Nel contrasto al terrorismo internazionale il ruolo delle forze speciali sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. Le forze speciali che rispondono agli eserciti più solidi per storia e tradizione e meglio attrezzati per armamenti e risorse economiche a disposizione, sono mobili, abituate a operare in ambienti complessi e difficili, hanno spiccate doti multiruolo e possono essere gestite nei nuovi ambienti tattici della guerra attuale e futura. Altamente selezionate, agiscono in maniera quasi invisibile e sono programmate per operazioni brevi ma in profondità, raggiungendo spesso risultati di rilievo strategico. Il loro habitat naturale è lo scontro “ibrido”, come è accaduto in Ucraina nel 2015, in cui le forze regolari si sono mescolate con quelle irregolari o “di popolo”. In particolare, nei contesti di controguerriglia e nelle azioni OPFOR (Opposing Force) i corpi speciali compiono una vera e propria azione politica divenendo protagonisti di una guerra psicologica con l’utilizzo di tutto il ventaglio militare e tattico disponibile per penetrare e controllare a fondo il territorio nemico. E poi, andarsene senza essere visti, così come sono entrati.
Il “soldato diplomatico”, di cui si è a lungo parlato anni fa, cede oggi il posto al “soldato politico”, al gruppo militare che opera anche su tutti quei livelli di azione che, tradizionalmente, non facevano parte dello scontro militare tradizionale per come fu delineato nel 1832 da Carl von Clausewitz (generale prussiano, famoso per avere scritto il trattato di strategia militare Della guerra, ndr). Nel complesso, si tratta di corpi capaci di operare secondo i criteri del network-centric warfare, della guerra “a rete” e in rete, per il tempo necessario e con la massima rilevanza sia tattica che strategica. Sarà questa la guerra del futuro: pochi gruppi perfettamente addestrati e pienamente operativi in ambienti complessi, dove il terreno dello scontro è dato dalla sintesi di più livelli di contrasto: la guerriglia, la propaganda, le eventuali contro-azioni dei “partigiani” locali, l’organizzazione politica e informativa degli avversari, la rete nevralgica della logistica, dell’energia e delle comunicazioni del nemico.
In un vecchio volume di Curzio Malaparte, Tecnica del colpo di Stato, l’autore riferisce che i bolscevichi, poco prima di prendere il potere a San Pietroburgo e a Mosca, svolgevano degli “addestramenti invisibili”: ovvero conoscevano e manomettevano le reti elettriche dei ministeri e dei centri di comando zaristi, sapevano come si metteva fuori uso un gazometro, oppure come si interrompevano le corse dei tram. Malaparte aggiunge che, dopo le prime operazioni rivoluzionarie dei bolscevichi, le città sembravano intatte e la gente continuava ad andare al cinema o al bar. La domanda che però è necessario porsi oggi è se questo modus operandi sia sufficiente per rispondere con efficacia alle nuove sfide che si pongono per il mantenimento della sicurezza globale. Fenomeni come quello dei foreign fighters e dei “lupi solitari” agli ordini del Califfato di Abu Bakr Al Baghdadi, così come le nuove ramificazioni di formazioni post-qaediste in Nigeria, nel Sahel e nell’Africa subsahariana, sono minacce che richiedono una sviluppata capacità di prevenzione dei rischi e un aggiornamento a 360 gradi non solo nella fase dell’addestramento ma anche sul piano strategico e operativo. La Libia, in quest’ottica, presto potrebbe essere un banco di prova per quei Paesi pronti a intervenire per arginare l’avanzata dello Stato Islamico. Italia compresa.
La suddivisione
In Italia, le forze speciali delle Forze Armate sono: il 9° reggimento Col Moschin, il 4° reggimento Alpini Paracadutisti, il 185° reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi, il 28° reggimento Comunicazioni Operative “Pavia” e il Reparto Elicotteri per Operazioni Speciali dell’Aves, l’aviazione dell’esercito. Si tratta più precisamente del 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”, il REOS.
