Nato a Kiev il 23 giugno 1951, colonnello delle forze aviotrasportate in Afghanistan, Sergej Viktorovič Skripal entra negli anni ’90 nel Direttorato Principale per l’Informazione (Gru): un Servizio della Russia post-sovietica, che in più oltre a funzioni di intelligence fa anche da guardia di frontiera terrestre e marittima. Ufficiale del Gru all’ambasciata a Malta, poi addetto militare a Madrid, proprio in Spagna nel luglio del 1995 è reclutato dai Servizi britannici.
di Maurizio Stefanini, articolo pubblicato su Next Quotidiano
Tornato poi in Russia per problemi di diabete, continua a fare carriera, finché nel 2004 non è scoperto. Grazie al fatto che collabora se la cava con 15 anni, ma nel 2010 rientra in uno scambio: 10 agenti russi arrestati negli Usa in cambio di quattro cittadini russi che invece avevano lavorato per i Servizi occidentali. Va dunque nel Regno Unito e si stabilisce a Salisbury con la famiglia, che è peraltro falcidiata. Sua moglie muore infatti di cancro nel 2012, e suo figlio nel 2017 di insufficienza epatica durante una visita a San Pietroburgo. Infine, lo scorso 4 marzo lo trovano svenuto su una panchina nei pressi di un centro commerciale a Salisbury, senza apparenti lesioni fisiche. Accanto a lui la 33enne figlia Julia, appena arrivata da Mosca per trovare il padre, e anche lei svenuta senza lesioni apparenti. Immediatamente ricoverati nell’ospedale della città, Scotland Yard dice che sono in uno stato di grave avvelenamento da gas nervino. E anche altre 21 persone sono state intossicate. Sempre Scotland Yard identifica l’agente tossico come arma chimica della classe Novičok, e classifica l’avvelenamento di Skripal’ e della figlia come tentato omicidio.
Chi ha avvelenato Sergej Viktorovič Skripal?
Il governo russo si dice subito disposto a collaborare alle indagini, ma afferma di non sapere niente della storia. La cosa monta subito in una polemica prima mediatica, poi politica, infine diplomatica, con sanzioni e contro-sanzioni. “Perché Putin dovrebbe ordinare l’eliminazione di una spia ormai fuori dal gioco, anziana e a cui ha permesso di espatriare indenne?”: è questo il succo di una argomentazione russa abbondantemente rimbalzata da un numero crescente di media e movimenti politici che in Occidente appaiono sempre più simpatetici verso le posizioni del Cremlino. “Perché comunque i Servizi russi non potevano farla passare liscia a un traditore” è una delle risposte, che cita il precedente di Aleksandr Val’terovič Litvinenko: l’altro ex-agente russo esule nel Regno Unito che morì nel 2006 per avvelenamento da polonio, e che prima di spirare indicò Putin come mandante dell’omicidio non solo suo ma anche della giornalista Anna Politkovskaja. “Perché non se ne stava buono a riposo ma aveva tenuto corsi sulle tecniche dei Servizi russi: in particolare, a membri dei Servizi di Repubblica Ceca e Estonia”, oltre che dare consulenze a Madrid sul tema della criminalità russa in Spagna: è un’altra risposta. La cosa sicura è che un avvelenamento c’è stato. E che se non è stato Putin a ordinarlo, allora ci dovrebbe essere un altro responsabile. Infatti, i media russi lo hanno individuato: anzi, ne hanno individuati a decine! Solo il canale tv Russia 1, emittente di Stato, ha incolpato ad esempio via via il Regno Unito “per alimentare il sentimento anti-russo”; l’Ucraina “per incastrare la Russia”; gli Stati Uniti “per destabilizzare il mondo”; ma ha anche parlato di un tentato suicidio; e se la è anche presa col finanziare anglo-statunitense Bill Browder. Il nipote del fondatore del Partito Comunista Usa, cui non viene più concesso di entrare in Russia dal 2005, dopo aver denunciato la corruzione imperante. La tesi del complotto Usa-Regno Unito è rilanciata dal direttore del Servizio di Intelligence Internazionale Sergei Naryshkin. Secondo Zvezda, il canale tv del ministero della Difesa autore di scoop come lo stupro di nove monache in un monastero di Milano da parte di rifugiati (), a ordinare l’avvelenamento di Skripal e figlia sarebbe stata Theresa May in persona, assieme alla sua amica direttrice della Cia Gina Haspel.
