Insieme a Cina e Italia, l’Iran è il luogo del mondo dove il nuovo e spaventoso Coronavirus ha avuto l’impatto maggiore. E peggiore. Non solo per numero di contagi e morti, ma anche per diffusione e capacità di resilienza da parte delle strutture sanitarie iraniane. Così come delle istituzioni e della catena di comando. Lo ha dimostrato plasticamente l’alto numero di importanti uomini di Stato che hanno contratto la malattia, tra cui la vice presidente Masoumeh Ebtekar, che da giovane era stata la portavoce del gruppo terroristico che nel 1979 aveva preso in ostaggio i funzionari dell’ambasciata americana a Teheran.
Così pure il viceministro della Salute, Iraj Harirchi, che il 24 febbraio sudava in diretta televisiva mentre tentava di rassicurare i cittadini che l’epidemia era sotto controllo. Il giorno dopo ha annunciato di avere contratto anche lui la malattia.
Ma è stato il presidente Hassan Rouhani ad aver steccato più di tutti, quando ha frettolosamente sostenuto che l’epidemia altro non è se non «uno dei complotti orditi dal nemico». Tanto basta a comprendere lo spirito e l’atteggiamento con cui l’apparato dello Stato ha gestito la crisi sanitaria non appena si è manifestata.
Robert D. Kaplan, attento osservatore delle relazioni internazionali, autore di numerosi bestseller e direttore dell’Eurasia Group, descrive con le parole che seguono (tratte dal Wall Street Journal) quanto la crisi del Coronavirus sia la più evidente pietra di paragone del declino del regime degli Ayatollah e dell’apatia del popolo iraniano, stanco e sfiduciato nei confronti dei suoi governanti. «L’Iran è stato lasciato indietro dal progresso globale degli ultimi decenni, malgrado alcune condizioni favorevoli che ne avrebbero dovuto incoraggiare il successo. Il Paese occupa una posizione strategica in Eurasia e ha una popolazione istruita di 85 milioni di abitanti. Forse la più grande tragedia culturale, economica e geopolitica della nostra epoca è la quasi assenza della nazione iraniana in un mondo adatto alle sue caratteristiche.
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People wear masks after deaths from and new cases of the coronavirus are confirmed in Tehran, Iran on 21 February 2020 [Fatemeh Bahrami / Anadolu Agency]
Robert D. Kaplan
Direttore generale dell'Eurasia Group, per 30 anni ha scritto di affari esteri per The Atlantic. Membro del Pentagon's Defense Policy Board e dello U.S. Navy’s Executive Panel. Esperto di geopolitica, autore di saggi e membro del Center for New American Security.
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