Un vasto incendio è scoppiato al porto di Beirut a distanza di settimane dalla tragedia che ha distrutto buona parte della città causando la morte di quasi 200 persone. Secondo il New York Times, l’incendio si sarebbe verificato in un magazzino di un’azienda privata che importa olio da cucina. Da lì le fiamme avrebbero raggiunto un deposito di pneumatici. Lo riferisce il manager ad interim del porto della capitale del Libano Bassem El-Kaissi, che ha parlato al telefono con i giornalisti ed è intervenuto alla radio. El-Kaissi ha però affermato che è ancora troppo presto per stabilire quali siano state le cause dell’incendio. Le fiamme e le colonne di fumo nero si sono sviluppate nell’area duty-free del porto, ha spiegato l’esercito libanese, in una zona già duramente colpita dall’esplosione del 4 agosto. Il capo della Croce Rossa in Libano, George Kettaneh, ha detto che non ci sarebbero feriti, come riferisce anche l’agenzia Reuters. Tuttavia, molte persone hanno riscontrato difficoltà respiratorie.
«È un disastro… Siamo qui a Beirut a lavorare ogni giorno per aiutare le persone. Ma dov’è il governo?» si domanda Shahid Pasha, 28 anni, volontario della Topos, una delle squadre di soccorso impegnate ad aiutare la popolazione dal mese scorso. Il 4 agosto, infatti, la fortissima esplosione avvenuta al porto di Beirut, la più grave nella storia del Libano, è stata causata da un incendio scoppiato in un hangar dove erano conservate 2,750 tonnellate di nitrato di ammonio, una sostanza usata per per produrre esplosivi molto potenti. Sono 300,000 le persone rimaste senza casa e quasi 6mila i feriti, scrive Bbc.
Fire burns in the port in Beirut, Lebanon, Thursday, Sept. 10. 2020. (AP Photo/Hussein Malla)
Redazione
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