Gli altri reparti o reggimenti catalogati come “forze speciali” sono il GOI (Gruppo Operativo Incursori) della Marina Militare, il 17° Stormo Incursori dell’Aviazione Militare, il GIS (Gruppo Intervento Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, il NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza), organizzato all’interno della Polizia di Stato, i Fucilieri di Marina (la Brigata Marina San Marco) e i Lagunari. Si tratta di corpi capaci di operare secondo i criteri del network-centric warfare, della guerra “a rete” e “in rete”, per il tempo necessario e con la massima rilevanza sia tattica che strategica.
Col Moschin
La sezione addestrativa del Col Moschin (Paracadutisti Incursori) si chiama RAFOS (Reparto Addestramento Forze Operazioni Speciali) ed è ospitata nella Caserma Vannucci di Livorno. Si compone di due compagnie, la 101° e la 102° Allievi, formate da un comando e da alcuni plotoni allievi. La compagnia 101° è dedicata ai soli incursori, la 102° si occupa invece della propaganda, della selezione e del tirocinio di OBOS (Operatore Basico Operazioni Speciali) comune al 9°, al 4°, al 185° reggimento e al REOS. La sezione operativa del Col Moschin, il 1° battaglione, è composta da quattro compagnie – la 110°, la 120°, la 130° e la 140° – che si addestrano nel Parco Regionale di San Rossore, già tenuta presidenziale, tra le foci del Serchio e quelle dell’Arno.
La sezione logistica e amministrativa del 9° battaglione è composta dalla compagnia comando, da quella telecomunicazioni, dalla logistica, l’amministrazione e dall’ufficio OAI (Operazioni Addestramento Informazioni). Per la storia, il 9° Col Moschin venne smobilitato nel 1946, per poi essere ricostituito presso la scuola di fanteria a Cesano, nel 1953, come “reparto sabotatori paracadutisti”. Nel 1957 fu assegnato alla Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa e nel 1961 divenne “Reparto sabotatori paracadutisti”. È rimasto interno alla Brigata “Folgore” per poi divenire, nel 1975, 9° battaglione d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, inquadrato nel 9° Reggimento paracadutisti d’assalto “Folgore”.
Alpini Paracadutisti
Il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti è di stanza a Montorio Veronese, mentre fino al 2010 aveva sede a Bolzano. Esso è, insieme alle altre forze speciali italiane, dipendente dal COMFOSE (Comando Forze Speciali dell’Esercito) che ha sede presso la Caserma Gamerra, sempre a Pisa, nelle vicinanze della Scuola Militare di Paracadutismo. I suoi componenti sono tutti qualificati come ranger, sono inoltre esperti di ricognizione a lungo raggio, hanno una notevolissima esperienza per le attività stealth (“nascoste”) nell’acquisizione di obiettivi e per le azioni dirette in profondità.
Il primo plotone Alpini Paracadutisti nasce nel 1952 in seno alla Brigata “Tridentina”, ma nel 1964 i vari plotoni dipendenti allora dalle varie brigate vengono riuniti per costituire una “Compagnia Alpini Paracadutisti” con sede a Bolzano e alle dipendenze del IV Corpo d’Armata Alpino. Dopo varie rielaborazioni, che però non inficiano la sua dottrina d’impiego, nel 2004 il Battaglione Alpini Paracadutisti Ranger “Monte Cervino” diviene autonomo e operativo a partire dalla Caserma “Duca” di Montorio Veronese.
Ricognizione Acquisizione Obiettivi
Il 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi (RRAO) fa parte della Brigata Paracadutisti “Folgore” e ha sede a Livorno. Deriva dal Reggimento Artiglieria Paracadutisti che, nel 2000, ha trasformato parte delle sue finalità ed è stato rinominato 185°. Nel 2013, segno ulteriore di un rapido adattamento addestrativo e normativo delle nostre Forze Armate in quegli anni, viene costituito un 185° Artiglieria dentro la Brigata “Folgore”, con sede a Bracciano, mentre il 185° di Livorno diviene ufficialmente 185° RRAO. La struttura di quest’ultimo è la seguente: una Compagnia Comando e Supporto Logistico, una di Supporto Operativo, 3° Battaglione Acquisitori, 7° Compagnia Acquisitori, 8° e 9° Compagnia, infine una Compagnia Corsi.
