Bolsonaro è indagato dal Supremo Tribunale Federale brasiliano per una presunta interferenza nell’operato della Polizia Federale. Il rischio è che il Brasile sia trascinato verso una crisi politica dagli esiti incerti.
1. IL GOVERNO BOLSONARO TRA DUE CRISI
In Brasile il Governo guidato da Jair Messias Bolsonaro celebra i suoi primi 500 giorni di mandato nel bel mezzo di due crisi. Da un lato quella sanitaria scaturita dalla pandemia di covid-19, che ha provocato nel Paese verde-oro più di ventimila decessi, le dimissioni di due Ministri della Salute in poco più di un mese e il via libera sull’uso di clorochina e idrossiclorochina anche nel trattamento di pazienti con sintomi lievi. Dall’altro lato una crisi politica avviata il 24 aprile con le dimissioni del Ministro della Giustizia e Sicurezza Pubblica Sergio Moro, che accusa Bolsonaro di una presunta interferenza politica nella Polizia Federale brasiliana, la stessa che attualmente sta indagando i tre figli del Presidente della Repubblica.
Fig. 1 – Attivisti protestano contro il Presidente Bolsonaro davanti la sede del Congresso Nazionale a Brasilia
2. UNA CRISI POLITICA APPENA COMINCIATA
Il Supremo Tribunale Federale (STF), organo al vertice del potere giudiziario e garante della Costituzione del Brasile, ha autorizzato l’avvio di un’inchiesta per appurare la veridicità delle accuse in capo al Presidente Bolsonaro. La presunta pressione da questi compiuta per la sostituzione di cariche nella Polizia Federale sembra, secondo l’accusa, avvenuta per l’interesse personale del Presidente e parrebbe legata alla volontà di seguire da vicino le indagini condotte dalla stessa, incluse quelle riguardanti persone a lui legate, come i suoi tre figli.
Nonostante durante il Governo Bolsonaro il numero di report di intelligence redatti dalla Polizia Federale e inviati all’Agenzia Brasiliana di Intelligence (ABIN), organo subordinato alla Presidenza della Repubblica, sia aumentato del 65% rispetto al precedente Governo di Michel Temer (2016-2018), il Presidente Bolsonaro non sembra essere soddisfatto dell’operato della Polizia Federale.
In una riunione ministeriale del 22 aprile, prova cardine nell’inchiesta contro Bolsonaro, resa pubblica dal Supremo Tribunale Federale (STF), il Capo del Governo sostiene come sia “una vergogna” il fatto di non essere informato, come non sia plausibile “essere sorpreso con le notizie”, e che, se necessario, certamente “interferirebbe” in tutti i Ministeri, senza alcuna eccezione.
Il Presidente Bolsonaro nega le accuse a lui rivolte e sostiene come non ci sia stata alcuna interferenza politica nella Polizia Federale, se non una legittima pressione nel richiedere passi avanti nelle indagini riguardanti l’atto di aggressione che ha sofferto durante la campagna elettorale per la Presidenza nel 2018.
Fig. 2 – Bolsonaro con i suoi sostenitori, riuniti davanti la sede ufficiale della Presidenza della Repubblica a Brasilia
3. IL FUTURO POLITICO DI BOLSONARO
Mentre il Brasile aspetta di conoscere le sorti del Presidente, sembra più che mai evidente come il Paese si stia trascinando verso un’irrevocabile crisi politica che forse potrebbe culminare con la fine del mandato di Bolsonaro. Nella capitale Brasilia, presso la Camera dei Deputati del Congresso Nazionale, sono già state presentate 35 richieste di impeachment contro di lui. L’ultima, consegnata da sette partiti all’opposizione, indica Bolsonaro colpevole di favoreggiamento di manifestazioni antidemocratiche, interferenza illecita nella Polizia Federale e di condotta contraria alla salute pubblica.
Se il futuro politico di Bolsonaro è incerto, è indubitabile come sia necessario per l’interesse del Paese, in primo luogo, un graduale abbassamento dei toni da parte del Presidente, soprattutto verso le opposizioni. Nel contempo risulta indispensabile, per garantire la continuità del mandato fino al 2022, che Bolsonaro ricerchi una maggiore intesa con l’ala militare del proprio Governo, che non vede di buon occhio l’attuale contraddittorietà del Capo di Stato e che richiede una sempre maggiore partecipazione. Come se non bastasse appare imprescindibile un progressivo avvicinamento alle forze moderate, che possono rappresentare una vera e propria ancora di salvezza per la tenuta dell’esecutivo. In conclusione, il Presidente della Repubblica non potrà non dimenticarsi dell’importanza dell’appoggio popolare, sempre più in calo, che l’ha conclamato alla guida del Paese verde-oro, ma che può rappresentare, nel contempo, il co-artefice della fine della sua carriera politica.
Brazil’s President Jair Bolsonaro (Photo: IANS)
Di Nicole Bruttomesso, Pubblicato su Il Caffè Geopolitico
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