Australia
Oceania
Con l’arrivo di James Cook nel 1770 e l’inizio della caccia all’oro, datata 1850, in meno di un secolo l’Australia passa da remota isola abitata da aborigeni a una miniera fertile e appetibile. Le conseguenze immediate sono la crescita esponenziale della popolazione nazionale e una situazione complessiva di disordine, innescata dall’avanzare della prima industrializzazione. Nel 1901 il Paese diventa una nazione federata di 6 Stati indipendenti originatisi dalle colonie inglesi, ed entra a far parte del Commonwealth britannico di cui è tuttora membro. Tra gli anni Venti e Novanta al governo si alternano i laburisti e i liberali, che si scontreranno soprattutto sui rapporti da mantenere con gli Stati Uniti e sulla questione dell’immigrazione. Trascorso il decennio liberale di John Howard, in cui si sono registrati l’avvicinamento a Inghilterra e Stati Uniti e il ritorno alla xenofobia verso gli immigrati, nel 2007 con il laburista Kevin Rudd nominato primo ministro vengono stretti importanti rapporti economici con la Cina e il Giappone, e attraverso una riforma costituzionale vengono riconosciuti maggiori diritti agli aborigeni. Ma, alla distanza, l’aumento della disoccupazione e dell’inflazione causa malcontento nei confronti di Rudd, a cui subentra nel 2010 la laburista Julia Gillard, prima donna alla guida del Paese. L'operazione "ricambio" interna al partito laburista però non sortisce gli effetti desiderati e alle parlamentari del 2013 torna in testa il partito liberale di Tony Abbott.
Membro dell’OCSE, l’Australia è tra i primi 20 Paesi al mondo per volume economico, con livelli di vita paragonabili a quelli di Canada, Giappone e Nord Europa (l'inflazione è scesa, tra il 2011 e il 2012, dal 3% all 1,8% ). Il Pil è formato al 3% dall’agricoltura, al 26% dall’industria e al 70% dal settore terziario. Oltre che essere autosufficiente per i generi alimentari, il Paese è un grandissimo esportatore di minerali, frumento, carni, latticini e lana. Un problema su scala nazionale è rappresentato dall’irrigazione, considerato che l’Australia ha la minore disponibilità di acqua tra tutti i continenti abitati. In tal senso, nel 2004 il governo centrale ha permesso la creazione di un vero e proprio libero mercato dell’acqua, mentre sono allo studio interventi pubblici per la costruzione di dighe e per il riciclaggio delle acque reflue. I principali centri industriali sono il Nuovo Galles del Sud (soprattutto Sydney e Newcastle, dove sono sviluppati i comparti siderurgico, metallurgico e meccanico) e lo stato di Victoria (l’area metropolitana di Melbourne con la produzione e l’assemblaggio di macchinari e autoveicoli, l’industria alimentare, quella delle confezioni e i lanifici).
Nonostante in Australia il rischio microcriminalità sia al di sotto della media europea, la permanenza soprattutto nelle grandi città come Canberra, Sydney e Melbourne, richiede di adottare comuni norme di cautela. La collocazione geografica rende il Paese esposto ai problemi del Sud-Est asiatico. Più volte, infatti, il suo intervento si è reso necessario per placare le agitazioni politiche nelle Isole Salomone, a Vanuato, Nauru, Papua Nuova Guinea e Timor Est. Considerati i legami con Stati Uniti e Inghilterra, nonché l’intervento militare in Afghanistan e Iraq, il Paese è inoltre considerato un potenziale obiettivo per attacchi terroristici di matrice islamica (diverse figure legate ad Al Qaida e agli Shabaab somali sono state arrestate tra il 2003 e il 2008 - tra gli obiettivi dichiarati anche l'ex Primo Ministro John Howard). Per questo motivo i controlli e le misure di sicurezza si sono intensificati negli ultimi anni. Il vero pericolo in Australia resta comunque legato alle potenziali calamità naturali dovute alla natura stessa del suo territorio: cicloni, inondazioni e incendi hanno frequenza quasi annuale e non meno rilevanti sono anche i terremoti.
