La Russia accelera la costruzione del porto di Taman. La Cina si costituisce fra i maggiori azionisti per il progetto ad Anaklia. Gli Stati Uniti vacillano, ritirando l’adesione del gruppo Conti e restando incerti nel Mar Nero.
Alla fine di agosto la Russia ha deciso di velocizzare la costruzione del porto di Taman, che ha un ruolo chiave per l’economia e la sicurezza della Federazione. La finalizzazione del porto di profondità di Taman rappresenta un rafforzamento russo sullo stretto di Kerch e il Mare di Azov. Il porto di Taman si situa geograficamente all’opposto dello stretto di Kerch, permettendo una connessione diretta fra Mare di Azov e Mar Nero. Da questo vantaggio geografico si può capire la natura della competizione in atto. Il consorzio per il progetto di Taman (RMP, RosMorPort) si costituisce, in via teorica, di cinque compagnie russe: Metallo Invest, Kuzbass Razrez Ugol, Ferrovie Russe (RZD) e SUEK. Si prevede che il porto venga terminato, nel suo primo stadio, fra il 2020 e il 2021.
Questo annuncio è stato accolto con preoccupazione dagli altri due principali attori del Mar Nero: Cina e Stati Uniti. Questi due paesi, con la Russia, si contendono i punti strategici presenti nel Mar Nero, cercando di assicurarsi un polo economico e militare. D’altro canto, Stati Uniti e Cina sono impegnati sul fronte georgiano con la progettazione del porto di Anaklia, situato appunto nel Mar Nero. Nonostante questo piano non permetta il controllo nell’area di Azov, la costruzione risulta fondamentale nella corsa al Mar Nero, è comunque il primo porto di acque profonde sulle coste georgiane. I porti di acque profonde si differenziano dai normali porti commerciali in quanto permettono l’accesso e l’utilizzo di navi cargo più grandi rispetto alla norma, sfruttando una maggiore profondità marina in relazione alle dimensioni delle imbarcazioni.
Di recente, la corsa al monopolio sullo stretto vede in difficoltà l’asse formatosi in Anaklia. Infatti, una delle compagnie azioniste ha apparentemente lasciato il Consorzio del Porto di Anaklia. Il consorzio si compone di: TBC Holding (Georgia), British Wondernet Express, G-Star Ltd. (Bulgaria, di proprietà georgiana), Conti International e SSA Marine (USA). Secondo fonti della stampa georgiana, la compagnia Conti International ha optato per lasciare il consorzio dopo le evidenti incertezze fra il governo georgiano e le compagnie finanziatrici.
Questi due eventi rischiano di spostare, o meglio, definire, gli equilibri vigenti nel Mar Nero. Bisogna tenere conto che gli Stati Uniti non vedono di buon grado l’espansione russa in quelle acque, ma neppure gradiscono i movimenti cinesi. Agli atti, però, gli Stati Uniti sembrano non voler definire le loro intenzioni riguardo l’area. Con il ritiro della Conti International, un nuovo spazio si libera nel consorzio di Anaklia. Il Consorzio non fornisce tuttavia la maggior parte dei finanziamenti, i quali verranno rilasciati da: Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), l’OPIC, “Asian Development Bank” (ADB) e “Asian Infrastructure Investment Bank” (AIIB). La predominanza di fondi asiatici è spiegabile dall’interesse cinese al progetto di Anaklia, che risulterebbe porto chiave in ottica del progetto Belt Road. Visto il buco finanziario lasciato dal gruppo Conti, è presumibile che la Cina voglia colmare questa mancanza, rivendicando sempre di più la proprietà sul progetto, in quanto azionista di maggioranza. Lo stato cinese ha già marcato la sua presenza nella zona balcanica, volendo rilevare un’importante compagnia aereospaziale ucraina, la Motor Sich, e aprendo nuovi sbocchi commerciali per un virtuale asse Cina-Ucraina.
Oltre a perdere una posizione principale all’interno del progetto, gli Stati Uniti risultano fragili nel contesto, mancando di un loro ambasciatore a Tbilisi. La permanenza delle truppe americane in territorio georgiano sarebbe realizzabile solamente tramite l’accesso delle Georgia alla NATO. Al momento, forze Nato sono già presenti nelle acque georgiane, come le quattro navi SNMG2, presso il porto di Poti. Ciò nonostante, parole di moderata fiducia sono state espresse dal Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo, il quale vede importante il rafforzamento delle relazioni sull’asse georgiano-statunitense. Secondo Pompeo, il progetto di Anaklia è proprio lo strumento necessario per rafforzare la Georgia, permettendole di meglio relazionarsi con le libere economie e di non essere assorbita dalle influenze cinesi o russe. Il messaggio di Pompeo sembra premere sul governo georgiano per il completamento del progetto, senza troppe influenze cinesi o russe, che, secondo il Segretario statunitense, minano la riuscita del progetto così come stabilito.
Data la volatilità dei finanziamenti del progetto di Anaklia, che vede rallentare anche la sua “azionista” Cina, la Russia sembra l’attore più favorito al momento. La velocizzazione della costruzione del porto di Taman porrebbe la Federazione in una condizione di completo monopolio sul Mare di Azov e, allo stesso tempo, permetterebbe alla Russia di avere un ulteriore polo commerciale sul Mar Nero. Inoltre, la Russia è in grado di influenzare le decisioni georgiane riguardo il porto di Anaklia. In questo secondo scenario, si potrebbe assistere ad una contesa russo-statunitense, tenendo conto che la Georgia si è precedentemente affidata agli Stati Uniti per la difesa dei suoi mari. Inoltre, la Russia ha dimostrato di non aver mai temuto la pratica del pugno di ferro nei confronti della Georgia. Ne è testimonianza l’invasione russa in Georgia del 2008.
In attesa di una soluzione al possibile vuoto lasciato da Conti International, la Russia guadagna terreno sulla corsa al Mar Nero, avanzando anche una possibile annessione del Mare di Azov una volta terminato il porto di Taman. Con eventuali ritardi di realizzazione, o addirittura il fallimento del progetto di Anaklia, il punto strategico nel Mar Nero sarebbe rappresentato dal neo-realizzato porto di Taman, in mano a finanziatori russi. Una definita presa di posizione statunitense sugli interessi in Mar Nero potrebbe rivelarsi chiave di volta per superare la situazione di impasse. Nel caso in cui invece gli Stati Uniti cedano sulla corsa a tre, lo stato cinese avrà ancora più rilevanza nel progetto di Anaklia in una competizione che si ridurrebbe a soli due protagonisti: Cina e Russia.
Luca Mazzacane
Nato a Pavia nel 1994, Dr. in Lingue e Culture Moderne presso Università di Pavia (BA), Dr. in Global Studies presso LUISS Roma, diplomato in Analisi del rischio politico presso l’Istituto Affari Internazionali di Roma; diplomato in Multimedia Journalism presso Deutsche Welle, a Berlino, tirocinante presso Formiche Edizioni. Appassionato di geopolitica, specialmente del mondo Est europeo. Parla fluentemente francese, inglese, russo e spagnolo.
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