Come era prevedibile, le elezioni programmate in Libia il 24 dicembre per la nomina del presidente e il rinnovo del parlamento sembrano destinate a essere rinviate. Degli ultimi dieci anni di storia tribolata di questo Paese, e del ruolo sempre più sfocato dell’Italia in Libia e nel Mediterraneo, parla il libro Naufragio Mediterraneo di Michela Mercuri e Paolo Quercia. Eccone un estratto.
Da «partner privilegiato» a «ospite indesiderato» a «illustre escluso». Questa appare essere la parabola della presenza italiana in Libia dieci anni dopo la caduta di Gheddafi e un secolo dopo la conquista coloniale. L’intervento militare anglo-francese del 2011, con il sostegno riluttante degli Stati Uniti, ci ha visto condurre una guerra contro i nostri interessi, e probabilmente contro quelli dello stesso popolo libico, contribuendo alla distruzione dell’edificio nazionale che il colonello aveva costruito negli anni precedenti.
Oggi la Libia è un grande campo di battaglia occupato da milizie tribali e jihadiste manipolate da potenze regionali ed extra-regionali. Il vuoto di potere, creato dal crollo del regime, ha risvegliato gli interessi di altre potenze, dall’Egitto alla Russia, alla Turchia, agli attori del Golfo. L’atto finale del disfacimento libico è stata la guerra ingaggiata dal generale della Cirenaica Khalifa Haftar il 4 aprile del 2019 che ha lasciato il Paese nel caos, aumentando enormemente il numero di attori con «boots on the ground» per occupare porzioni di territorio e portare avanti i propri interessi nazionali o privati. Mentre Ankara ha guadagnato posizioni strategiche nell’ovest libico, l’Italia è rimasta a guardare mettendo a rischio anni di difficili sforzi diplomatici.
Nel frattempo proteste popolari stanno mettendo in crisi i già labili equilibri politici del Paese e i difficili tentativi di mediazione intra-libici. Quale sarà il futuro dell’ex Jamahiriya, tra spiragli di pace o nuovi conflitti? L’Italia è destinata a essere estromessa subendo la più grave sconfitta in politica estera dal dopoguerra a oggi? Possiamo ancora rientrare in partita e a che prezzo? E soprattutto, abbiamo i mezzi, le risorse e la volontà politica?
Dal libro
Naufragio Mediterraneo
di Michela Mercuri e Paolo Quercia
Redazione
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