea costituente nel riuscire a redigere una nuova costituzione e il suo conseguente scioglimento nel maggio 2011, sono testimonianze della fragilità politica del paese, dove rimane aperta la questione del reintegro dei combattenti maoisti tra le fila dell’esercito nepalese. Al momento il governo Bhattarai mantiene solo le funzioni amministrative. Nuove elezioni sono previste per l’inizio del 2013.
Dal 2008 il Nepal ha fatto uno sforzo per istituire delle strutture di governance solide, ma oltre un quarto della popolazione continua a vivere sotto la soglia di povertà e il Paese rimane uno dei più poveri al mondo, con oltre metà della popolazione in età scolare che non ha accesso alle scuole secondarie. L’agricoltura è il settore più importante e rappresenta circa un terzo del PIL: al giorno d’oggi l’economia nepalese si basa per il 35% sull’agricoltura, per il 20% sull’industria ed il 45% sul settore terziario, che permette una crescita del PIL tra il 4 e il 5%, dato apparentemente rispettabile, ma bilanciato da un reddito pro-capite annuale di appena 1.600 dollari e una percentuale del 25% di popolazione sotto alla soglia di povertà, cioè con meno di 1 dollaro al giorno. L’industria è poco sviluppata e si concentra per lo più nella trasformazione di prodotti agricoli (legumi, iuta, zucchero di canna, tabacco e grano). Una delle più grandi contraddizioni del Nepal è la grave carenza energetica che ne ostacola lo sviluppo, nonostante la presenza di una delle più grandi risorse idroelettriche del mondo (si stima un potenziale di 42.000 MW) ancora non sfruttate a causa dell’instabilità politica che blocca gli investimenti stranieri.
La transizione verso la pace e la stabilità politica rimane un processo lungo e complesso, che rappresenta ancora una della maggiori criticità interne e ostacola lo sviluppo generale della società nepalese. La corruzione, un sistema di caste ancora largamente diffuso (anche se ufficialmente abolito), la carenza di infrastrutture e la mancanza di investimenti lasciano il Paese in condizioni di arretratezza. Le principali emergenze ambientali sono la deforestazione e l’erosione del suolo, causati da un eccessivo utilizzo della legna come combustibile. Il Nepal è anche considerato a forte rischio sismico.Il rischio terrorismo è alto, soprattutto quello di matrice religiosa legato agli estremisti indù del Nepal Defense Army (NDA), così come il livello di violenza e di criminalità. Il Nepal non è stato ancora bersaglio di attacchi terroristici significativi. Nonostante ciò la sua posizione confinante con l'India e i suoi scarsi controlli alle frontiere, aumentano la preoccupazione che lo Stato possa essere utilizzato come zona di transito per i terroristi specie dell'ISIS. Stando a un recente studio del Dipartimento di Stato americano in Nepal manca una legge anti-terrorismo in grado di identificare e contenere i possibili terroristi. Un'altra criticità del paese riguarda il traffico di prostitute che dal Nepal vengono inviate in India attraverso la frontiera tra i due stati. La mancanza di controlli rende questa via una delle rotte più 'trafficate' al mondo per ogni sorta di commercio illegale.