L’Ue e il Marocco hanno siglato a Rabat il 18 ottobre un accordo di «partenariato verde» per la cooperazione sulle energie rinnovabili e clima, ambiente ed economia verde. Il Marocco diventa così il primo Paese partner a siglare un accordo di partenariato con l’Unione nell’ambito del Green Deal europeo. Sulla necessità di un Green Deal allargato Babilon Magazine aveva già dato un’anticipazione nel 2020.
Il protocollo di intesa è stato firmato a Rabat da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea e commissario per il clima e il Green Deal europeo, e dal ministro degli Esteri del Marocco Nasser Bourita. Dovrebbe prendere in esame anche i vari canali per collegare l’Europa e l’Africa, diventando un modello per futuri partenariati nel continente africano, dove il Marocco è già leader sul piano delle politiche ambientali e climatiche.
«Sono molto felice di firmare oggi il primo partenariato verde nell’ambito del Green Deal con il Marocco, un vero leader nell’adattamento climatico, transizione energetica e nella lotta all’inquinamento a livello del continente africano», aveva scritto in un tweet Timmermans, sottolineando che «l’Unione Europea e il Regno del Marocco possono gettare le basi per una prosperità per tutti».
La crisi energetica attorno al gas e il rallentamento dell’economia globale, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, ha costretto l’Ue a un impegno a ritmo serrato su più fronti: fermare la guerra, ma anche tagliare il cordone ombelicale energetico che tiene i 27 Paesi membri legati all’approvvigionamento da Mosca. Il punto d’arrivo all’orizzonte sembra essere tracciato e i negoziati gestiti a livello centrale dalla Commissione europea segnano una svolta positiva perché per la prima volta le trattative su questioni energetiche vengono affrontate con un approccio diplomatico multilaterale. Si tratta di un ulteriore tassello per avanzare verso la nuova strategia energetica europea, e il Marocco è evidentemente un pezzo importante in questo puzzle. Il memorandum sottoscritto punta a costruire una strategia a 360 gradi per offrire reali opportunità di cooperazione politica, economica, tecnica e tecnologica. Vediamo nel dettaglio.
Lotta al cambiamento climatico
Il partenariato dovrebbe consentire alle parti di accelerare gli impegni per la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente e la transizione verso un’economia verde ed equa, in una regione come quella del Mediterraneo in cui la crisi climatica rappresenta una delle più serie minacce e che è segnata da un forte ritardo nell’adozione di moderne politiche di tutela ambientale e risparmio energetico. La mitigazione e l’adattamento sono stati definiti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici come due opzioni di risposta ai cambiamenti climatici. Partenariati come quello tra Marocco e Ue possono accelerare il coordinamento tra le diverse istituzioni, a livello internazionale e locale, per l’attuazione di strategie per il clima.
Industrie a basse emissioni
Il memorandum dovrebbe consentire ai partner di progredire verso economie a basse emissioni di carbonio. Mira a promuovere la transizione verso un’industria decarbonizzata con investimenti in tecnologie verdi, produzione di energia rinnovabile, mobilità sostenibile e produzione pulita nell’industria. Per l’Europa, sostenere la transizione energetica significa aumentare la propria sicurezza e, al contempo, avviare nuove opportunità commerciali per le imprese europee, con ricadute sulle altre filiere produttive come il settore agricolo, industriale e dei servizi. Un processo che favorirebbe l’export delle tecnologie rinnovabili e garantirebbe la stabilità degli scambi energetici tra Nord e Sud. Oltre al peso storico-geografico, l’Italia, leader nell’economia circolare in Europa, avrebbe tutte le chance per rilanciare il Made in Italy.
Cooperazione
Il Memorandum consentirà ai partner di rafforzare la loro cooperazione come leva per uno sviluppo sostenibile reciprocamente vantaggioso, che dovrebbe tradursi in crescita di opportunità economiche e sociali e nel favorire consultazioni politiche che tengano conto degli interessi, delle priorità e delle preoccupazioni delle diverse parti. Il partenariato prevede anche una cooperazione privilegiata con agenzie europee specializzate, nonché la partecipazione del Marocco a programmi comunitari e iniziative europee.
