Con gli oltre 6,600 casi di infezione registrati e 42 morti, la Corea del Sud risulta il Paese più colpito dal nuovo coronavirus, superato soltanto dalla Cina. Quasi un milione e mezzo di sudcoreani ha firmato una petizione online per mettere sotto impeachment il presidente Moon Jae in del Democratic Party. Il clamore generato dalla diffusione del virus e le critiche da parte della popolazione per la gestione della crisi sanitaria potrebbero mettere seriamente nei guai il presidente. Moon il 15 aprile dovrà affrontare un appuntamento elettorale che si prospetta difficile. Sulle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, il parlamento sudcoreano, potrebbe pesare l’effetto del Covid-19, portando i conservatori e l’opposizione a prendere il controllo dell’organo legislativo, limitando così le capacità di azione del presidente.
Moon, ormai già oltre la metà del mandato presidenziale della durata di 5 anni, sembra sempre meno popolare. Anche i giovani che avevano creduto in lui nella primavera del 2017 gli avrebbero voltato le spalle. Improbabile che il presidente sia messo davvero sotto impeachment. Moon, tuttavia, è alle prese con una vera crisi politica, da cui dovrà in qualche modo tirarsi fuori per essere rieletto nel 2022. I sudcoreani ricordano ancora troppo bene la sorte della presidente Park Geun-hye, messa sotto impeachment e condannata a 25 anni di carcere per corruzione e abuso di potere. Nella quarta settimana di febbraio la precentuale di consenso di Moon è scesa al 42%, solo sette giorni prima era al 45%, secondo un sondaggio di Gallup Korea.
In particolare, i sudcoreani accusano Moon Jae in di aver preferito preservare i rapporti diplomatici con la Cina e con il potente presidente Xi Jinping alla difesa della salute pubblica. Un’accusa pesante motivata dal fatto che il presidente ha bloccato gli arrivi in Corea del Sud solo dalla provincia dello Hubei, epicentro della crisi sanitaria, e non da tutta la Cina. Il 26 febbraio la Korean Medical Association, la maggiore associazione di medici sudcoreani, ha avvertito la Casa Blu di bandire gli arrivi da tutta la Cina ma il presidente non ha seguito questo consiglio. Questa mancanza, secondo chi lo critica, avrebbe permesso al virus di diffondersi più facilmente in Corea del Sud. Non solo, nel dimostrare la sua solidarietà alla Repubblica Popolare, Moon ha deciso di inviare 3 milioni di mascherine in Cina, quando anche in Corea del Sud non bastavano. C’è stata anche una telefonata tra Moon e il presidente Xi, atteso nella prima metà del 2020 a Seoul. Durante il colloquio telefonico Moon e Xi hanno confermato la visita del presidente cinese in Corea del Sud.
La Repubblica Popolare è la prima destinataria delle merci sudcoreane e l’economia nazionale è ancora molto dipendente dalle esportazioni. Inoltre, Moon è interessato a proteggere i rapporti diplomatici con Pechino, vista la vicinanza tra Cina e Corea del Nord. Quest’urgenza è ancora più comprensibile alla luce dei contrasti con il Giappone, contrasti che traggono origine dal durissimo periodo dell’occupazione nipponica della penisola coreana, dal 1910 al 1945. Il 6 marzo il Consiglio di sicurezza nazionale della Corea del Sud ha affermato che “il governo giapponese ha compiuto passi irragionevoli senza prima consultarsi con il governo sudcoreano”. “Una mossa assolutamente incomprensibile”, secondo Seoul, l’annuncio con cui Tokyo ha disposto per le persone in arrivo da Corea del Sud e Cina un periodo di quarantena di due settimane da trascorrere in strutture appropriate. Sebbene l’alleanza militare con gli Usa non sia discutibile, sono complicati anche i rapporti tra Corea del Sud e Stati Uniti per via delle polemiche dovute alle spese per la difesa di Seoul sostenute da Washington, un costo che Trump ritiene troppo alto.
Moon è anche alle prese con un ulteriore rallentamento dell’economia. Secondo Standard & Poor’s il tasso di crescita dovrebbe scendere fino al 1.6% nel 2020. Nonostante i molt sforzi del presidente, l’economia del Paese non è in buone acque, anche a causa degli effetti dalla guerra commerciale tra Usa e Cina. Il costo delle case nella capitale non è sceso e gli scandali per corruzione hanno investito il governo. Nonostante tutto, ci sono ancora molti sudcoreani che appoggiano il presidente, che ha stanziato altri fondi, l’equivalente di 9,9 miliardi di dollari, per le forniture di mascherine ed equipaggiamento medico. Ma quello che tanti sudcoreani non riuscirebbero proprio a mandare giù è il party a base di chapaguri che Moon ha dato il 20 febbraio per festeggiare il regista e il cast del film Parasite alla Casa Blu, quando nel Paese si registrava la prima morte da Covid-19.
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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