Dopo diversi tentennamenti i democratici, in maggioranza alla Camera, hanno messo in stato d’accusa Donald Trump. La Camera degli Stati Uniti ha infatti avviato la procedura di impeachment contro il Capo della Casa Bianca approvando in via ufficiale i due capi di accusa presentati contro il Presidente: abuso di potere e ostruzione ai lavori del Congresso. Della possibilità che Trump fosse messo sotto impeachment se ne discuteva da tempo, sin dalle elezioni di metà mandato del 2018, ma telefonata tra il Presidente USA e quello ucraino Zelensky ha fatto da casus belli.
I democratici sono consapevoli che il Senato, a maggioranza repubblicana, voterà con ogni probabilità a favore del Presidente, ma con l’accusa di ostruzione al congresso la Camera ha voluto dimostrare l’importanza del controllo del potere legislativo sull’operato di Trump.
L’impedimento da parte della Casa Bianca a testimoniare imposto a diverse figure chiave dell’Amministrazione ha fornito il casus belli per questa accusa. I democratici vorrebbero inoltre un processo breve al Senato per evitare che l’impeachment vada ad accavallarsi con la campagna elettorale e con le votazioni per le primarie. Trump, invece, avrebbe voluto che il procedimento si svolgesse in molto più tempo, così da poter sfruttare a proprio vantaggio l’impeachment e passare per vittima. A meno di sconvolgimenti clamorosi, Il Senato assolverà Trump e il Presidente non sarà rimosso dall’incarico. Perché il Senato voti contro Trump almeno 20 senatori repubblicani dovrebbero votare con i democratici in modo tale da raggiungere la maggioranza di 2/3 necessaria alla rimozione.
Attualmente, il gradimento di Trump tra gli elettori che si dichiarano repubblicani è pari al 90%, una percentuale che rappresenta un forte incentivo per senatori repubblicani a non votargli contro. Nonostante tutto questo, Trump sembra aver preso malissimo la storia dell’impeachment. Lo testinonia la furiosa lettera, lunga 6 pagine, con cui il Presidente si rivolge alla Speaker della Camera Pelosi. Anche se Trump non verrà rimosso dall’incarico, la messa in stato d’accusa rappresenta ugualmente una macchia indelebile nella sua carriera da presidente. I libri di storia americana lo ricorderanno sempre come uno dei pochi Presidenti, sono 3, messi in stato d’accusa. Per Trump, è come una ferita. Intanto, l’opinione pubblica appare spaccata quasi a metà tra favorevoli e contrari all’impeachment.
Redazione
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