L’attività del 185° RRAO è quella della “ricognizione speciale”, con la raccolta di informazioni e il controllo operativo-informativo del campo di battaglia, la capacità di controllo delle operazioni alleate o avversarie, infine l’esfiltrazione e infiltrazione in territorio avversario rimanendo in azione per 5-8 giorni senza rifornimenti e, naturalmente, sottraendosi alla cattura. Si tratta, in sostanza, di attività di interdizione e di contro-interdizione di area, come peraltro accade in gran parte degli altri corpi speciali.
Comunicazioni Operative “Pavia”
Il 28° Reggimento Comunicazioni Operative “Pavia” è di stanza nelle caserme “Cialdini” e “Del Monte” a Pesaro. È l’unico corpo italiano dedicato alla guerra psicologica. Ha iniziato la sua storia recente come battaglione addestrativo della “Folgore”, mentre la specializzazione nelle psyops è stata avviata nel 2002. Il suo Comando è articolato in Ufficio Maggiorità e Personale, Ufficio Operazioni Addestramento Informazioni e Studi, Ufficio C4 e Comunicazioni sui Media. “C4” significa, nella lunga serie di acronimi NATO, Command Control Communications and Computers.
L’Ufficio Pianificazione e Sviluppo Comunicazioni Operative è strutturato in una sezione pianificazione e programmazione, in una sezione analisi dei gruppi obiettivo, nella sezione concezione e sviluppo dei prodotti mediatici, in una di test e verifica dei risultati e della corrispondenza degli effetti, con l’organizzazione di focus group, interviste, etc.
Il 1° battaglione Comunicazioni Operative ha il suo Comando e la Compagnia Stampa e Internet, la Compagnia Radio-Tv, con stazioni autonome di trasmissione, e una Compagnia Disseminazione, che usa altoparlanti, contatti umani, siti internet dedicati. È un ottimo reggimento per la guerra psicologica, aggiornatissimo e capace di autonoma ed efficace attività nei vari quadranti dove è stato impiegato.
Reparto Elicotteri per Operazioni Speciali AVES
Il Reparto Elicotteri per Operazioni Speciali AVES, il REOS “Aldebaran”, viene costituito a Viterbo nel novembre del 2002 quale Gruppo Squadroni in seno all’allora 1° Reggimento di Cavalleria dell’Aria “Antares”, con il fine di supportare l’azione delle forze speciali e per operazioni speciali del nostro esercito. Due gli squadroni di volo: uno di ETT (Embedded Training Team) su AB412, un elicottero leggero multiruolo adatto al volo tattico notturno con l’impiego di NVG (Night Vision Goggles) e strumentale, e uno di ETM (Electronic Transimission) con elicotteri CH-47C.
È un reparto addestrato per elisbarchi, trasporti tattici, aviolanci, infiltrazioni in territorio ostile, missioni di ricerca e recupero, evacuazione tattica e medica, il tutto in condizioni estreme. È in fase avanzata la costituzione di un terzo squadrone di volo. La struttura del REOS è questa: un Comando Reggimento, un Ufficio Operazioni Addestramento Informazioni e Computer, un Settore Maggiorità e Personale, un Ufficio Logistico, una Sezione Sicurezza Volo, una Sezione Pubblicazioni Tecniche e Sistema Gestione Qualità Manutentiva, il Comando 26° gruppo squadroni “Giove”, il 261° squadrone ETM1, due sezioni su CH47C, il 262° squadrone ES5C-ETT, la sezione HH412A, la sezione UH90A. Vi è poi lo squadrone mantenimento velivoli con un comando, il mantenimento UH90A e lo squadrone mantenimento HH412A, oltre a uno squadrone comando e supporto logistico.
