Dall’arma biologica che gli Stati Uniti avrebbero creato per rimettere in riga la Cina dopo la guerra dei dazi, al fatto che il contagio fosse stato predetto da Nostradamus. Agenzie, tv, e giornali vicini al Cremlino alimentano teorie della cospirazione anti Washington e Londra
Il coronavirus è un’arma biologica creata negli Stati Uniti per rimettere in riga la Cina dopo la guerra dei dazi. È l’ipotesi avanzata dal turbofilosofo marxsovranista Diego Fusaro su La7 a Coffe break. «È un virus particolarmente intelligente e scaltro visto che emerge proprio nel momento di massima criticità del rapporto tra Stati Uniti e Cina: sta mettendo in ginocchio la Cina. Se non fosse un virus, sarebbe da pensare che abbia un’intelligenza strategica filo-atlantista». E Poi: «il virus esiste eccome. Mi ha stupito molto che sia stato trattato come qualcosa di naturale, alla stregua di un terremoto, trascurando il retroscena politico: ormai siamo nel tempo delle guerre batteriologiche e delle armi chimiche. Da filosofo io sollevo dei dubbi». Ma sono gli stessi dubbi che stanno appunto rimbalzando da vari media russi.
Komsomolskaya Pravda, ad esempio. L’ex-organo ufficiale dei giovani comunisti è divenuto dopo la dissoluzione dell’Urss un foglio indipendente che però mantiene gran parte della vecchia linea politica, in particolare di ostilità agli Usa. Non è un quotidiano marginale, ma il più venduto della Russia, e già nel gennaio del 2015 aveva scritto ad esempio che dietro alla strage di Charlie Hebdo ci potevano stare gli Stati Uniti . Il 28 gennaio ha appunto titolato non solo che «La Cina potrebbe essere colpita con armi genetiche», ma anche: «circolano voci secondo cui il misterioso coronavirus sarebbe una ‘bomba razziale’ che colpisce solo i Mongolidi».
In realtà l’articolo è molto meno incendiario del titolo. Si tratta di una intervista a Elena Larina, analista capo presso un Istituto di sistemi e analisi strategica. La sua ipotesi è duplice: «nel peggiore dei casi il primo uso congiunto di armi biologiche e informative, e nel meno brutale lo scatenarsi di una guerra di informazione contro la Cina attraverso l’uso cinico di eventi tragici». Alla Fusaro, osserva che «in modo strano, l’inizio dell’epidemia ha coinciso con la parte finale dei negoziati tra Cina e Stati Uniti su un accordo commerciale». Aggiunge però che c’era anche «una discussione sui cambiamenti di persone al vertice nelle principali province e regioni della Cina». «È molto doloroso per Pechino avere un focolaio di coronavirus. Wuhan è il più grande centro logistico della Cina, dove convergono i servizi aerei, ferroviari, fluviali e di camion del paese. Gli studiosi cinesi confrontano il suo significato con il ruolo dei trasporti di Mosca in Russia».
Va detto che subito dopo l’analista mette in guardia da «volgari teorie della cospirazione» che «dietro a ogni problema nel mondo vedono gli anglosassoni, i Rothschild, i Rockefeller e altre forze oscure». Poiché però «il mondo moderno è molto complesso» i «beneficiari…molto probabilmente non sono gli organizzatori di aggressioni biotecnologiche». Insomma, Elena Larina spiega che il coronavirus fa comodo a Trump; che in Cina c’è una acuta lotta politica interna con Xi Jinping che ha mandato all’ergastolo tre membri del Politburo e l’ex capo dello stato maggiore; che «ogni nuova minaccia virale porta a un forte calo delle azioni di alcune società e ad un rapido aumento delle quote e dei profitti delle giganti società farmaceutiche». Ma «quasi con una probabilità del 100% si può sostenere» che l’ordine di utilizzare armi biologiche «non sia stato dato da nessuno tra i maggiori leader di qualsiasi Paese del mondo, compresi gli Stati Uniti». Bontà sua, Elena Larina ritiene che il mondo di oggi sia «troppo trasparente» per poter correre un rischio di immagine del genere: «per un tale leader, il suo governo e il partito».
