Gli Stati Uniti potrebbero ritirare quasi 5,000 soldati dall’Afghanistan e chiudere 5 basi entro 135 giorni, secondo la bozza di un accordo negoziato con i talebani di cui sono stati diffusi alcuni dettagli. Il ritiro avverrà in quasi 4 mesi a partire da quando l’accordo sarà approvato. Lo ha fatto sapere lunedì 2 settembre il capo negoziatore Usa Zalmay Khalilzad. La bozza di accordo arriva dopo mesi di lunghe trattative e perché possa essere firmato deve avere ancora il via libera dal presidente statunitense Donald Trump, ha aggiunto Khalilzad in un’intervista per la tv Tolo News. In cambio delle promesse americane di un ritiro graduale, i talebani si sono impegnati a non permettere che il territorio afghano sia usato da gruppi terroristici quali al Qaeda o lo Stato Islamico come base per compiere attacchi contro gli Stati Uniti e i loro alleati. Khalilzad ha spiegato che lo scopo dell’accordo è la fine della guerra e che il testo potrebbe finalmente portare a una diminuzione delle violenze nel Paese, ma che manca un impegno formale per un cessate il fuoco. La garanzia di un cessate il fuoco permanente e la disponibilità dei leader talebani a discutere la pace con il governo afghano erano tra le condizioni richieste dagli Usa.
Il ritiro americano avverrebbe quindi per gradi, ma il capo negoziatore Usa non ha detto per quanto tempo ancora le truppe americane resteranno Afghanistan dopo tale ritiro iniziale, anche se i talebani hanno insistito che tutte le truppe straniere dovranno lasciare il Paese. Nel corso delle trattative con gli Usa i talebani avevano più volte espresso la preferenza per una riduzione totale delle truppe Usa. Attualmente, in Afghanistan ci sono quasi 14 mila soldati americani, oltre alle truppe NATO. I talebani avevano più volte specificato che il ritiro doveva essere completo e che il testo dell’accordo avrebbe dovuto includere una timeline. Ad agosto Trump aveva detto a Fox News che avrebbe mantenuto 8,600 soldati in Afghanistan, anche dopo un accordo con i talebani e almeno all’inizio. L’amministrazione Trump ha portato le truppe Usa a 14 mila, mentre quando Obama ha lasciato la Casa Bianca la presenza americana in Afghanistan era di 8,400 unità. Il numero, comunque, non tiene conto dei contractor.
L’inviato Usa Khalilzad, di ritorno dall’ultimo round di negoziati a Doha, è andato a Kabul ed ha presentato il testo dell’accordo al presidente afghano Ashraf Ghani, il quale ha affermato che lo esaminerà con attenzione prima di esprimere il suo punto di vista, così ha riferito il portavoce del presidente. Il governo afghano non ha preso parte ai negoziati a Doha ed è considerato dai talebani un “burattino” manovrato dagli Stati Uniti. Per questo, i leader talebani fino a questo momento hanno rifiutato incontri diretti con il governo afghano. I colloqui intra-afghani sono previsti solo dopo che sarà approvato l’accordo tra Usa e talebani. Le elezioni presidenziali, che dovrebbero tenersi il 28 settembre – elezioni a cui Ghani punta per avere un secondo mandato e che i talebani non vogliono – non sono tra i punti menzionati nell’accordo, ha detto Khalilzad. Inoltre, alcuni consiglieri della Casa Bianca avrebbero proposto segretamente di aumentare la presenza della CIA in Afghanistan, come scrive il New York Times. Ma la CIA non si è pronunciata e la notizia di certo complicherebbe le tratattative con i talebani. Il governo afghano non ha ancora valutato le conseguenze del ritiro Usa. Il ritiro Usa infatti porta con sé il rischio che l’Afghanistan sprofondi nella guerra civile totale e che tornino al potere i talebani. Una condizione che agevolerebbe i gruppi terroristici come il sedicente Stato Islamico.
A suicide attack in Kabul, Afghanistan, killed 16 people and wounded 119. The attack was claimed by the Taliban and was the third attack in three days pic.twitter.com/qRPr4yWpgI
— TRT World (@trtworld) September 3, 2019
Per approfondire: AFGHANISTAN, LA DIFFICILE PACE CON I TALEBANI E LO SCONTRO INTERNO
Photo: Reuters
Redazione
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