Negli Stati Uniti oggi è il giorno del cosiddetto “Super Tuesday”, “Super Martedì”, ovvero il giorno delle primarie in cui si vota in più Stati contemporaneamente. Quest’anno gli elettori del Partito Democratico, più gli elettori democratici all’estero, voteranno in ben 14 Stati, più i territori delle isole Samoa Americane. Il Super Tuesday è un appuntamento importante per la campagna elettorale perché è durante questa giornata che si assegnano quasi un terzo dei delegati totali, vale a dire le persone che nella convention estiva assegneranno la nomination del partito.
Come ricorda You Trend, dall’anno 1988 in poi, nelle primarie del Partito Democratico chi è riuscito ad ottenere più delegati nel Super Tuesday ha sempre vinto la nomination. In 6 primarie su 7 il Super Tuesday ha permesso di capire chi fosse il candidato che avrebbe poi vinto la nomination democratica. Dal punto di vista geografico, gli Stati in cui si vota oggi 3 marzo sono distribuiti in maniera abbastanza omogenea. Sette Stati su quattordici, cioè Texas, Alabama, Arkansas, North Carolina, Tennessee, Virginia, Oklahoma, fanno parte della regione meridionale degli Stati Uniti . Questa parte di elettori americani rappresenta più della metà della popolazione chiamata al voto oggi. In totale, scrive You Trend, il 3 marzo saranno 1,357 i pledged delegates in palio, il 34,1% del totale. Il risultato del Super Tuesday permette di capire la forza di ognuno dei candidati negli Stati considerati più rilevanti rispetto a quelli definiti early states, come la California.
Tuttavia, quest’anno lo scenario è davvero poco chiaro. Spiega Emiliano Battisti, esperto di Nord America: «in passato il Super Martedì è stato certamente un giorno decisivo, ma oggi difficilente lo sarà. Si fa sempre più probabile l’ipotesi brokered convention, cioè con nessuno dei candidati che arriverebbe con la maggioranza assoluta dei delegati». I candidati a cui prestare attenzione sono il senatore socialista Bernie Sanders, che viene dato per favorito nei sondaggi e che dovrebbe ottenere la maggior parte dei delegati, e l’ex vicepresidente Joe Biden, che ha vinto le primarie in South Carolina, lo Stato più importante dei primi 4. La quarta tappa delle primarie del partito Democratico statunitense ha infatti visto imporsi in maniera netta l’ex vicepresidente Biden, con il 48,4%. Come scrive Politico, la vittoria in South Carolina ha trasformato Biden in una valida alternativa a Sanders. L’ex vice presidente Biden potrebbe vincere North Carolina e forse anche in Virginia. La California e il Texas sembrano invece essere in mano a Sanders. Così per il Massachusetts. Commenta ancora Battisti: «Biden è uscito certmente rafforzato dal successo in South Carolina e dall’endorsement di Buttigieg e Klobuchar. A meno di sorprese, Elizabeth Warren dovrebbe quasi sicuramente uscire dalla competizione elettorale dopo il Super Tuesday. Lo stesso potrebbe accadere a Michael Bloomberg, qualora l’appuntamento del Super Martedì dovesse andare male».
Redazione
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