Ria Novosti, agenzia di Stato gestita dal Ministero delle Comunicazioni e dei Mass Media, ha parlato di “overdose accidentale”. Russia-24 , canale All News pure di Stato, ha tirato in ballo una “esposizione accidentale” di materiali provenienti dall’istituto di ricerche militari di Porton Down, che si trova appunto vicino a Salisbury. E Porton Down è stata tirata in ballo anche dalla tv satellitare di Stato rivolta all’estero RT : ma a questo punto si va oltre il “caso”, e si parla di produzione non dichiarata di Novičok che verrebbe testato illecitamente su esseri umani. Già giornale dei giovani comunisti poi diventato foglio sensazionalista Moskovskij Komsomolets fa appunto sensazione rivelando che Skripal aveva tentato di ammazzarlo la futura suocera. Si sa che le suocere sono pericolose… II portavoce del ministero degli Esteri russo sono stati in principio più generico: “terroristi”. Ma poi hanno aggiustato il tiro: una storia montata apposta per distrarre dai successi delle forze russe in Siria. Il titolare del Ministero degli Esteri Sergei Lavrov ha però un’altra tesi: il governo di Londra sta usando la storia per distrarre dai problemi causati dalla Brexit. Sembra essere questa una delle ipotesi più accreditate: la ha infatti ripetuta anche l’ambasciatore russo presso l’Onu e quello russo presso l’Ocse. Per Dmitry Kiselyov, posto da Putin alla testa della agenzia di Stato Rossiya Segodnya la manovra britannica sarebbe stata escogitata apposta per boicottare la Coppa del Mondo di calcio, e comunque Londra sarebbe “un posto pernicioso per gli esuli russi”. Tesi anche dalla tv di Stato. La tv di Stato ha poi anche ammesso una possibile fonte russa: una “fazione rivale” per destabilizzare Putin. E c’è stata poi una certa concentrazione sul tema del Novičok. Secondo Sputnik – agenzia di stampa, sito di notizie e emittente radiofonica russa creata e controllata dal Cremlino – la Russia avrebbe distrutto le scorte che aveva di Novičok, e anche Sputnik ritiene comunque che la storia sia montata come arma di distrazione di massa. Secondo Interfax, la principale agenzia privata, la Russia il Novičok non lo aveva neanche sviluppato. Secondo un altro portavoce del Ministero degli Esteri, il Novičok ce lo avevano invece Repubblica Ceca, Slovacchia e Svezia: tutti Paesi che hanno smentito. Secondo RT, non c’è neanche la prova che contro Skripal sia stato usato novichok. Ovviamente, questo intrico di tesi spesso in contraddizione tra di loro in un Tribunale non sarebbe particolarmente efficace. Specie dopo che le autorità britanniche hanno individuato i sospetti in due cittadini russi, che RT ha poi presentato come normali turisti, ma uno dei quali è stato invece identificato col colonnello del Gru Anatoliy Chepiga. La Russia ne ha negato l’esistenza. Infine Putin ha in qualche modo gettato la maschera ricordando che comunque Skripal è un “bastardo” e un “traditore”. In tribunale, una quantità di tesi che si contraddicono anche tra di loro potrebbe essere controproducente. Ma in un mondo dell’informazione sempre più dominato dai Social, secondo gli analisti di metodi della propaganda russa, il “buttare tutto in caciara”, come si direbbe a Roma, è invece efficacissimo. Trenta tesi complottiste finiscono infatti per essere molto più efficaci che non una tesi “troppo ovvia”, e infatti le analisi hanno rivelato come su Facebook e Twitter due articoli postati su ogni tre ripetevano appunto la tesi di Mosca. O meglio: qualcuna delle trentina e più di tesi di Mosca.
Redazione
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