Lettonia
Europa
Per secoli sotto la dominazione svedese, polacca, tedesca e infine russa, la Lettonia diventa uno stato indipendente nel 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale. La democrazia, però, ha vita breve con l’instaurazione del regime autocratico di Karlis Ulmanis, divenuto Presidente della Repubblica nel 1934 con un colpo di stato. Con la stipula del patto Molotov-Ribbentrop tra Germania e URSS (1939), la Lettonia entra a far parte della sfera russa. Deposto Ulmanis, nel 1940 il Paese diventa una repubblica sovietica, subendo subito dopo l’invasione tedesca. Nel post conflitto, la Lettonia fu sottoposta alle purghe del regime staliniano, subendo una sorta di “russificazione” che portò alla perdita della propria identità nazionale. Nel 1990, la dichiarazione d’indipendenza transitoria fu il primo passo verso l’autonomia completa, ufficializzata poi nell’agosto del 1991, con lo smembramento dell’Unione Sovietica. La Lettonia è membro del WTO dal 1999 e della NATO dal 29 marzo 2004, stato membro dell’UE da maggio dello stesso anno ed è entrata a far parte dell’area Schengen il 21 dicembre 2007.
Secondo l’indice Ease of Doing Business 2012, stilato dalla Banca Mondiale, la Lettonia si colloca al 25° posto su 185 paesi. Positivo anche il giudizio dell’Human Development Report 2011, che la classifica come una nazione ad alto sviluppo umano. Nel biennio 2006/2007 l’economia lettone era in crescita del 10%, ma a causa della forte crisi del 2008 ha subito un freno, con una decrescita del PIL di circa 20 punti. Inoltre, il collasso della Parex Bank e la sua nazionalizzazione (con l’acquisto simbolico, pari a 2 lat, del 51% da parte dello Stato per evitarne il fallimento, nel 2008) ha reso necessario il sostegno delle maggiori istituzioni finanziare internazionali, con un programma di assistenza economica per evitare la svalutazione monetaria e l’applicazione di misure di austerity. Nel 2011, tuttavia, l’emergenza è rientrata e il PIL ha segnato un +5,5%, anche se il tasso di disoccupazione è rimasto elevato. La crescita economica lettone è stata tra le più positive dell’ultimo periodo e tra le più veloci dell’intera area europea. Il governo, sebbene abbia favorito la privatizzazione di molteplici comparti dell’economia, ha stabilito che alcuni settori – come quello energetico e della difesa – dovessero rimanere di gestione statale. Gli investimenti diretti esteri non sono numerosissimi, se paragonati a quelli degli altri paesi dell’area nordeuropea. A fine 2011 la Lettonia ha ripagato il suo debito all’UE e al FMI.
Non sussistono problematiche legate a fenomeni terroristici o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Elementi di criticità sono tuttavia rinvenibili nella corruzione e nella microcriminalità, anche se quest’ultima è in diminuzione. Fino a qualche anno fa, infatti, si riscontravano numerosi scippi e truffe nei confronti degli stranieri. Dal 2009, il sindaco di Riga – città nella quale si verificava la maggior parte degli episodi criminosi – ha varato un piano specifico insieme alle ambasciate presenti in loco. La corruzione, invece, è un tema attuale. L’indice di percezione della corruzione è peggiorato: il Paese ha perso numerosi punti e, nel 2011, si è collocato in 69esima posizione, tra la Cuba e la Turchia. Tra le repubbliche baltiche, la Lettonia è quella con la peggior performance a riguardo. Nel 2011 lo stesso Parlamento è stato sciolto con l’accusa di corruzione di alcuni dei suoi membri.
Capitale: Riga
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 64.589 km²
Popolazione: 2.191.580
Religioni: protestante (20%), ortodossa
Lingue: lettone (ufficiale), russo, lituano
Moneta: lat (LVL)
PIL: 16.800 USD
Livello di criticità: Basso
Per secoli sotto la dominazione svedese, polacca, tedesca e infine russa, la Lettonia diventa uno stato indipendente nel 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale. La democrazia, però, ha vita breve con l’instaurazione del regime autocratico di Karlis Ulmanis, divenuto Presidente della Repubblica nel 1934 con un colpo di stato. Con la stipula del patto Molotov-Ribbentrop tra Germania e URSS (1939), la Lettonia entra a far parte della sfera russa. Deposto Ulmanis, nel 1940 il Paese diventa una repubblica sovietica, subendo subito dopo l’invasione tedesca. Nel post conflitto, la Lettonia fu sottoposta alle purghe del regime staliniano, subendo una sorta di “russificazione” che portò alla perdita della propria identità nazionale. Nel 1990, la dichiarazione d’indipendenza transitoria fu il primo passo verso l’autonomia completa, ufficializzata poi nell’agosto del 1991, con lo smembramento dell’Unione Sovietica. La Lettonia è membro del WTO dal 1999 e della NATO dal 29 marzo 2004, stato membro dell’UE da maggio dello stesso anno ed è entrata a far parte dell’area Schengen il 21 dicembre 2007.
Secondo l’indice Ease of Doing Business 2012, stilato dalla Banca Mondiale, la Lettonia si colloca al 25° posto su 185 paesi. Positivo anche il giudizio dell’Human Development Report 2011, che la classifica come una nazione ad alto sviluppo umano. Nel biennio 2006/2007 l’economia lettone era in crescita del 10%, ma a causa della forte crisi del 2008 ha subito un freno, con una decrescita del PIL di circa 20 punti. Inoltre, il collasso della Parex Bank e la sua nazionalizzazione (con l’acquisto simbolico, pari a 2 lat, del 51% da parte dello Stato per evitarne il fallimento, nel 2008) ha reso necessario il sostegno delle maggiori istituzioni finanziare internazionali, con un programma di assistenza economica per evitare la svalutazione monetaria e l’applicazione di misure di austerity. Nel 2011, tuttavia, l’emergenza è rientrata e il PIL ha segnato un +5,5%, anche se il tasso di disoccupazione è rimasto elevato. La crescita economica lettone è stata tra le più positive dell’ultimo periodo e tra le più veloci dell’intera area europea. Il governo, sebbene abbia favorito la privatizzazione di molteplici comparti dell’economia, ha stabilito che alcuni settori – come quello energetico e della difesa – dovessero rimanere di gestione statale. Gli investimenti diretti esteri non sono numerosissimi, se paragonati a quelli degli altri paesi dell’area nordeuropea. A fine 2011 la Lettonia ha ripagato il suo debito all’UE e al FMI.
Non sussistono problematiche legate a fenomeni terroristici o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Elementi di criticità sono tuttavia rinvenibili nella corruzione e nella microcriminalità, anche se quest’ultima è in diminuzione. Fino a qualche anno fa, infatti, si riscontravano numerosi scippi e truffe nei confronti degli stranieri. Dal 2009, il sindaco di Riga – città nella quale si verificava la maggior parte degli episodi criminosi – ha varato un piano specifico insieme alle ambasciate presenti in loco. La corruzione, invece, è un tema attuale. L’indice di percezione della corruzione è peggiorato: il Paese ha perso numerosi punti e, nel 2011, si è collocato in 69esima posizione, tra la Cuba e la Turchia. Tra le repubbliche baltiche, la Lettonia è quella con la peggior performance a riguardo. Nel 2011 lo stesso Parlamento è stato sciolto con l’accusa di corruzione di alcuni dei suoi membri.