Un’eredità non facile quella del democratico Joe Biden, riconosciuto presidente eletto degli Stati Uniti lo scorso 7 novembre, dopo tre giorni dall’election day e un iniziale vantaggio del repubblicano, rivale e presidente uscente, Donald Trump. Eppure, nonostante le difficoltà, le incertezze e le ingerenze, la corsa e la storia di Biden, un «romanzo» che da tempo desta la curiosità dei commentatori, non si ferma qui. Anzi. Il «presidente di tutti» raggiunge l’apice della sua carriera in un momento storico unico per complessità e fragilità.
Dopo il «peggior anno di sempre», così definito da Stephanie Zacharek nell’incipit dell’articolo di apertura del Time che in copertina sbarra il 2020, Biden dovrà non solo affrontare l’incertezza in cui verte l’economia mondiale e gli assetti geopolitici, ma difendere la sua vittoria con le unghie e con i denti. Ne sono testimonianza le recenti accuse di Donald Trump che, fedele al suo stile comunicativo, riempie 45 minuti di grafici e infografiche definendo le elezioni «un disastro, una truffa, una frode colossale». Illazioni e parole che, a colpi di retweet, creano una eco mediatica esponenziale, pesando gravosamente sul futuro di un’America divisa tra l’eredità di un presidente discusso, criticato ma anche amato e punto di riferimento nel mondo di nazionalisti e sovranisti, e il ritorno del vicepresidente della presidenza di Barack Obama.
Quale futuro, dunque, per l’America del 2021? In un momento di rottura così evidente, il futuro sembra essere ancora più incerto, ma pronto a esperire quel «cambio di rotta» che, non solo gli americani, ma molte potenze sullo scacchiere internazionale aspettavano da tempo. La scelta di una vicepresidente donna, Kamala Harris, e di un intero staff di comunicazione composto da donne e «mamme», come precisa Jen Psaki, il nuovo portavoce della Casa Bianca, è solo la punta dell’iceberg di una strategia comunicativa che dovrà fare i conti con questioni molto più delicate: dalle controversie legate alla politica intrapresa in Medio Oriente; al rapporto allentato con l’Europa; a un multilateralismo oramai logorato, il nuovo presidente dovrà certamente dettare una linea coerente ed efficace al fine di rinsaldare quei rapporti cruciali di un’America First che ha deciso di investire su vecchi e nuovi orizzonti.
Tratto dal libro
A proposito di Joe
di Giovanni Castellaneta
Redazione
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