Il New York Times ha recentemente riportato la notizia di un presunto coinvolgimento della Federazione Russa in Afghanistan, accusando Mosca di aver pagato alcuni militanti talebani per l’uccisione di soldati statunitensi.
1. USA VS. RUSSIA-TALEBANI
Negli ultimi anni i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa sono stati estremamente volatili, specialmente dal punto di vista militare e politico. Nonostante la quiete internazionale su temi riguardanti il Medio Oriente e il Sud-Ovest Asiatico, dovuta alla Covid-19, in quest’ultimo mese le relazioni tra i due Paesi sono tornati nel mirino dei media. Il 26 giugno il New York Times ha pubblicato un articolo che ha messo ulteriormente in difficoltà l’Amministrazione Trump a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Infatti il quotidiano newyorkese ha accusato la Casa Bianca di essere entrata in possesso di un’informazione di intelligence altamente rilevante per la sicurezza nazionale e di averla ignorata: le prove che agenti russi abbiano pagato dei combattenti talebani per assassinare militari USA presenti sul territorio afghano.
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Nel mese di marzo 2020 gli Stati Uniti e i talebani afghani avevano firmato una dichiarazione congiunta per porre fine al conflitto dopo 18 anni. Ciò nonostante le informazioni riportate dal New York Times sottolineano come questo cessate il fuoco non sia stato rispettato, e che in seguito a un raid statunitense alcuni talebani siano stati trovati con un’ingente somma di denaro riconducibile alla Russia. Inoltre non è la prima volta che la Russia viene accusata di favorire le parti talebane in Afghanistan. Sempre nel mese di marzo uno dei comandanti statunitensi nel teatro aveva denunciato Mosca per aver venduto armi ai militanti e in seguito a un’inchiesta The Guardian aveva sottolineato come queste azioni fossero solamente l’ennesimo tentativo russo di guadagnare potere nella regione.
Fig. 1 – Trump parla alle truppe statunitensi
2. IL NEW YORK TIMES ACCUSA L’AMMINISTRAZIONE TRUMP
Ciò che desta particolare attenzione è la mancata risposta statunitense alla notizia. Come ha difatti riportato il New York Times, il Presidente Trump sarebbe venuto a conoscenza dei dettagli su queste presunte taglie già nel mese di marzo e, stando alle fonti riportate dall’inchiesta, l’Amministrazione non avrebbe agito in alcun modo. La notizia, in seguito riportata anche dal Washington Post e confermata da altri media, si è velocemente trasformata in uno scandalo, dato che ha messo in questione le priorità dell’Amministrazione davanti alle vite dei militari americani. Stando a quanto concluso, Trump sembra aver dato più priorità alle relazioni vis-à-vis con Putin. Dopo un iniziale silenzio, il 28 giugno il Presidente ha dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di questi fatti, che non gli è stato mai consegnato alcun briefing sul tema (come aveva invece detto il New York Times) e che questo fosse l’ennesimo complotto nei suoi confronti. Ciò da lui dichiarato è stato considerato dal New York Times in netto contrasto con quanto scritto ufficialmente sul report a loro trapelato, che invece sottolinea come gli ufficiali USA fossero convinti che la Russia pagasse i talebani per uccidere le forze statunitensi, ma che non fossero del tutto sicuri chi avesse autorizzato queste azioni – dunque, se il Cremlino ne fosse consapevole o meno.
Fig. 2 – Militari della coalizione internazionale in Afghanistan
3. UNA GUERRA IBRIDA
Risultano uccisi circa venti militari statunitensi in Afghanistan nel 2019. Nonostante le circostanze della morte di questi soldati rimanga poco chiara, c’è il dubbio che possano essere stati vittime di questo nuovo rapporto tra Russia e talebani, e che ancora una volta, come riporta la BBC, il Presidente Trump non si sarebbe interessato ad approfondire la questione.
Questa notizia è solamente l’ennesimo scandalo che avvolge la Casa Bianca. Infatti l’Amministrazione si è recentemente trovata a dover affrontare innumerevoli sfide, come la Covid-19, le proteste legate a Black Lives Matter, la recente uscita del libro di John Bolton e anche quella di una campagna elettorale sempre più in salita. Infine, è utile sottolineare come il Presidente Trump, nonostante le presunte informazioni che legano la Russia ai talebani, non abbia preso posizione. Trump ha invece recentemente promosso il ritorno della Federazione Russa nel G7, idea in seguito scartata dai Paesi membri, e vantato in un tweet di avere un’ottima relazione di amicizia con Putin. Queste scelte sembrano confermare l’ambiguità nel rapporto tra le due parti, che il New York Times ha definito una guerra ibrida, di pace, diplomazia, potere ed economia.
Immagine di copertina “191128-D-HD608-008” by Chairman of the Joint Chiefs of Staff is licensed under CC BY
Di Giulia Valeria Anderson, pubblicato su Il Caffè Geopolitico
Giulia Anderson
Laureata magistrale in Relazioni Internazionali Comparate presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, specializzando il percorso sui rapporti USA-Medio Oriente – con un focus sulla politica estera statunitense verso l’Iraq e i Curdi.
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