Aggiunge però che «il nostro pianeta è diventato molto più pericoloso con l’avvento delle armi informatiche, informatiche e biotecnologiche», che «a differenza del nucleare… sono quasi impossibili da limitare e controllare». Sul «mercato aperto» le può comprare chiunque. «Non solo terroristi», ma anche soggetti che agiscano «sia per assicurare i loro interessi, compresi quelli commerciali, sia per provare a compiacere chi sta al potere». L’analista insiste che «è difficile stabilire con certezza al 100% chi ha commesso l’attacco». Ma secondo lei attacco è stato. E a questo punto è l‘intervistatore a ricordare che alla tv cinese hanno mostrato l’analisi di uno scienziato secondo cui «la Sars è stata sviluppata dalla Cia appositamente per uccidere i cinesi e non infettare i giapponesi». E il titolo è stato fatto su questo.
Meno dubbi ha Svobodnaya Pressa: un portale, che ad esempio quando morì Zbigniew Brzezinski gli attribuì aforismi anti-russi apocrifi. Secondo un suo titolo pure del 28 gennaio, «Coronavirus: trovato un brevetto che fornisce la traccia britannica nel 2019-nCoV Gli inglesi hanno lo zampino in una nuova polmonite pericolosa» ). In realtà è un “pastone” di cronaca, che a un certo punto ricorda però come la stampa occidentale «ha già iniziato a scrivere del nuovo coronavirus 2019-nCoV, come un’arma biologica che presumibilmente è scoppiata a causa di una fuga da un laboratorio segreto a Wuhan». Insomma, denuncia il cospirazionismo occidentale, cercando di dimostrare che i realtà il laboratorio di Wuhan era perfettamente sicuro.
«Perché, quindi, gli anglosassoni puntano un dito contro i cinesi?», si chiede. La risposta è in una espressione russa che in italiano potremmo rendere come “coda di paglia”. «Il fatto è che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il 23 giugno 2015 ha rilasciato agli scienziati del Pirbright Institute (precedentemente Animal Health Institute, Inghilterra) il brevetto n. 10.130.701 per l’invenzione di ‘coronavirus attenuato vivo contenente un gene variante della replicasi codificante polipoteine contenenti una mutazione in una o più proteine non strutturali (nsp) -10, nsp-14, nsp-15 o nsp-16’. Quindi, i biologi molecolari hanno visto dettagli strutturali simili al 2019-nCoV sull’immagine del microscopio elettronico dell’’invenzione inglese’». «Pertanto, una mutazione speciale nei laboratori clandestini potrebbe teoricamente portare alla nascita di un nuovo tipo di polmonite. L’accesso a questo virus di origine non era solo cinese, ma anche britannico e americano. Quindi, quei sostenitori della teoria della cospirazione che scrivono sui forum che «2019-nCoV è un’arma biologica sviluppata dagli inglesi, anche se perseguono obiettivi scientifici, non sono così lontani dalla verità».
«Poiché la Cina sta rapidamente diventando un centro di ricerca globale, alcuni scienziati e politici temono che ciò possa accelerare l’atrofia della scienza genetica in Occidente e portare a un quasi monopolio in cui i clienti per le principali ricerche sulle malattie e i test antidroga stanno diventando eccessivamente dipendenti da un paese». «Una perdita da un laboratorio cinese è impossibile, ma il coronavirus 2019-nCoV, che provoca un nuovo tipo di polmonite, ha iniziato la sua marcia sul pianeta proprio dalla città di Wuhan, dove studi su un patogeno che potrebbe mutare (naturalmente o sperimentalmente) nel presente armi biologiche. È logico supporre che la ‘perdita’, che in realtà non lo era, è vantaggiosa, prima di tutto, per i concorrenti di fronte ai giganti farmaceutici degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Non sorprende, quindi, che la campagna sui media occidentali abbia la natura di una campagna di pubbliche relazioni al fine di gonfiare uno scandalo internazionale». In realtà poi l’articolo conclude che probabilmente il virus non è stato creato da nessuno scienziato -né inglese, né cinese, né altro. Sostiene invece l’ipotesi dei pipistrelli mangiati da serpenti poi mangiati dai cinesi: uno scenario che in effetti viene da scienziati cinesi, ma che ha suscitato accuse di “razzismo” verso vari media occidentali che lo hanno riportato.
