Appesantito e visibilmente invecchiato il leader dell’autoproclamato Stato Islamico riappare dopo 5 anni per provare a mettere a tacere i dubbi sulla sua presunta morte. Abu Bakr Al Baghdadi, il sedicente Califfo, compare in un video della durata di 18 minuti diffuso sul canale Telegram Al Furqan, veicolo della propaganda jihadista dello Stato Islamico. I particolari, la lunga barba tinta all’henné e il kalashnikov accanto a lui sono un chiaro richiamo ad Osama bin Laden. L’arma appoggiata alla parete che appare nel filmato al fianco di Al Baghdadi è infatti un mitra simile a quello che compariva accanto a Bin Laden. Al Baghdadi, in cima alla lista dei terroristi più ricercati al mondo, aveva fatto la sua ultima apparizione pubblica nel 2014, quando dalla Grande Moschea di Mosul aveva annunciato la nascita del sedicente Califfato In Siria e in Iraq. Il leader dello Stato Islamico nel filmato parla in arabo e si riferisce ad aventi recenti, dettaglio che lascia pensare che il video sia stato girato non più tardi di metà aprile. Il sedicente Califfo riconosce la fine della battaglia di Baghouz, che ha segnato la sconfitta territoriale dello Stato Islamico sul terreno in Siria e in Iraq, ma lancia un messaggio inquietante: lo Stato Islamico è ancora in grado di colpire e fare proseliti. Abu Bakr Al Baghdadi vuole vendicare i militanti jihadisti uccisi e cita le «92 operazioni» in «8 paesi» lanciate contro i crociati. Tra queste ci sono gli attacchi in Sri Lanka che il giorno di Pasqua hanno causato la morte di 230 persone tra fedeli cristiani e turisti. Il sedicente Califfo chiama a raccolta i seguaci e invita a colpire la Francia in Africa, quindi elogia i combattenti jihadisti che hanno lottato contro i francesi in Mali e in Burkina Faso. «Attaccate la Francia e gli alleati crociati», è l’incitamento all’odio di Al Baghdadi, che appare calmo nascosto nel suo suo rifugio. Il riferimento agli attentati in Sri Lanka, hanno spiegato gli analisti del sito web Site che monitora il terrorismo, è un file audio sovrapposto in un secondo momento alle immagini. Nel filmato Al Baghdadi non è solo, con lui ci sono tre uomini dai volti non riconoscibili che potrebbero essere uomini a lui fidati.
Ma chi è Al Baghdadi?
Per quanto è dato saperne, Abu Bakr Al Baghdadi è nato in Iraq nel 1971 probabilmente a Sumarra. Laureato in studi islamici, si è formato tra Sumarra e Diyala, città al centro della rivolta sunnita contro gli occupanti americani durante la guerra del Golfo. È in questo contesto che Al Baghdadi ha iniziato la sua folgorante carriera nel mondo del Jihad. Ha militato inizialmente in AQI (Al Qaeda in Iraq) sotto la guida di Abu Musab Al Zarqawi. Tra il 2004 e il 2008 è stato rinchiuso nel carcere controllato dagli americani di Camp Bucca, nel sud iracheno. Dopo la morte di Al Zarqawi nel 2006 e dopo quella di Abu Ayyub al-Masri nel 2010, Al Baghdadi viene eletto nuovo leader del gruppo da un Consiglio della Shura nella provincia di Ninive. Nasce ISI (Islamic State in Iraq), gruppo che si discosta progressivamente da Al Qaeda. Poi è la volta di ISIS (Islamic State in Iraq and Syria). Dalla proclamazione della nascita del Califfato a Mosul il 29 giugno del 2014, l’ascesa di Al Baghdadi e dell’esercito ai suoi ordini è inarrestabile. L’organizzazione era riuscita a controllare vastissime aree in Siria e Iraq, si è radicata nella Penisola del Sinai e ha allargato la sua rete di affiliazioni in tutto il mondo.
Redazione
La redazione di Babilon è composta da giovani giornalisti, analisti e ricercatori attenti alle dinamiche mondiali. Il nostro obiettivo è rendere più comprensibile la geopolitica a tutti i tipi di lettori.
Il bivio tra democrazia e dittatura
19 Nov 2024
L’economista Giorgio Arfaras, in libreria dal 1° novembre con il saggio Filosofi e Tiranni, edito da Paesi Edizioni. Il…
Come fare impresa nel Golfo
16 Ott 2024
Come aprire una società in Arabia Saudita? Quali sono le leggi specifiche che regolano il business nel Paese del Golfo…
I fronti aperti di Israele in Medio Oriente
6 Nov 2023
Negli ultimi anni, sotto la guida di Benjamin Netanyahu Israele è stato molto attivo in politica estera e piuttosto…