Amico della terra e dell’ambiente, l’albero di Argan crea economia circolare, è patrimonio culturale immateriale dell’umanità e fonte ancestrale di sviluppo sostenibile. È utilizzato quasi ovunque e in molteplici settori come la medicina tradizionale, l’industria culinaria e la cosmesi. Per tutti questi motivi, l’ONU ha deciso di dedicare una giornata mondiale in suo onore, il 10 maggio di ogni anno.
La scelta di questa data si ispira al ciclo di maturazione del frutto, da cui arriva il famoso olio di Argan, unico nel suo genere e uno dei prodotti locali più simbolici del Marocco.
L’iniziativa è stata lanciata nel febbraio scorso durante un evento organizzato dal Marocco in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo delle Oasi e delle Zone di Argan (ANDZOA), il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (ONU DESA), FAO, UNESCO e l’OMS.
Un importante riconoscimento, che risponde pienamente all’attuazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
L’albero di Argan è tra i più vecchi sulla terra, sembra sia comparso 80 milioni di anni fa nel Marocco meridionale. Nel 1998 l’UNESCO ha dichiarato l’area delle foreste di Argania riserva della biosfera, un’area dove lavorano cooperative di donne dedite alla raccolta dei frutti, assicurando la protezione e la riforestazione delle piante. Per l’ONU, occorre investire di più nella cooperazione internazionale per sostenere e promuovere la conservazione della biosfera di Argan e sviluppare ulteriormente la crescita sostenibile nel settore della produzione.
Nel corso degli anni la filiera dell’Argan ha acquisito una posizione centrale e strategica nello sviluppo economico e sociale tra le comunità rurali e innescando dinamiche di successo. Tanto che nel 2010 il Governo ha creato l’ANDZOA (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo delle aree con oasi e delle piante di Argan), con l’obiettivo di agire a favore di un cambiamento del paradigma in materia di riabilitazione, conservazione e sviluppo della pianta dell’Argan e di valorizzazione dei suoi prodotti. Mentre lo sviluppo di una ricerca scientifica di qualità, forte e strutturata, è guidata dalla condivisione delle conoscenze tra ricercatori nazionali e internazionali.
Cresce il business, l’occupazione e l’export, nascono fiere ed expo. Cresce la produzione agricola e pastorizia locale, mentre il suolo ringrazia le profonde radici dell’albero che dona vita a tutti.
Donne ed economia circolare
Come riconosciuto dalla risoluzione ONU, questo albero permette l’emancipazione femminile nelle zone rurali. Principale motore dell’economia solidale, l’Argan è uno strumento che favorisce la lotta alla povertà e lo sviluppo umano, attraverso il sostegno e la promozione delle cooperative e di altre forme di organizzazione agricola che ruotano intorno alla pianta.
Con una riserva estesa su ben 830.000 ettari, questo “oro verde” costituisce un motore socio-economico fondamentale la regione di Souss, popolata da quasi 3,5 milioni di abitanti e dominata per il 73% dall’economia rurale, che conta 182 comuni rurali su un totale di 250.
La filiera produttiva attorno a questo albero passa infatti attraverso le cooperative di donne che lavorano all’interno della biosfera protetta dall’UNESCO. La produzione totale annua di olio di Argan (di tutte le varietà) è di 4.000 tonnellate, di cui circa il 75% viene esportato.
L’Unione Europea è tra i sostenitori dell’ “Union des Cooperatives des Femmes de l’Arganeraie (UCFA)”, co-sponsorizzato dall’Agenzia per lo Sviluppo Sociale (SDA), la più grande unione di cooperative per Argan in Marocco. Il Governo marocchino promuove una serie di attività di formazione, sostegno finanziario e infrastrutturale per garantire alle donne una maggiore organizzazione e condizioni di vita migliori. Il programma si concentra sul miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne nelle zone rurali sulla gestione e l’utilizzo sostenibile delle foreste di Argan.