Capitale: Canberra
Ordinamento: Monarchia parlamentare
Superficie: 7.741.220 km²
Popolazione: 22.262.501
Religioni: cattolica (26%), anglicana (19%)
Lingue: inglese (ufficiale), cinese, italiano
Moneta: dollaro australiano
PIL: 43.300 USD
Livello di criticità: Basso
Con l’arrivo di James Cook nel 1770 e l’inizio della caccia all’oro, datata 1850, in meno di un secolo l’Australia passa da remota isola abitata da aborigeni a una miniera fertile e appetibile. Le conseguenze immediate sono la crescita esponenziale della popolazione nazionale e una situazione complessiva di disordine, innescata dall’avanzare della prima industrializzazione. Nel 1901 il Paese diventa una nazione federata di 6 Stati indipendenti originatisi dalle colonie inglesi, ed entra a far parte del Commonwealth britannico di cui è tuttora membro. Tra gli anni Venti e Novanta al governo si alternano i laburisti e i liberali, che si scontreranno soprattutto sui rapporti da mantenere con gli Stati Uniti e sulla questione dell’immigrazione. Trascorso il decennio liberale di John Howard, in cui si sono registrati l’avvicinamento a Inghilterra e Stati Uniti e il ritorno alla xenofobia verso gli immigrati, nel 2007 con il laburista Kevin Rudd nominato primo ministro vengono stretti importanti rapporti economici con la Cina e il Giappone, e attraverso una riforma costituzionale vengono riconosciuti maggiori diritti agli aborigeni. Ma, alla distanza, l’aumento della disoccupazione e dell’inflazione causa malcontento nei confronti di Rudd, a cui subentra nel 2010 la laburista Julia Gillard, prima donna alla guida del Paese. L'operazione "ricambio" interna al partito laburista però non sortisce gli effetti desiderati e alle parlamentari del 2013 torna in testa il partito liberale di Tony Abbott.
Membro dell’OCSE, l’Australia è tra i primi 20 Paesi al mondo per volume economico, con livelli di vita paragonabili a quelli di Canada, Giappone e Nord Europa (l'inflazione è scesa, tra il 2011 e il 2012, dal 3% all 1,8% ). Il Pil è formato al 3% dall’agricoltura, al 26% dall’industria e al 70% dal settore terziario. Oltre che essere autosufficiente per i generi alimentari, il Paese è un grandissimo esportatore di minerali, frumento, carni, latticini e lana. Un problema su scala nazionale è rappresentato dall’irrigazione, considerato che l’Australia ha la minore disponibilità di acqua tra tutti i continenti abitati. In tal senso, nel 2004 il governo centrale ha permesso la creazione di un vero e proprio libero mercato dell’acqua, mentre sono allo studio interventi pubblici per la costruzione di dighe e per il riciclaggio delle acque reflue. I principali centri industriali sono il Nuovo Galles del Sud (soprattutto Sydney e Newcastle, dove sono sviluppati i comparti siderurgico, metallurgico e meccanico) e lo stato di Victoria (l’area metropolitana di Melbourne con la produzione e l’assemblaggio di macchinari e autoveicoli, l’industria alimentare, quella delle confezioni e i lanifici).
Nonostante in Australia il rischio microcriminalità sia al di sotto della media europea, la permanenza soprattutto nelle grandi città come Canberra, Sydney e Melbourne, richiede di adottare comuni norme di cautela. La collocazione geografica rende il Paese esposto ai problemi del Sud-Est asiatico. Più volte, infatti, il suo intervento si è reso necessario per placare le agitazioni politiche nelle Isole Salomone, a Vanuato, Nauru, Papua Nuova Guinea e Timor Est. Considerati i legami con Stati Uniti e Inghilterra, nonché l’intervento militare in Afghanistan e Iraq, il Paese è inoltre considerato un potenziale obiettivo per attacchi terroristici di matrice islamica (diverse figure legate ad Al Qaida e agli Shabaab somali sono state arrestate tra il 2003 e il 2008 - tra gli obiettivi dichiarati anche l'ex Primo Ministro John Howard). Per questo motivo i controlli e le misure di sicurezza si sono intensificati negli ultimi anni. Il vero pericolo in Australia resta comunque legato alle potenziali calamità naturali dovute alla natura stessa del suo territorio: cicloni, inondazioni e incendi hanno frequenza quasi annuale e non meno rilevanti sono anche i terremoti.