Novità importanti per l’adesione di alcuni Paesi dei Balcani alla casa comune europea. A marzo la Commissione Europea renderà disponibile la relazione sull’avvio dei negoziati con l’Unione Europea di Macedonia del Nord ed Albania. Se il parere risulterà positivo, la posizione della Francia sarà di sostegno all’adesione dei due Paesi, a differenza del primo veto avutosi in occasione di un vertice ad ottobre 2019. Questo mese, la Commissione ha proposto nuove metodologie sul processo di adesione, sull’idea di una proposta francese presentata a novembre, dando ai governi dell’UE più voce in capitolo.
Il commissario per il Vicinato e l’allargamento Olivér Várhelyi ha recentemente commentato: «L’allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali è una priorità assoluta per la Commissione. Stiamo lavorando su tre fronti. In primo luogo, proponiamo misure concrete per rafforzare il processo di adesione. Stiamo rafforzando e migliorando il processo, ma l’obiettivo rimane comunque l’adesione a pieno titolo all’UE. In secondo luogo, e in parallelo, la Commissione mantiene fermamente le sue raccomandazioni di avviare negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania e fornirà prossimamente un aggiornamento sui progressi compiuti da questi due paesi. In terzo luogo, in preparazione del vertice UE-Balcani occidentali che si terrà a Zagabria nel mese di maggio, la Commissione proporrà un piano di sviluppo dell’economia e degli investimenti per la regione».
Il processo di adesione deve poggiare su solide basi di fiducia reciproca e impegni chiari da parte dell’Unione europea e dei Balcani occidentali. Per rafforzare la credibilità ci si dovrebbe concentrare ancora di più sulle riforme fondamentali, in primo luogo lo Stato di diritto, il funzionamento delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione e l’economia dei paesi candidati. Una volta che i paesi partner abbiano soddisfatto i criteri oggettivi, gli Stati membri converranno di passare alla fase successiva del processo, rispettando l’approccio basato sul merito.
La Commissione propone di riunire i capitoli di negoziato in sei gruppi tematici: questioni fondamentali; mercato interno; competitività e crescita inclusiva; agenda verde e connettività sostenibile; risorse, agricoltura e coesione; relazioni esterne. I negoziati su ciascun gruppo saranno avviati globalmente, una volta soddisfatti i parametri di riferimento per l’apertura, anziché sulla base dei singoli capitoli. I negoziati sulle questioni fondamentali saranno avviati per primi e chiusi per ultimi, e i progressi compiuti in questi ambiti determineranno il ritmo generale dei negoziati. Il periodo che intercorre fra l’apertura di un gruppo e la chiusura dei singoli capitoli dovrebbe essere limitato, riducendolo a un anno in funzione dei progressi delle riforme. Per incoraggiare l’attuazione delle riforme più impegnative, la Commissione definirà con maggior precisione le condizioni fissate perché i candidati possano progredire e offrirà incentivi chiari e tangibili che interessino direttamente i cittadini. Gli incentivi potrebbero comprendere l’integrazione accelerata e l’inserimento graduale nelle politiche, nel mercato e nei programmi dell’UE, garantendo la parità di condizioni, nonché maggiori finanziamenti e investimenti.
Più i candidati progrediscono sul fronte delle riforme, più avanzeranno nel processo. In un contesto europeo di instabilità europea, una nuova spinta all’Unione potrebbe venire dai Balcani e in particolare dalle politiche europeiste dell’Albania.
PHOTO: European Neighbourhood and Enlargement Commissioner Oliver Varhelyi speaks during a news conference in Brussels, Belgium, February 5, 2020. REUTERS/Francois Lenoir
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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