La bandiera dello Ypg sventola fiera a Baghouz. «Le Forze democratiche siriane dichiarano l’eliminazione totale del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis. In questo giorno unico commemoriamo migliaia di martiri i cui sforzi hanno reso possibile la vittoria», così Mustafa Bali, portavoce delle Forze democratiche siriane (Sdf), le forze curde sostenute dagli Stati Uniti, ha annunciato su Twitter la sconfitta dell’autoproclamato Stato Islamico in Siria. Bali ha onorato la memoria di quanti si sono sacrificati per combattere contro i jihadisti, compreso il combattente italiano Lorenzo Orsetti. Il fiorentino di 33 anni era stato ucciso forse in un attacco alle spalle portato a termine da un manipolo degli irriducibili di Daesh, concentrati nel villaggio di Baghouz, che lo avrebbero assalito saltando fuori da un tunnel scavato sotto la sabbia.
La liberazione dell’ultima enclave del sedicente Stato Islamico determina la fine di quasi cinque anni di guerra contro il gruppo terroristico in Siria e in Iraq. La battaglia delle milizie arabo curde contro l’ultima roccaforte dell’autoproclamato Stato Islamico era entrata nel vivo alcune settimane fa, in seguito all’evacuazione di migliaia di civili, resa possibile grazie ai curdi, e dopo la resa di migliaia combattenti jihadisti. Alcuni di loro, almeno un centinaio, non avevano deposto le armi e dopo i bombardamenti della coalizione internazionale si erano ritirati in un’area lungo la sponda dell’Eufrate, al confine con l’Iraq. Proprio lungo la costa orientale dell’Eufrate le milizie curde hanno lottato contro Daesh in una battaglia che era iniziata a dicembre 2018. Nella zona di Baghouz i miliziani dello Stato Islamico hanno combattuto contro ogni limite e si sono serviti dei loro stessi bambini per farsi scudo degli attacchi dei curdi. La resistenza era stata portata avanti attraverso una serie di tunnel sotterranei da cui i jihadisti saltavano fuori per mettere in atto la loro controffensiva. Il ruolo delle forze curde dello Ypg è stato fondamentale per la sconfitta del califfato, che aveva assunto il controllo di quasi tutto il territorio siriano e iracheno. Dopo la presa di Mosul, situata nel nord dell’Iraq e conquistata nel 2014, il califfato era arrivato all’apice dell’espansione territoriale. Nel 2017 i guerriglieri curdi delle Unità di protezione del popolo avevano riconquistato la capitale del califfato, Raqqa. La guerra dello Ypg contro i jihadisti era iniziata con la presa di Kobane, grande città a maggioranza curda vicina al confine turco. Il rischio maggiore che affrontano ora i guerriglieri curdi è la reale possibilità che il presidente turco Erdogan lanci un’operazione militare contro le unità dello Ypg in Siria, come è avvenuto l’anno scorso ad Afrin. La sconfitta totale del sedicente Stato Islamico in Siria era stata anticipata ieri da Donald Trump, che aveva già annunciato la riduzione di 2 mila uomini a sostegno delle forze curde, mettendo in serio pericolo gli obiettivi raggiunti fino a questo momento. Secondo alcune analisi, senza il contributo delle forze Usa i miliziani dello Stato Islamico potrebbero facilemente riorganizzarsi.
Redazione
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