«Un brillante successo», così il leader supremo della Corea del Nord Kim Jong un ha definito gli sforzi nella lotta alla Covid-19, riferiscono i media di Stato nordcoreani. Kim la settimana scorsa ha presieduto una riunione del Politburo del Comitato centrale del Partito dei lavoratori coreani, sottolineando i risultati raggiunti grazie all’azione contro il nuovo coronavirus. Le misure adottate dal regime, ha spiegato Kim, hanno permesso di tenere lontano il «virus maligno», evitando che si diffondesse in Corea del Nord. Pyongyang continua a dichiarare zero casi di infezione da Covid-19, un’affermazione poco plausibile a detta di molti osservatori. Il leader nordcoreano ha lodato il grande senso di responsabilità dimostrato dal popolo che ha agito unito contro il pericolo rappresentato dalla malattia, seguendo gli ordini del Comitato centrale del Partito, scrive l’agenzia di stampa KCNA. Kim, tuttavia, ha invitato a mantenere ancora la «massima allerta» perché, come ha affermato, rilassarsi e abbassare l’attenzione adesso significherebbe causare una «crisi inimmaginabile e irrisolvibile». Il virus, del resto, ha detto Kim, è ancora presente nei Paesi vicini.
Non è la prima volta che Il leader nordcoreano presiede una sessione del Politburo incentrata sulle misure contro il nuovo coronavirus, un’ulteriore prova che il regime ha preso sul serio la minaccia rappresentata dalla pandemia. A fine gennaio la Corea del Nord ha sigillato i confini. Fin da subito è stato chiuso il poroso confine con la Cina e migliaia di persone sono state messe in isolamento. Ai cittadini sono state imposte rigide regole di comportamento e ancora oggi è obbligatorio indossare la mascherina nei luoghi pubblici. Durante la riunione Kim ha espresso il proprio compiacimento per i lavori in corso al General Hospital di Pyongyang, il cui cantiere è stato aperto proprio negli ultimi mesi. I lavori proseguono «nonostante le difficoltà e le condizioni sfavorevoli», ha affermato ancora Kim. L’attenzione e la priorità riservate alla costruzione del grande ospedale della capitale, anche rispetto ad altri progetti economici non meno importanti, è un altro elemento che proverebbe le preoccupazioni del regime per la sanità. La qualità dei servizi sanitari nordcoreani, come testimoniato da alcuni report, sarebbe estremamente bassa.
Durante la riunione presieduta da Kim Jong un non c’è stato alcun riferimento alle relazioni con la Corea del Sud, secondo quanto riferiscono gli organi della propaganda. Eppure, negli ultimi giorni Kim ha deciso di allentare le tensioni sorte con il sud il cui picco è stato toccato a giugno con l’esplosione dell’ufficio di collegamento inter-coreano di Kaesong. I canali ufficiali hanno esaltato la figura della sorella, Kim Yo-jong, quale artefice dell’inasprimento delle relazioni con Seoul. Kim, apparendo così poco, si era riservato un posto di secondo piano, lasciando che i riflettori si accendessero sulla sorellina. A questo punto, si potrebbe pensare che l’abbia fatto per lasciarsi la possibilità di intervenire e sedare gli animi. Così è successo perché il leader supremo ha lasciato in sospeso (ma non l’ha annullato) il piano che prevede l’impiego di un maggior numero di militari e il ripristino delle esercitazioni militari al confine, che avrebbero fatto molto male alle relazioni con il Sud ma anche al negoziato con gli Usa. La Corea del Nord ha anche deciso di smantellare gli altoparlanti presenti a ridosso del confine che da tempo trasmettono messaggi di propaganda nordcoreana contro il sud.
Tutto questo prova tre cose: la prima è che la Corea del Nord può permettersi solo delle provocazioni se ha a cuore il proprio sviluppo economico, anche se molto serie; la seconda che è ancora intenzionata a migliorare le relazioni con la Corea del Sud; la terza che la strategia del Nord ha funzionato. In che modo è presto detto: Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha appena rinnovato il team che si occupa di sicurezza nazionale e diplomazia con la Corea del Nord, con l’intento apparente di spingere ancora di più sui progetti inter-coreani interrotti. E non era questo, forse, lo scopo del Nord?
Un particolare che spiegherebbe l’improvvisa rabbia per il lancio, vicino al confine tra le due Coree, di palloncini con messaggi contro il Nord da parte dei disertori nordcoreani passati al sud. Una pratica non certo nuova colpevole di aver riacceso le ostilità nelle ultime settimane tra i due Paesi, o meglio usata come pretesto dal Nord. Lo fornisce il diplomatico russo Alexander Matsegora ad Asia Times. Tra i messaggi lanciati con i palloncini anche un dvd pornografico che in copertina aveva un’immagine photoshoppata della moglie di Kim Jong un. La bella first lady nordcoreana ed ex cantante, Ri Sol Ju, era dipinta in modo tale che apparisse avere un debole per l’ex presidente sudcoreano Roh Moo-hyun, la cui politica di impegno con il Nord è stata ereditata da Moon. Non solo, questi messaggi avrebbero preso di mira anche le donne coreane, ridicolizzate perché troppo sensibili al fascino degli uomini giapponesi. Considerato il risentimento dei coreani per l’occupazione nipponica di epoca bellica, si capisce perché i disertori siano un problema da gestire tanto per il nord che per il sud. Il Nord starebbe per zittire anche loro, perché le associazioni di disertori nordcoreani della Corea del Sud ora rischiano di non ricevere più finanziamenti. Un altro punto per Kim Jong un?
Pubblicato su Il Mattino
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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