Le tensioni di queste settimane in Russia sono sulle prime pagine di tutti i quotidiani. Con il rientro di Alexei Navalny e il suo arresto, la Russia è stata scossa da proteste e marce che preoccupano il Cremlino.
1. CHI È ALEXEI NAVALNY?
Alexei Navalny è una figura che abbiamo sentito spesso nominare negli anni passati, in quanto considerato il maggior oppositore politico di Putin. Il suo nome compare sulla scena politica russa nei primi anni Duemila, quando inizia la sua carriera nel partito liberale Jabloko, per fondare poi Narod (Popolo). Attualmente è alla guida del partito La Russia del Futuro. Nel 2012 si piazza secondo alle elezioni comunali di Mosca, dietro il candidato appoggiato da Putin, e nel 2016 si candida alle presidenziali. La sua corsa però viene interrotta da una sentenza per corruzione che gli impedisce di proseguire. Anche se viene spesso visto in modo positivo per la sua opposizione al Cremlino, le sue posizioni politiche negli anni scorsi hanno suscitato non poche controversie. Navalny sembra infatti simpatizzare per idee di estrema destra: è stato più volte accusato di razzismo e xenofobia e sono state criticate le sue posizioni sul Caucaso, la guerra in Georgia del 2008 e il nazionalismo. Accanto all’attività politica, Navalny riscuote successo in particolare come attivista anticorruzione tramite il progetto RosPil e la Fondazione Anti-Corruzione, in cui denuncia attività e fondi dubbi o illeciti di grandi aziende e figure legate al Cremlino. È diventato famoso l’epiteto “partito di truffatori e ladri” con cui designa Russia Unita, il partito di Putin.
Fig. 1 – Acerrimi nemici: Alexei Navalny e Vladimir Putin
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2. I DISSIDI CON IL CREMLINO
Nei suoi anni di attività politica Navalny si è trovato spesso alle strette con il Cremlino. È stato arrestato numerose volte per aver organizzato proteste non autorizzate e per accuse di corruzione e appropriazione indebita, giudicate politicamente motivate dall’opinione pubblica occidentale. Ha subito anche attacchi fisici, come quello con l’acido del 2017. La sua fondazione ha preso di mira direttamente anche il Cremlino, prima sotto Medvedev e ora sotto Putin. L’apice delle tensioni si è raggiunto ad agosto, quando Navalny ha accusato un malore su un volo diretto a Mosca. Con un atterraggio di emergenza è stato trasportato all’ospedale di Omsk e poi trasferito a Berlino su richiesta della famiglia. Lì, le analisi hanno ricondotto il malore a un avvelenamento da Novichok, un agente nervino sviluppato ai tempi dell’URSS. Navalny accusa Putin di essere il diretto mandante dell’avvelenamento, nonostante il Cremlino lo neghi. Il 17 gennaio, dopo la degenza in Germania, Navalny è rientrato a Mosca malgrado le minacce di arresto. Alla fine è stato infatti fermato all’aeroporto di Sheremetyevo per aver violato i termini della custodia cautelare di una precedente sentenza. Pochi giorni dopo l’arresto il suo team ha rilasciato il suo ultimo documentario, un filmato di due ore al limite fra reportage e critica pungente in cui accusa Putin di aver costruito un lussuoso palazzo sulle rive del Mar Nero. Putin ha negato le accuse e un oligarca a lui vicino ha dichiarato che il palazzo sarebbe invece di sua proprietà. Nonostante le pressioni internazionali e l’attenzione mediatica, Navalny è stato infine condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere.
Fig. 2 – Manifestazione a Mosca a sostegno di Navalny, 23 gennaio 2021
3. LE PROTESTE
L’attenzione mediatica che Navalny ha riscosso in queste settimane ha fatto guadagnare al suo video centinaia di milioni di visualizzazioni. Navalny ha chiamato il popolo alle proteste e il 23 gennaio in molte città russe cortei di grande portata hanno occupato le strade nonostante il gelo – sembra che 40mila persone si siano radunate solo a Mosca. La polizia ha represso le manifestazioni, facendo più di 4mila arresti. Il 31 gennaio sono state organizzate nuove proteste alle quali il Governo ha reagito più prontamente che nelle precedenti, arrestando oltre 5mila persone e bloccando gli accessi al centro delle città. E altre proteste sono avvenute dopo la sentenza di condanna dell’attivista anti-corruzione, con centinaia di arresti a Mosca e San Pietroburgo. La popolarità di Navalny è forte, specialmente fra i giovani, ed è cresciuta grazie al suo carisma e al suo abile utilizzo dei social media come mezzo di propaganda. Al di là delle controversie legate alla sua figura e alle sue idee politiche, Navalny è diventato un simbolo di ribellione per la sua audacia. Queste proteste sono il segno di un malcontento giovanile che non teme di far sentire la propria voce. Anche, o forse ancor di più, con la temporanea “uscita di scena” di Navalny, sarà difficile per il Cremlino placare gli umori delle piazze
Di Annalisa Rossi. Pubblicato su Il Caffè Geopolitico
“Oppositionist eyes looking to the sky” by Michał Siergiejevicz is licensed under CC BY
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