Gruppo Operativo Incursori
Il Gruppo Operativo Incursori (GOI) “Teseo Tesei” della Marina Militare è una delle due strutture del COMSUBIN, Comando Subacquei e Incursori, e ha finalità operative squisitamente strategiche. L’altra è il Gruppo Operativo Subacquei (GOS). Ha sede al Varignano, sulla costa di La Spezia. Esso deve compiere: attacchi alle unità navali e mercantili in porto o alla fonda, attacchi alle installazioni costiere e portuali e alle infrastrutture militari e civili entro 40 km dalla costa, azioni di controterrorismo navale per la liberazione di ostaggi su navi o installazioni, infiltrazioni e permanenza in territorio ostile per attività di tipo informativo e di supporto al fuoco navale. Il GOI è l’unità di attacco e la vera unità antiterrorismo, il GOS si occupa di bonifica dalle mine e del soccorso ai sommergibili e sottomarini. La struttura è così composta: il Gruppo Navale Speciale, che ha alle sue dipendenze la nave di appoggio Anteo dotata anche di un minisommergibile di appoggio, e di due motoscafi appoggio subacquei Marino e Pedretti; il Gruppo Scuole (ovvero Gruppo Formativo-Addestrativo), che dirige la Scuola Incursori e la Scuola Subacquei. Le due scuole addestrano anche i NOCS, i GIS, il 9° Col Moschin, il 17° stormo Incursori dell’Aviazione e i Lagunari. Nel Gruppo Logistico si trovano il Reparto Amministrativo e quello Logistico. Nel Centro Studi operano la sezione armi ed esplosivi, quella per i materiali e i mezzi di incursione, la sezione di Fisiopatologia Subacquea, quella per la sperimentazione materiali subacquei.
17° Stormo Incursori dell’Aviazione Militare
Il 17° Stormo Incursori dell’Aviazione Militare è inquadrato nella 1° Brigata Aerea Operazioni Speciali e fa parte del COFS, Comando Interforze Operazioni Speciali, costituito nel 2004 e con sede presso l’Aeroporto di Roma-Centocelle. È da analizzare quindi il nesso tra il COFS e il COMFOSE pisano, il che pone problemi di comunicazione, di differenze tattiche e strategiche, di più banali tensioni personali. Il 17° Stormo ha comunque sede presso l’aeroporto di Furbara. Sono specializzati nelle funzioni Combat Controller e Combat SAR. La prima caratteristica riguarda la capacità, da parte dei team del 17° Stormo, di inserirsi, non intercettati, in aree ostili o di combattimento per stabilirvi zone adatte all’assalto o piste per atterraggio e decollo di aviogetti.
Nel mentre il Combat Controller controlla il traffico aereo, sostiene i tiri dell’artiglieria, compie azioni dirette e di antiterrorismo, il Combat SAR è una azione militare volta alla Ricerca e Salvataggio, (SAR, Search and Rescue). Il gruppo operativo del 17° è composto da quasi 100 incursori, poi vi è un gruppo addestramento, un nucleo di servizio e supporto, una compagnia di protezione delle forze, il servizio amministrativo. Inoltre, abbiamo un Ufficio Operazioni, un Ufficio Comando e l’infermeria di reparto.
GIS (Gruppo Intervento Speciale)
Il GIS dei Carabinieri nasce nel 1978 per impulso diretto del presidente Francesco Cossiga. Erano gli anni del terrorismo e, più esattamente, della guerriglia urbana semipermanente. Cossiga andò in giro per i Paesi NATO e studiò i reparti speciali dell’epoca, giungendo alla costituzione del GIS dell’Arma. I carabinieri di questo reparto sono tratti dal Tuscania, la brigata dei carabinieri paracadutisti, sono di stanza a Livorno e dipendono, per l’impiego, da un comando diverso da COMFOSE e COFS, quello generale dell’Arma inquadrato nella 2° Brigata Mobile. Dal 2004 fa parte dell’insieme delle forze speciali italiane. È il COFS a richiedere al Comando dell’Arma la disponibilità del GIS per operazioni congiunte.
Il GIS dispone di una sezione comando, di una amministrativa, di una sezione addestramento ed esercitazione; mentre i circa 120 effettivi sono suddivisi in una sezione esplorazione, ricognizione ed acquisizione obiettivi, in una di combattimento e in una sezione di tiratori scelti. La sezione combattimento è ulteriormente suddivisa in tre distaccamenti costituiti da squadre di quattro uomini: un comandante, uno specialista in esplosivi, uno specialista in arrampicata e un tecnico degli equipaggiamenti. Una vocazione per l’antiterrorismo interno che si è allargata alle azioni contro-terrorismo all’estero.
NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza)
Il NOCS è l’unità speciale antiterrorismo della Polizia di Stato. Nato nel 1978, e sempre per la meritoria opera del presidente Francesco Cossiga, dipende dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Il NOCS è costituito da una Segreteria di Sicurezza, da una Sezione di Ausilio Operativo, che si occupa dell’infermeria come del supporto informativo e da una sezione operativa, composta dalle Squadre Operative per le Azioni Speciali, che si occupa di vero e proprio antiterrorismo, e da una Squadra Operativa di Sicurezza alla quale è demandato il servizio di protezione di personalità di particolare rilievo. Inoltre, abbiamo anche nei NOCS un Nucleo Addestramento, costituito dagli stessi operativi, che cura la selezione, l’addestramento e l’aggiornamento dei membri del Nucleo.
Fucilieri della Marina
I Fucilieri di Marina, più esattamente la “Brigata Marina San Marco”, sono stati costituiti nel 2013 riorganizzando le Forze da Sbarco della Marina Militare. Operano per l’antipirateria e per l’interdizione marittima, oltre che per la difesa delle installazioni nazionali. Il quartier generale è a Brindisi, la struttura è costituita dal comando di Brigata agli ordini di un Ammiraglio e dal 1° Reggimento San Marco destinato agli sbarchi anfibi. Il “grado” del 1° Reggimento è il battaglione d’assalto e di supporto al combattimento, il 2° opera per la libertà di navigazione delle nostre navi in ogni quadrante con i Nuclei Militari di Protezione, il 3° Reggimento opera per la funzione formativa, con il Battaglione Scuole “Caorle”, e per la protezione delle installazioni militari della Marina.
Il Battaglione Supporto al Comando unisce le forze per la Recon/UDT, che riguarda tutte le operazioni di reconnaissance prima dello sbarco, la Compagnia C4 che garantisce l’installazione e la gestione delle reti di comunicazione, poi la Compagnia di Supporto Tecnico che si cura di tutte le apparecchiature in azione. Il Gruppo Mezzi da Sbarco cura l’esecuzione dei movimenti mare-terra, ma si occupa anche dell’organizzazione della spiaggia da sbarco. Il 3° Reggimento San Marco è distribuito in varie compagnie regionali: lo SDI (Servizio Difesa Installazioni) Liguria, il Centro-Roma, il SDI Sud, la Compagnia SDI Brindisi, quella di Taranto, la Compagnia della Sicilia. Vi sono inoltre una Compagnia di Rappresentanza e una per le Emergenze Nazionali.
I Lagunari
I Lagunari, ovvero il Reggimento Lagunari “Serenissima”, è un reparto di fanteria d’assalto. Formato o, meglio, riformato nel 1959, in Piazza San Marco a Venezia, è stato ristrutturato nel 1999. Il Comando del 1° Battaglione, la 1°, la 2° e la 3° Compagnia, tutte di assalto anfibio, sono allocati presso la caserma “Bafile” della Malcontenta. La Compagnia Supporti Tattici Anfibi è posta nella base anfibia di Sant’Andrea a Venezia, sull’isola delle Vignole. Il comando di reggimento, la compagnia supporto alla manovra, quelle comando e supporto logistico sono invece poste presso la caserma “Matter” di Mestre. I Lagunari possono operare tutte le azioni di un reparto di fanteria meccanizzata. Una struttura ad hoc per i nostri confini orientali che si è sviluppata come una vera, ed ottimamente addestrata, forza speciale.
Tratto dal libro
Le guerre degli altri
di Marco Giaconi
Marco Giaconi
Laurea in Filosofia moderna e contemporanea presso l’Università di Pisa. Dal 1992 in è prima direttore e poi direttore di ricerca presso il Ce.Mi.S.S. (Centro Militare di Studi Strategici). Nel 2000 è Consigliere del Ministro della Difesa Antonio Martino. Dal 2003 in poi è Consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Autore di numerosi saggi.
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