Amico dell’ambiente
Oltre ai vantaggi economici indotti da maggiori investimenti in prodotti di Argan, gli sforzi per proteggere e, se possibile, aumentare il numero di alberi aiuterebbero anche l’ambiente. Il cambiamento climatico è uno dei fattori principali della perdita di biodiversità e del degrado degli ecosistemi. Lo spinoso albero sempreverde contribuisce in modo determinante alla salvaguardia del sistema ecologico della sua regione, soprattutto rispetto al pericolo della desertificazione e grazie alle sue potenti radici, che aiutano a salvaguardare il suolo e prevenirne l’erosione. L’albero cresce grazie a una combinazione unica data dal tipo di suolo, dalla forte esposizione solare dal clima oceanico. Non a caso tutti i tentativi di impiantare gli alberi di Argani in altre parti del mondo non hanno avuto successo. Sebbene il numero stia diminuendo, gli alberi di Argan possono vivere fino a 250 anni, sopravvivendo al caldo e alla siccità, in terreni poveri e rocciosi.
Servono più di 27 chili di frutto per produrre un litro di olio e la lavorazione è interamente artigianale non solo per conservarne il colore, l’odore e il gusto dell’olio ma anche per mantenere un processo sostenibile e solidale. Per ottenere l’olio di Argan, i frutti vengono raccolti, essiccati al sole, quindi spappolati mediante pigiatura a mano. Le mandorle estratte vengono poi tostate a fuoco lento in piatti di terracotta e poi macinate per ottenere la pasta, impastata con acqua tiepida, ed infine pressata per estrarre il prezioso olio che verrà lasciato riposare e poi travasato per eliminare il residuo scuro e ottenere un olio limpido di colore giallo-arancio.
Turismo sostenibile e tecnologie digitali
Sono gli altri settori che hanno visto un notevole sviluppo e occupazione grazie all’”albero della vita”, come viene chiamato in Marocco. L’Argan viaggia veloce su internet grazie al marketing e alla commercializzazione, attraverso numerose piattaforme digitali e alle start-up. Mentre il turismo naturalistico ha visto una forte dinamicità con la nascita di cooperative tutte al femminile impegnate nelle visite guidate per i turisti alla scoperta della regione e del vasto universo dell’Argan.
Le cooperative e le altre forme di organizzazione agrico-alimentari, attive nel settore dell’Argan, creano prospettive di occupazione a livello locale e contribuiscono notevolmente a migliorare la sicurezza alimentare e a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma come in gran parte del mondo, anche qui sperano in un ritorno alla normalità dopo la devastazione economica provocata dalla pandemia del Covid-19.
Genesi, geografia e curiosità
È un albero spinoso ed endemico del Marocco, dall’aspetto apparentemente antiestetico, che cresce quasi esclusivamente nella pianura del Souss, nell’arido Sud-ovest del paese in un’area compresa tra l’Atlante e l’Anti-Atlante. Ricchissimo di principi nutritivi e sostanze importanti per l’organismo e per la pelle, prende il nome dall’antica lingua berbera “argân”, ma a volte è anche chiamato l’olivo del Marocco per la somiglianza del frutto. Alcuni lo chiamano anche l’albero della capra per via delle dozzine di capre che si arrampicano sui suoi rami, alti anche 8-9 metri. L’albero è quasi sconosciuto fuori dal paese, ma in tutto il mondo è famoso per il suo sottoprodotto, l“olio di Argan”. I fiori sono piccoli e i frutti sono di colore verde che una volta maturati diventano arancioni. Le capre mangiano la loro parte e lasciano a terra le mandorle che vengono raccolte dalle cooperative per produrre l’olio di Argan e gli altri prodotti di consumo.
L’Argan è utilizzato da secoli dalle donne in cucina e nella cura del corpo per le sue numerose proprietà. Contiene infatti l’80% di acidi grassi insaturi, una grande quantità di acidi grassi essenziali e un alto contenuto di vitamina E. Il suo effetto antietà sulla pelle e la sua capacità di ammorbidirla lo rendono un ingrediente molto popolare nei prodotti cosmetici. Protegge anche dalle infezioni della pelle ed è consigliato in molti altri usi.
Oltre all’olio, dalle mandorle di Argan si realizza anche un dolce, di impasto marrone, chiamato “Amlou” in lingua berbera, che viene servito come crema per la colazione.
“Lonely Argan Tree” by Riccardo Maria Mantero is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
Abdessamad El Jaouzi
Ricercatore indipendente, esperto in cooperazione economica internazionale
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