Venerdì 19 febbraio i leader del G7 si sono incontrati virtualmente sotto la moderazione britannica. I temi discussi sono stati la pandemia e il piano globale di vaccinazione, l’ambiente e il cambiamento climatico, la democrazia e il multilateralismo.
1. IL GRUPPO DEI SETTE
Ai tempi della pandemia il G7 si fa virtuale e i leader si sono riuniti in teleconferenza venerdì 19 febbraio. Il Paese cui spetta la presidenza di turno per il 2021 è il Regno Unito. Questo forum di dialogo internazionale riunisce i rappresentanti delle sette potenze occidentali più influenti dal punto di vista democratico ed economico. Il Gruppo è formato da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Il fine ultimo del forum è quello di adottare un approccio unitario alle sfide attuali, per cui le decisioni prese da queste potenze possono avere un impatto concreto e ripercuotersi a livello mondiale. Il Regno Unito aveva già dichiarato di voler usare questa sede internazionale per “chiedere ai leader di cogliere l’opportunità di combattere e ricostruire meglio dopo il coronavirus, unendosi per rendere il futuro più giusto, più verde e più prospero”. Da questa citazione si possono trarre le priorità che il Governo britannico intende affrontare, che sono la ripresa mondiale dalla pandemia e l’incremento della resilienza mondiale nell’affrontare le sfide future, il sostegno al libero commercio, la lotta al cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità e per ultima la continua diffusione dei valori condivisi di società democratiche, aperte e liberali.
Fig.1- Il Primo Ministro britannico Boris Johnson modera il Summit virtuale dei leader del G7
2. I RIMEDI ALLA PANDEMIA
Il Summit virtuale di venerdì 19 febbraio ha rappresentato solo un incontro precursore di quello di giugno. Nonostante ciò è stata elaborata una dichiarazione congiunta con cui i sette leader affermano di voler collaborare, lavorare insieme e intensificare la cooperazione reciproca per affrontare le priorità proposte dalla guida britannica. A circa un anno dalla comparsa del coronavirus in Europa, era certamente inevitabile che il dialogo fosse incentrato sul tema della pandemia. Rispetto a questo punto è stata evidenziata la necessità di creare e supportare un piano globale di vaccinazione. L’approccio illustrato sarà prettamente multilaterale, per cui le azioni da programmare saranno svolte in totale collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): così facendo le sette potenze hanno legittimato il suo ruolo di guida in campo scientifico-sanitario. I principali step per procedere in via congiunta al piano globale dei vaccini sono il miglioramento nella condivisione delle informazioni, la spinta allo sviluppo dei vaccini a livello mondiale e la collaborazione con le industrie farmaceutiche per aumentarne la capacità produttiva. Dovrà essere garantito l’accesso globale ed equo ai vaccini, pertanto i leader affermano il totale sostegno al Covid-19 Vaccines Global Access (COVAX) e all‘Access to COVID-19 Tools Accelerator (ACT-A), i programmi dell’OMS per distribuire i vaccini in maniera più equa. Non solo un sostegno morale, ma anche pratico e finanziario: dai partecipanti al G7 sono stati stanziati sette miliardi e mezzo di dollari. Inoltre dal Summit virtuale è stato lanciato un invito a fare lo stesso ai leader del G20, che sotto la guida italiana si riuniranno a Roma per il Global Health Summit.
Fig. 2- L’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO- World Health Organization) è un’Istituzione specializzata dell’ONU per la salute
3. NON SOLO CORONAVIRUS
Il Summit informale di venerdì ha rappresentato un’anticipazione di quello di Carbis Bay previsto per giugno. La scelta del luogo in cui si riuniranno, questa volta non virtualmente, non è affatto casuale, difatti dalle dichiarazioni della guida britannica si legge: “Con oltre 400 miglia di costa, lo splendido paesaggio della Cornovaglia offre ai leader mondiali un ambiente perfetto per incontrarsi e discutere su come rispondere alle sfide globali come il coronavirus e il cambiamento climatico”. Effettivamente l’ambiente è stato, e sarà, il secondo macro-tema a segnare il G7, riguardo al quale i partecipanti hanno dichiarato di voler perseguire una ripresa globale all’insegna del verde e della sostenibilità. Inevitabile il riferimento all’Accordo di Parigi sul clima e all’opportuna riammissione degli Stati Uniti al suo interno. Stati Uniti che, tramite il neopresidente Joe Biden, sono tornati a ribadire il proprio ruolo di potenza globale tramite il messaggio “America is back”, per sottolineare un punto di svolta per il moderno multilateralismo immediatamente colto dal Premier britannico, il quale ha evidenziato l’importanza del G7 come forum promotore di democrazia e ha condannato il colpo di Stato in Myanmar e la detenzione del dissidente russo Alexey Navalny. Un preciso riferimento agli abusi autocratici di Russia e Cina che esclude ogni possibilità di includere la Federazione Russa al tavolo degli interlocutori del G7, un’idea proposta dall’ex Presidente Trump lo scorso maggio e oggi assolutamente bocciata da Biden.
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Di Alessandra Fiorani. Pubblicato su Il Caffè Geopolitico
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