Dopo l’assalto al Congresso, stanno circolando diverse domande su alcuni aspetti e su cosa potrà accadere da domani. Abbiamo provato a rispondere ad alcune.
1. Trump può essere messo sotto impeachment di nuovo?
Sì. Non ci sono limiti previsti al numero di volte in cui un Presidente può essere messo in stato d’accusa. Alcuni parlamentari democratici, guidati dalla deputata Ilhan Omar, sembra stiano stilando l’elenco di punti d’accusa. Per rimuovere il Presidente ci vuole un voto a maggioranza assoluta della Camera e un voto dei due terzi del Senato (questo è improbabile che avvenga). Le tempistiche sono piuttosto strette, visto che Trump lascerà la Casa Bianca il 20 gennaio in ogni caso. Per fare un paragone, il procedimento d’impeachment di ormai un anno fa è durato oltre un mese e mezzo ed è stato anche abbastanza rapido.
Fig. 1 – Trump durante il discorso tenuto in seguito alla sua assoluzione nella procedura d’impeachment
2. Cosa significa invocare il 25° emendamento?
Il 25° emendamento alla Costituzione regola la successione Presidenziale in caso di impedimento temporaneo o permanente del Presidente a esercitare la sua carica. Se ne era parlato già quando Trump ebbe la Covid-19, nel caso le sue condizioni si fossero aggravate. La quarta sezione dell’emendamento prevede che la maggioranza dei membri del gabinetto firmi una lettera in cui si dichiara che il Presidente non sia in grado di esercitare la sua carica e la invii con l’approvazione del Vicepresidente alla Speaker della Camera e al Presidente pro-tempore del Senato. Il Vicepresidente diventerebbe Facente funzione di Presidente. Il Congresso avrebbe 21 giorni per certificare l’inabilità del Presidente con voto a maggioranza di due terzi in entrambi i rami. Se non lo facesse alla scadenza del periodo, il Presidente tornerebbe in carica.
In queste ore si è ventilata anche questa ipotesi per rimuovere Trump prima del 20 gennaio. È altamente improbabile che si verifichi, ma a questo punto non impossibile.
Fig. 2 – Trump dopo il rientro dall’ospedale dove era stato ricoverato dopo aver contratto la Covid-19
Leggi anche: TRUMP E IL LUNGO INVERNO AMERICANO
3. Cosa significa attivare la Guardia Nazionale?
La Guardia Nazionale è una forza riservista dell’Esercito e dell’Aeronautica degli Stati Uniti. Attivarla significa semplicemente mettere le unità necessarie a disposizione di chi ne fa richiesta, ossia i Governi statali o quello federale. Può essere impiegata in patria per compiti che vanno da quelli di protezione civile all’ordine pubblico fino alla contro-insurrezione. All’estero svolge le stesse attività delle Forze Armate ordinarie. Washington D.C. ha una propria Guardia Nazionale di circa 2.600 unità tra Esercito e Aeronautica. Durante l’assalto al Congresso, l’ordine di attivazione è arrivato dal Vicepresidente Pence e non da Trump, cosa irrituale. Le unità della capitale sono state rinforzate da alcune provenienti dalla Virginia e altre in arrivo dallo Stato di New York.
Fig. 3 – La Guardia Nazionale del Massachusetts
4. Come hanno fatto gli assalitori a entrare fino nelle aule del Senato e della Camera?
Questa è la domanda che occuperà molto spazio nei commenti oggi e nei prossimi giorni. La protezione esterna del Congresso si è rivelata pericolosamente inadeguata per mezzi e consistenza, soprattutto dato che era noto che ci sarebbero state decine di migliaia di sostenitori di Trump a protestare quel giorno. E sui social media le intenzioni bellicose erano state chiare. Sicuramente se la Polizia del Campidoglio, un reparto addetto alla sicurezza del Congresso e che risponde a questo, avesse usato la forza da subito, il numero dei morti sarebbe stato molto più alto (al momento sono quattro). C’è chi, però, dice che quando fu il caso delle proteste del movimento Black Lives Matter lo schieramento era stato imponente, vistoso e ben armato. Non è ancora chiaro se gli assalitori siano penetrati fino alle aule del Senato e della Camera e all’ufficio di Nancy Pelosi per impreparazione o parziale o totale malafede di alcuni componenti della Polizia del Campidoglio. Sta di fatto che la strategia successiva è stata quella di mettere prima di tutto in sicurezza i parlamentari, poi intervenire per “ripulire” l’edificio con squadre speciali dell’FBI.
Fig. 4 – Alcuni agenti puntano le pistole contro i dimostranti che stanno per entrare nell’aula della Camera
5. Cosa succederà ora e quali saranno gli impatti sulla democrazia statunitense?
Per prima cosa, Joe Biden e Kamala Harris giureranno come Presidente e Vicepresidente il 20 gennaio prossimo. Nonostante l’assalto e l’ostruzionismo di diversi parlamentari repubblicani, il Congresso ha formalizzato la loro elezione, come era normale che fosse. Entrambi si troveranno a dover guidare un Paese fortemente diviso, dove gran parte dell’elettorato repubblicano è stato convinto, o si è convinto, che le elezioni presidenziali siano state truccate. L’assalto al Congresso è l’ultima fase, per ora, di una catena di eventi che ha visto il Presidente Trump scardinare il sistema istituzionale e democratico degli Stati Uniti. Questo, certo, è vecchio e si regge su regole e convenzioni di secoli fa, ma è sopravvissuto senza modifiche sostanziali fino a noi perché finora ha potuto contare sulla buona fede dei contendenti. Forse, ora che diverse crepe sono state messe in luce, si potranno avviare delle riforme per evitare scenari come quelli di questi ultimi anni e mesi, ma è difficile proprio per la staticità di molte parti del sistema statunitense. Inoltre, a livello internazionale il prestigio degli Stati Uniti come guida del “mondo libero” è compromesso e ci vorrà tempo per recuperarlo, se mai ci riusciranno.
Di Emiliano Battisti. Pubblicato su Il Caffè Geopolitico
Emiliano Battisti
Nato a Roma nel 1986, laurea triennale in Scienze Politiche e specialistica in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli. Stagista presso l’Ambasciata italiana a Washington e presso quella statunitense a Roma. Master in Istituzioni e Politiche Spaziali, esperto di Nord America. Segretario Generale de Il Caffè Geopolitico
La crisi della democrazia negli Stati Uniti
14 Lug 2024
Che America è quella che andrà al voto il 5 novembre 2024 per eleggere il suo presidente? Chi vincerà lo scontro tra…
Il mondo al voto. Il futuro tra democrazie e dittature
18 Gen 2024
Il 2024 è il grande anno delle elezioni politiche nel mondo. Dopo Taiwan la Russia, l’India, il Regno Unito, l’Unione…
Chi è stato Henry Kissinger
1 Dic 2023
Con la scomparsa di Henry Kissinger se ne va forse l'ultimo frutto della Germania di Weimar, arrivato negli Stati Uniti…
La geopolitica del cibo
14 Set 2023
Dall’8 settembre esce in tutte le librerie “Il grande banchetto. La geopolitica del cibo, il futuro…