Dopo il via libera in Brasile a una normativa più soft che permette maggiore facilità di acquisto e di possesso di armi, vediamo come funziona nel resto della regione latina.
1. ARMI, COSA SUCCEDE IN BRASILE
Bolsonaro lo aveva promesso in campagna elettorale: cambia la normativa su acquisto e possesso di armi da fuoco per la protezione personale. Da oggi diviene più facile accedere al mercato delle armi legali e comprarne una non sarà più un privilegio per pochi. Il Brasile registra un numero di morti ammazzati per armi da fuoco illegali davvero elevato, mentre nessun Governo è riuscito a eliminare la piaga delle rapine o furti a mano armata nelle città. Di qui l’idea di Bolsonaro di ammorbidire le leggi che regolano il possesso di armi legali a favore di privati cittadini impauriti. Stati Uniti, Brasile, Messico, Colombia, Venezuela e Guatemala, in questo preciso ordine, detengono il triste record di oltre il 50% di morti ammazzati a livello mondiale per armi da fuoco. Prendendo anche il resto dell’America Latina, tocchiamo cifre monstre del 70%. Gli Stati Uniti posseggono il 48% delle armi del mondo e hanno sperimentato il 31% delle sparatorie a livello globale. Dagli Stati Uniti fino al Sud America esiste un florido e collaudato mercato nero di armi automatiche che utilizza Paesi carrier come Belize e Guatemala per introdurrle nei mercati core tipo Messico e Brasile.
Fig. 1 – Il proprietario di una pistola, ottenuta grazie alla nuova legge, non nasconde la sua “fede” per Bolsonaro
2. LE ARMI NEGLI ALTRI PAESI LATINI
A Porto Rico la legge permette di possedere due armi da fuoco e di indossarle entrambe, «purchè lo si faccia in modo non ostentato», dice la Nueva Ley de Armas en Puerto Rico del año 2000.
In Messico l’articolo 10 della Costituzione permette ai cittadini di avere armi per legittima difesa personale: occorre un permesso, del costo di 111 dollari, che non viene concesso sempre e gli ostacoli burocratici sono tanti. Detenere armi illegalmente porta al carcere fino a 30 anni. Esiste solo una armeria autorizzata in Messico, quella dell’esercito messicano a Ciudad de Mexico.
In Colombia non esiste possibilità per i privati di possedere armi. In Argentina una legge del 2004 multa fino a 300 dollari chi detiene un’arma senza autorizzazione. Inoltre chi volontariamente conferisce la propria arma alle Autorità riceve un compenso economico pari al valore della stessa arma. In Nicaragua la legge 510 del 2004 permette il possesso di armi a scopo di difesa personale, consentendo calibri tra 22 e 45 millimetri, con una età minima di 21 anni per poterle acquisire.
A El Salvador, a causa della costante presenza di delinquenza e della crescita di omicidi a scopo di rapina, il Governo ha promulgato nel 1999 il decreto 655 con cui legalizza il porto d’armi ai privati cittadini.
Diverso il discorso in Bolivia, laddove la legge 400 permette e regolamenta il porto e la commercializzazione di armi, che vanno acquisite solo in caso di persistente e legittima preoccupazione sulla propria incolumità.
A Panama la legge numero 57 disciplina il porto di armi, l’acquisto di munizioni e le limitazioni nell’utilizzo. Occorre possedere uno specifico libretto, essere cittadini incensurati e sostenere una visita psichiatrica prima della richiesta, con possibilità di verifica semestrale. Viene anche chiesta una visita tossicologica iniziale e una ogni sei mesi. In Ecuador, con il decreto esecutivo 169 si è regolarizzato il porto di armi da fuoco nel Paese: se ne permette l’utilizzo, ma nella realtà è talmente difficile rispettare tutti i requisiti che non esiste un vero mercato di armi legali. In Cile, dove gli acquisti di armi sono aumentati del 12% in un anno, la legge 28.813 norma la vendita e porto di armi da fuoco, liberamente acquistabili da persone private e giuridiche per difesa personale, sicurezza e caccia.
Fig. 2 – La Rio De Janeiro International Defense Exibition
3. ARMI E LIBERTÀ, UN ANNOSO DIBATTITO
L’opportunità in America Latina di promulgare (o meno) leggi più permissive per i cittadini onesti sul possesso di armi è fortemente dibattuta. Negli Stati Uniti, ad esempio, esiste una rottura tra il Nord, meno avvezzo alle armi, e il Sud, con Stati come Florida e Texas che contano oltre 3 armi pro-capite. Gli USA hanno anche il record di armerie aperte al pubblico, oltre 51mila, alle quali si aggiungono le fiere, dove spesso non occorre alcun permesso per acquisire qualsiasi cosa sia una arma. In Messico, su 140 milioni di abitanti, esiste solo una armeria gestita dall’esercito, come in generale nella regione latina. In America Latina si tende alla sobrietà, con limitazioni particolari al possesso e acquisto di armi. In generale possiamo dire che risulta molto difficile quasi ovunque comparle e che i costi sono addirittura tre volte quelli che si affronterebbero negli USA.
In America Latina la quasi totalità delle morti per arma da fuoco avvengono per colpa di armi illegali, soprattutto in scontri tra bande che usano armi impossibili da tracciare, importate dagli USA tramite contrabbando (al ritmo di 253mila ogni anno) e utilizzate a solo scopo criminale – il Messico è un passaggio critico in tal senso. Il solo modo di eliminare una quota realmente persistente di morti in tale regione è interrompere il contrabbando dagli USA, ma fintanto che nel Paese nordamericano non sarà necessario alcun documento per acquisire un’arma su internet o tra privati, il florido mercato continuerà a persistere indenne.
Ivan Memmolo
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