L’Istituto israeliano per la ricerca biologica dovrebbe annunciare nei prossimi giorni di aver completato lo sviluppo di un vaccino. Il noto quotidiano israeliano “Haaretz”, citando autorevoli fonti mediche, riferisce che i ricercatori della struttura scientifica israeliana sono riusciti ad individuare il meccanismo biologico e le qualità del virus, tra cui una migliore capacità diagnostica e la produzione degli anticorpi in coloro che hanno contratto il virus. Il processo di sviluppo necessita di test ed esperimenti che potrebbero durare mesi prima che il vaccino sia ritenuto efficace e sicuro per essere utilizzato sull’uomo. L’Istituto per la ricerca biologica si trova a Nes Tziona, ubicato nel cuore di Israele, ed e’ stato fondato nel 1952 come organismo di ricerca medica dalle Forze di difesa israeliane. Successivamente, il laboratorio è divenuto un istituto civile, sotto la supervisione del primo ministro e in stretta collaborazione con il ministero della Difesa.
Nei laboratori israeliani si sta tentando di sviluppare il vaccino, anche se il processo è alle fasi iniziali. In poche settimane si dovrebbe avviare la sperimentazione e appena il processo “regolatorio” risulterà concluso, grazie alle capacità del paese, la produzione e la distribuzione del vaccino potrebbe essere molto veloce. Recentemente è intervenuto, in collegamento skype a “Non è l’Arena” condotto da Massimo Giletti, il dott. Chen Kats, autorevole esperto dei laborori di Israele, che ha illustrato il lavoro che oramai da quattro anni viene effettuato in Israele sulla ricerca scientifica e batteriologica. Durante l’intervista, Kats ha sottolineato come la cura, che oggi funziona sui polli, potrebbe funzionare anche sugli uomini considerando che la struttura molecolare è simile.
D’altronde, il contributo al mondo della ricerca scientifica ha procurato ad Israele un crescente numero di riconoscimenti e apprezzamenti internazionali, ed oggi lo stato ebraico produce un numero impressionante di successi rispetto alle sue dimensioni geografiche.
Israele ha sviluppato nei confronti delle attività scientifiche e tecnologiche una politica concreta e decisa che ha come obiettivo quello di aumentare le proprie capacità competitive. In rapporto alla ricerca scientifica, Israele incoraggia la nascita e lo sviluppo di centri di eccellenza, con start up collegate, che fanno perno intorno a scienziati di primo piano, sforzandosi al contempo di mantenere un livello qualitativo in un ampio spettro di settori scientifici.
In ambito tecnologico, Israele aspira al raggiungimento di obiettivi elevati, concentrando il proprio sforzo in un numero di aree limitate.
La percentuale di israeliani coinvolta nella ricerca scientifica e tecnologica, e le risorse economiche destinate in Ricerca e Sviluppo (R&S), in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL), sono fra le più alte nel mondo.
Quando fu fondato lo Stato d’Israele nel 1948, l’infrastruttura scientifica e tecnologica del paese era già attiva. In un primo momento, la ricerca si concentrò su progetti strategici di importanza nazionale, sopratutto in ambito agricolo nel tentativo di far fruttare terreni difficili e quasi desertici, e su questa base si svilupparono poi gradualmente le industrie del settore con obiettivi commerciali, di ricerca medica, robotica e cyber-security.
PHOTO: The isolation department at Haifa’s Rambam Medical Center, on Monday, March 9, 2020.Rami Shllush
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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