La guerra tra gang è una delle piu’ grosse emergenze in termini di sicurezza in molti paesi Europei tra i quali Danimarca, Norvegia, Finlandia, Olanda, Svezia, Spagna, Germania, Francia e l’Inghilterra in attesa della Brexit. Iniziamo questo viaggio con la Danimarca; secondo gli ultimi dati ufficiali 10 persone sono state ferite da colpi di arma da fuoco solo nei primi undici giorni di settembre 2018. Le strade e le piazze danesi sono diventate da tempo (almeno dal 2009) il campo di battaglia prediletto delle gang criminali piu’ forti del paese. Le piu’ importanti e meglio organizzate si chiamano“Brothas” in larghissima parte immigrati e “Loyal to Familia”- “fedele alla famiglia” che ha in Shuaib Khan il suo leader carismatico, i Bandidos, una gang di motociclisti i Værebros Hårde Kerne e i loro alleati Satudarah. In totale gli affiliati alla gang in Danimarca sarebbero piu’ di 2.000. Nella carceri i detenuti che hanno un passato nella bande criminali sarebbero almeno 500.
Shuaib Khan è stato piu’ volte arrestato, condannato e proposto per l’espulsione verso il Pakistan nel 2017 tuttavia, resta in Danimarca grazie ad una serie di cavilli legali. Nel 2018 Khan ha denunciato la polizia danese perché “molesterebbe la sua privacy a causa degli eccessivi controlli” e non è escluso che possa vincere la causa. L’emergenza piu’ grave si registra nei quartieri a nord-ovest della capitale Copenaghen, gli scontri armati sono ormai all’ordine del giorno e la polizia, fatica a gestire la sicurezza. Dalla sua creazione nel 2012, la gang “Loyal to Familia” ha cercato di espandere il suo predominio da Copenaghen verso altre città in modo da espandere le attività criminali, in particolare quelle relative alla droga (cocaina in particolare) ma non solo; le estorsioni, il traffico di armi e il racket della prostituzione sono il terreno di scontro tra le gang.
Chi vince si prende tutto e sul piatto, ci sono centinaia di milioni di euro. Sia “Brothas” che “Loyal to Familia” si devono guardare da un’altra gang in costante ascesa dal nome “AK81”(nata da uno spin-off degli Hell’s Angels di circa 300 aderenti) ma soprattutto devono stare attente a non pestare i piedi alle mafie. In particolare a quella albanese, quella kosovara e a quella serba che hanno gli stessi interessi criminali ma che dispongono di mezzi e di una potenza di fuoco decisamente superiore alla loro. La n’ndrangheta calabrese invece vola molto piu’ alto lasciando le strade e le sparatorie a loro visto che controlla il mercato europeo della cocaina. Ma se dovesse iniziare una vera guerra territoriale tra le mafie balcaniche e le gang’s di strada che accadrebbe in Danimarca? Il sistema di sicurezza è pronto ad una tale eventualità? Certamente no. Per tornare a quando accade sul terreno nel 2017 ci sono state 60 sparatorie (il più alto numero dal 2008) con 64 feriti. Nel Novembre del 2017 i capi delle due bande si resero conto che la situazione stava scappando di mano e venne raggiunta una tregua siglata in un moschea della capitale danese. Per un po’ la tregua tenne poi al riespolodere delle tensioni, dopo un periodo di calma apparente le autorità danesi hanno effettuato nel 2018 numerose grosse operazioni di polizia nei distretti di Nørrebro, Herlev e Ishøj.
Per farle fu necessario un grande dispiegamento di uomini e mezzi che servirono per sigillare intere zone di questi quartieri, il bilancio fu di 64 arresti quasi tutti immigrati provenienti dai paesi “MENA” (Middle East e North Africa). Il fenomeno delle gang’s in Danimarca mette a nudo il fallimento di molti progetti costati centinaia di milioni di euro dedicati all’integrazione di migliaia di immigrati arrivati in Danimarca. Lo Stato danese che dispone di un sistema di welfare- state all’avanguardia, ha fatto molto sia nelle scuole che nelle comunità ma nonostante l’impegno di centinaia di funzionari qualcosa non ha funzionato. Cio’ che colpisce è che le bande operano, spacciano e sparano all’impazzata proprio nei quartieri dove vivono anche le loro stesse famiglie ed i loro bambini. Costoro pagano il prezzo piu’ pesante, molti e già in tenera età sono curati per disturbi post-traumatici da stress. Anche i tentativi di coinvolgere gli imam nella lotta contro le gang criminali in Danimarca non ha portato a risultati apprezzabili.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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