L’ipotesi che lo zampino sia piuttosto degli Stati Uniti è stata fatta invece il 27 gennaio del 2020 da Ren Tv: una emittente che ha oltre 120 milioni di spettatori. In effetti il titolo del servizio è aperto: «Mutazione, laboratorio clandestino o provocazione: da dove proviene il coronavirus». Anch’esso ricorda che «i serpenti e persino i pipistrelli sono indicati come portatori in Cina – entrambi sono mangiati dai residenti locali». Ma poi c’è una intervista a un esperto militare di nome Igor Nikulin, «ex membro della Commissione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche e chimiche», secondo cui «a giudicare dal fatto che ciò è accaduto in Cina, sembra che sia contro la Cina. Sembra tutto un sabotaggio. Prima di tutto, questa è la città di Wuhan – è il centro del paese, un importante snodo dei trasporti, e ora anche il capodanno cinese: centinaia di milioni di cinesi viaggeranno in tutto il paese verso parenti, conoscenti e così via». Si ricorda che sono gli Stati Uniti uno dei Paesi «studia più da vicino gli agenti delle malattie mortali», e che le biotecnologie sono «a doppio uso: possono essere usate per curare, possono essere usate per uccidere». Di conseguenza questa epidemia «può essere utile per le società americane che stanno sviluppando questo tipo di nuove malattie solo a scopo di lucro. O forse per gli stessi americani, perché l’America è l’unico paese che ha 400 laboratori biologici militari in tutto il mondo, non solo in Russia, ma anche in giro per la Cina, in Malesia, in Indonesia, nelle Filippine – l’esercito americano lavora ovunque».
Il titolo stesso spiega che «La tecnologia americana e le epidemie di virus sono solo un business. Alexander Dudchak» in un servizio del 27 gennaio di News Front: un sito e agenzia che opera dalla Crimea, per sostenerne l’annessione. In effetti si parla di un intervento video di un economista e politologo che si concentra soprattutto nel definire la Rivoluzione di Maidan «un colpo di Stato armato». Ma non si lascia sfuggire l’occasione per tracciare «un parallelo con altri focolai di infezioni che si infiammano periodicamente in tutto il mondo, mentre i laboratori statunitensi si trovano in diverse parti del mondo. Di conseguenza, la tecnologia americana e le epidemie di virus sono solo un business e nessuno si preoccupa della gente comune».
Pure del 27 gennaio è un servizio di Tsargrad TV: una emittente molto legata alla chiesa ortodossa che ambisce a essere una sorta di Fox News russa, e che fu lanciata proprio grazie alla consulenza del produttore di Fox News Jack Hanick. «100 miliardi di dollari per l’epidemia: il Dr. Myasnikov ha suggerito chi beneficia del panico attorno al coronavirus» , è il titolo. In realtà poi l’intervista al medico Alexander Myasnikov rassicura che non è necessario preoccuparsi troppo. «Circa $ 100 miliardi sono stati spesi per ‘frenare l’epidemia’ del virus SARS-Co nei primi anni 2000. Sebbene oltre 18 anni, ne siano morte solo circa 700 persone. Circa la stessa quantità di morti per influenza ordinaria». Il concetto è che l’allarmismo viene sparso a piene mani per perché ne traggono vantaggio «le grandi aziende farmaceutiche».
Il 25 gennaio era stato però Kanal 5 di San Pietroburgo a spiegare che «il virus ha una origine artificiale» e che sarebbe «un’arma biologica». Lo stesso giorno in cui il leader dell’estrema destra russa Vladimir Zhirinovsky dice che il coronavirus è né più né meno che una «provocazione americana», con dichiarazioni rilanciate dall’agenzia di Stato Ria Novsti. Ma forse l’informazione definitiva è quella di Ukraina.RU: un sito creato da Ria Novosti appunto per far conoscere il punto di vista ufficiale russo sull’Ucraina. Molto semplicemente, il titolo di un servizio del 24 gennaio ci informa: «Nobile signora in una città di mare. Il coronavirus cinese è stato predetto da Nostradamus». Insomma, si sapeva già tutto da cinque secoli…
PHOTO: Kirill Zykov / Moskva News Agency
Maurizio Stefanini
Romano, classe 1961, maturità classica, laurea in Scienze Politiche alla Luiss, giornalista dal 1988. Specialista in America Latina, Terzo Mondo, movimenti politici comparati, approfondimenti storici.
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