Le forze di sicurezza venezuelane hanno ucciso Oscar Perez, l’ex poliziotto e attore che nel giugno scorso era salito alla ribalta internazionale per essersi impadronito di un elicottero e per aver lanciato granate contro la Corte Suprema. L’uomo è stato eliminato nel corso di un blitz effettuato a El Junquito, a ovest di Caracas, nel quale sono deceduti anche diversi membri del suo gruppo armato, due poliziotti e un militante di un collettivo chavista. La notizia è stata confermata dal ministro degli Interni venezuelano Nestor Reverol.
Ex agente della Brigata di azioni speciali (BAE) della polizia scientifica, soprannominato sui social network “Rambo”, la mattina del 28 giugno 2017 Perez aveva preso possesso di un elicottero e sganciato una serie di granate contro la sede della Corte Suprema venezuelana. L’istituzione è considerata dal fronte anti-governativo molto vicina al presidente Nicolas Maduro, rea di aver avallato le modifiche costituzionali che negli ultimi anni hanno dato sempre più potere al capo dello Stato esautorando de facto il parlamento, oggi controllato dall’opposizione, e svuotandolo del proprio ruolo.
Dopo l’azione, il gruppo che si trovava insieme a Perez a bordo del velivolo si è poi dileguato nei cieli di Caracas, facendo perdere le proprie tracce. Nonostante le granate e i colpi d’arma da fuoco sparati contro l’istituzione, non si sono registrati feriti a seguito dell’attacco.
I residenti nel centro della capitale hanno potuto osservare e fotografare l’elicottero, che esibiva su uno dei lati una bandiera con lo slogan “Libertà 350”, in allusione all’articolo della Costituzione venezuelana che autorizza la rivolta contro autorità antidemocratiche.
Maduro all’epoca accusò Perez di essere collegato a Miguel Rodriguez Torres, ex ministro degli Interni e della Giustizia di Hugo Chavez «in contatto con la CIA». Subito dopo l’episodio, il presidente schierò l’esercito nel centro di Caracas e ordinò ai militari di irrompere nel parlamento, dove si registrarono scontri con deputati e senatori.
Dopo mesi di clandestinità, Perez era ricomparso il 19 dicembre quando insieme ai suoi uomini aveva preso d’assalto un’unità della Guardia Nazionale, uccidendo diversi agenti e rubando armi da guerra dall’arsenale. È in quell’occasione che Maduro lo ha definito in tv «il nemico pubblico numero 1 della Patria».
Poco meno di un mese dopo la fine della corsa di Oscar Perez, personaggio tra i più mediatici del caotico fronte dell’opposizione venezuelana.
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