Si è svolta il 19 dicembre a Roma presso la Camera dei Deputati la conferenza sul tema Dagli Accordi di Helsinki all’attuale scenario internazionale: un nuovo approccio federativo ai diritti umani, organizzata dalla Federazione Italiana Diritti Umani (FIDU) – Comitato Italiano Helsinki. Il riferimento agli Accordi di Helsinki è stato scelto perché l’Italia dal primo gennaio 2018 ha la presidenza annuale della OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), che nacque proprio in seguito a quegli Accordi che nel 1975 segnarono una storica svolta nei rapporti Est-Ovest, impegnando gli Stati che vi aderirono al rispetto effettivo dei diritti umani come condizione essenziale per il miglioramento delle relazioni internazionali.
La presidenza di questa Organizzazione, in un particolare momento di crisi europea e mondiale, è una grande sfida per l’Italia che ha tutta la capacità per rispondervi. L’auspicio della FIDU ETS (Ente del Terzo Settore, secondo la nuova legislazione in materia), la cui storia iniziò più di trent’anni fa proprio nell’ambito del “movimento Helsinki” internazionale, è che l’attenzione ai diritti umani sia una delle priorità della presidenza italiana, anche stabilendo una più efficace collaborazione fra istituzioni nazionali e sovranazionali e associazioni della società civile.
La FIDU, come ha ricordato il suo presidente Antonio Stango aprendo i lavori, si propone infatti di promuovere la tutela dei diritti umani come sanciti – oltre che dall’Atto Finale della Conferenza di Helsinki – dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, dalla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali del 1950, dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea del 2007 e dagli altri rilevanti documenti internazionali.
La FIDU intende quindi operare per diffondere la conoscenza dei diritti umani, monitorarne e denunciarne le violazioni, creare maggiore sensibilità nell’opinione pubblica, esercitare influenza sugli Stati affinché essi si attengano agli impegni sottoscritti in materia.
All’Italia la presidenza OSCE nel 2018
L’impegno dell’Italia come presidente dell’OSCE è particolarmente delicato date le molteplici crisi in atto, all’interno e ai confini dell’Europa. Si pensi ad esempio all’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, all’involuzione antidemocratica della Turchia e di altri Paesi, oltre che alla guerra siriana, alle minacce iraniane, alla questione migratoria e alla diffusa conflittualità nella vasta area di Medio Oriente e Nord Africa.
L’Italia, poi, continuerà a svolgere un ruolo chiave nell’Organizzazione anche nel 2019, quando a presiederla sarà la Slovacchia, come parte della cosiddetta “Troika”, costituita dalle presidenze dell’anno precedente, dell’anno in corso e del successivo; assicurerà inoltre la presidenza del “Gruppo Mediterraneo” dell’OSCE.
Alla conferenza del 19 dicembre hanno partecipato l’Ambasciatore ONU Sergio Piazzi, segretario generale dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, Andrea Mazziotti, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, Elisabetta Zamparutti. membro del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa e tesoriera di “Nessuno tocchi Caino”, il ministro plenipotenziario Fabrizio Petri (presidente del CIDU – Comitato Interministeriale per i Diritti Umani), gli avvocati Fiorinda Mirabile e Vincenzo Vitulli, rispettivamente coordinatrice dei Comitati locali e tesoriere della FIDU, la segretaria generale dell’associazione Sabrina Gasparrini ed Eleonora Mongelli, vicepresidente e responsabile per la FIDU della campagna “Save Ahmad”.
La campagna “Save Ahmad”
Come ha ricordato Eleonora Mongelli, la campagna internazionale per chiedere che sia salva la vita del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, in stato di detenzione nel suo Paese dall’aprile del 2016 e condannato a morte senza un equo processo con l’accusa di spionaggio, ha raccolto migliaia di adesioni, comprese quelle di decine di Premi Nobel, di qualificate ONG e di numerosi parlamentari fra i quali, per l’Italia, la senatrice a vita Elena Cattaneo e Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato. In un documento manoscritto nel carcere di Evin e fatto fuoriuscire clandestinamente, il ricercatore ha denunciato il tentativo dei servizi iraniani di convincerlo a usare la propria posizione di scienziato, specializzato in medicina dei disastri e collaboratore di Università in Italia, Belgio e Svezia, per raccogliere informazioni sui siti nucleari europei.
Alcune delle altre campagne in corso da parte della FIDU (delle quali informa il sito www.fidu.it), per le quali i suoi soci ritengono fondamentale l’approccio federativo inteso alla massima collaborazione e al partenariato con altre associazioni che ne condividano obiettivi e metodi, riguardano l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, la lotta contro la schiavitù tuttora presente in Mauritania e in altri Paesi, la difesa degli albini vittima di terribili violenze in una vasta regione dell’Africa, la tutela dei difensori dei diritti umani in Paesi a regime autoritario o dittatoriale, oltre a un progetto permanente di educazione e formazione.
di Domenico Letizia
Redazione
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