Opinione pubblica e settore privato
Tra gli obiettivi del memorandum la sensibilizzare dell’opinione pubblica in merito alle sfide climatiche e ambientali, con particolare attenzione verso le comunità più vulnerabili. L’intesa prevede il coinvolgimento del settore privato nella gestione delle aree verdi, la mobilitazione di investimenti per la transizione verde dell’economia marocchina e una più stretta collaborazione con le organizzazioni finanziarie e le istituzioni europee. L’accordo stabilisce inoltre la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili, che creano posti di lavoro e che sono rispettosi dell’ambiente.
In pratica, attraverso questo quadro di cooperazione rafforzata i partner potranno esaminare tutte le questioni di interesse comune, condividere conoscenze e buone pratiche, identificare e attuare iniziative di cooperazione reciprocamente vantaggiose. Questo accordo si baserà sulle privilegiate relazioni bilaterali Ue-Marocco e farà parte di un quadro solido che dovrebbe garantire l’istituzione di meccanismi di monitoraggio attraverso riunioni ministeriali, gruppi specifici e forum economici.
Il partenariato fa seguito all’adozione il 20 giugno 2019 della dichiarazione politica congiunta del Consiglio di associazione tra Unione Europea e Marocco che ha dato vita al «Partenariato euro-marocchino per la prosperità condivisa», con l’obiettivo di rafforzare le relazioni politiche tra i due partner a livello economico e commerciale, varare una serie di riforme in ambito climatico, stimolare la cooperazione regionale e supportare la transizione energetica.
Marocco, un caso che fa scuola
Nel suo Rapporto del 2022, Irena (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) ha definito il Marocco uno dei pionieri nel campo delle energie rinnovabili e dell’idrogeno verde, sottolineando come quest’ultimo mercato possa arrivare a fornire fino al 12% del fabbisogno energetico mondiale entro il 2050. Grazie alla sua stabilità politica e sociale e alla fortunata posizione geostrategica, con un’enorme potenziale di energia solare ed eolica a disposizione, il Marocco ha lanciato un vasto programma integrato per invertire il trend e tagliare la sua dipendenza energetica dall’estero, oggi al 90%, scommettendo sulle energie rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Rabat punta infatti al 52% entro il 2030.
Oltre ai piani solare, eolico e idroelettrico da 6.000 MW e al programma per generare bioenergia da rifiuti domestici, il Marocco ha adottato anche un ambizioso progetto per produrre idrogeno verde con le fonti rinnovabili in modo efficiente e poco costoso, stabilendo una strategia con piani decennali da attuare gradualmente e con l’obiettivo di garantire un potenziale sia per l’economia nazionale che per l’export. Al momento il Paese ha il più grande piano di investimenti annunciati sull’idrogeno verde, con una tabella di marcia pubblicata dal governo nel gennaio 2021. Le cifre toccano poco più 8 miliardi, simili all’investimento tedesco e superiore a quello francese e inglese ma che, guardate in rapporto al Pil nazionale, proiettano il Marocco in cima alla classifica globale.
Posizione strategica tra Ue e Africa
Il Marocco sta affrontando la più grande trasformazione dei tempi moderni puntando sulle rinnovabili. La sua posizione geografica , a tre ore di volo da Roma e appena dodici chilometri dall’Europa, la sua rete di partnership internazionali, lo rendono un interlocutore strategico. Per l’Europa è il principale partner commerciale nel continente africano. Non c’è dogana tra il Marocco e l’Ue. Il Marocco è inoltre la prima nazione dell’area mediterranea a beneficiare dello statuto avanzato con l’Ue del 2007, seguita dalla Giordania nel 2010, ed è uno dei Paesi che ha beneficiato maggiormente del supporto finanziario dell’Unione.
Le relazioni tra il Marocco e l’Ue risalgono a oltre cinquant’anni anni fa, e sono disciplinate da svariati accordi e da strumenti di cooperazione multisettoriali. Il Marocco, ad esempio, è il principale beneficiario dello strumento del Vicinato dell’Ue nella regione.
In generale, questo partenariato è il più profondo e completo rispetto a qualsiasi altro Paese africano e, sotto questo punto di vista, è anche uno degli accordi strategici nel piano di investimenti europeo nel Mediterraneo. In vista della prossima Cop27, in programma in Egitto a Sharm el-Sheikh, dal punto di vista multilaterale questo partenariato invia un importante e ambizioso segnale politico a entrambi i continenti.
Abdessamad El Jaouzi
Ricercatore indipendente, esperto in cooperazione economica internazionale
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