Non si fermano le operazioni antiterrorismo in tutto il Vecchio Continente mentre si giocano i campionati del mondo di calcio in Russia sui quali aleggia, e di continuo, la propaganda islamista. A proposito delle continue immagini che mostrano atleti come Lionel Messi o Cristiano Ronaldo inginocchiati con alle spalle un miliziano intento a tagliargli la gola, si puo’ notare un certo scadimento della qualità delle immagini e persino del linguaggio utilizzato per incitare i “lone wolwes” a colpire. Sono molto lontani i tempi della propaganda patinata di Dabiq, la rivista dell’ISIS (in pratica, una copia di Inspire, il giornale di Al Qaeda), ma nonostante questo è bene non sottovalutare le nuove leve della comunicazione jihadista.
Alcuni fatti di cronaca accaduti nelle scorse settimane mostrano come le cellule islamiste si stanno riorganizzando per colpire l’Europa, una strategia che per necessità non prevede più l’utilizzo di gruppi armati – perché oltre che difficili da costituire anche facilmente identificabili e neutralizzabili – ma piccole cellule dotate di armi invisibili, letali, facili da reperire e da assemblare in casa.
Gli arresti in Germania
Qualche giorno fa a Colonia, grazie a una soffiata di un informatore è stato arrestato il tunisino 29enne Sief Allah Hammami, fermato in un appartamento del quartiere di Chorweiler (distretto urbano a nord di Colonia) dove sono state rinvenute diverse sostanze tossiche in quantità tali da richiedere l’ausilio di attrezzature specifiche per bonificare la zona. Fino ad allora l’uomo non era mai apparso in nessuna indagine dell’intelligence tedesca, ma le risultanze dell’inchiesta dicono che stesse preparando un ordigno a base di ricina. Questa sostanza è altamente tossica tanto che una dose di pochi milligramnmi può essere mortale. Viene estratta dalla pellicola interna del seme del ricino. Non esiste una cura o un vaccino efficace contro gli effetti alla sua esposizione. Tra il 2002 e il 2003 il leader qaedista Al Zarqawi aveva progettato di attaccare la metropolitana di Londra con derivati di questa sostanza.
Insieme a Sief Allah Hammami, è stata arrestata anche la sua compagna, una cittadina 42enne tedesca convertitasi all’islam, Jasmine D. La donna è stata subito trasferita in una clinica di Colonia dove ha dato alla luce un bambino, il suo settimo figlio, il secondo da Sief Allah Hammami.
Allarme in Olanda, Belgio e Francia
Timori su possibili attacchi chimici stanno scuotendo anche Olanda e Belgio, dove sono stati ritrovati alcuni biglietti di carta indicanti la descrizione del Bayroshock, un prodotto facilmente acquistabile e che viene utilizzato contro la formazione delle alghe nelle piscine. Il prodotto è composto al 34% dal perossido di idrogeno, sostanza che è stata usata dai terroristi islamici per fabbricare un potente ordigno che – mischiato ad acido solforico, cloridrico o muriatico, acqua ossigenata, un po’ bicarbonato e una piccola parte di acetone per togliere lo smalto dalle unghie – diventa la tristemente nota “madre di Satana”, bomba dagli effetti devastanti attivabile tramite cellulare. Gli effetti dirompenti di questa bomba sono certi, così come i grandi rischi come si è visto a Barcellona dove l’iman di Ripoll Abdelbaki Es Satty, si “autodissolse” nell’atto di fabbricarne alcune.
L’allarme sale anche in Francia, dove vi sono stati alcuni furti definiti “sospetti” del prodotto contro le alghe. Uno dei più abili manipolatori di queste sostanze chimiche era il belga-marocchino Ahmed Dahmani, fratello di Mohammed Dahmani, islamista salafita membro fondatore di Sharia4Belgium. Fino al 2015 Dahmani viveva – neanche a dirlo – a Molenbeek in un palazzone di 14 piani dove aveva fatto credere a degli ingenui rivenditori del Bayroshock che esisteteva una grande piscina infestata da alghe che gli creava spesso problemi. Secondo gli inquirenti belgi e francesi è stato probabilmente Ahmed Dahmani a prepararare le cinture esplosive indossate dai terroristi nella notte degli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015. Anche per questo la mattina dopo era già su un volo diretto in Turchia da dove pensava di riuscire a trasferirsi in Siria. Qui è stato arrestato e, di seguito, condannato a dieci anni e nove mesi di carcere.
Ahmed Dahmani era tra i migliori amici di infanzia di Salah Abdeslam con il quale è cresciuto a Molenbeek. Se Dahmani uscirà mai vivo dalle terribili carceri turche dove è attualmente detenuto, lo aspettano per interrogarlo gli inquirenti di Francia e Belgio che tramite la sua testimonianza vorrebbero ricostruire una lunga storia “rosso sangue” iniziata nel 2003 in Olanda e continuata tra Belgio, Francia e Germania.
Le indagini di Scoltland Yard e del Mossad
In questo clima di tensione, non vanno dimenticate le indagini condotte da Scotland Yard che ha le prove di alcuni test fatti in aree desertiche dell’Iraq di attacchi chimici effettuati con dei droni modificati. Ciò dimostra che la “creatività” dei terrorsiti è senza fine. Lo conferma anche una recente scoperta fatta dall’intelligence americana che a Raqqa, in una casa che era abitata da un combattente tunisino, ha trovato un laptop nel quale erano contenuti centinaia di studi sulla costruzione di armi batteriologiche oltre che chimiche.
Su questo rischio il primo su tutto a lanciare l’allerta è però stato il Mossad. Da tempo i servizi segreti esterni israliani avvertono sulla possibilità che organizzazioni islamiste si interessino a sostanze come il radio e il celsio, utilizzate in medicina per le terapie contro il cancro e, quindi, non particolarmente difficili da rubare negli ospedali. Queste sostanze, se manipolate e mescolate ad altre, possono diventare armi devastanti. L’attendibilità della pista seguita dal Mossad è stata confermata dal Dipartimento di Stato USA che attraverso l’Office of Chemical and Biological Weapons Affairs (AVC/CBW) monitora questi traffici sommersi.
La caduta di Raqqa e la conseguente dissoluzione dello Stato Islamico in quanto entità territoriale, hanno rallentato molti di questi progetti con finalità stragista. Ciò non significa, però, che ISIS proverà prima o poi a colpire.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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