In Russia qualcuno non dorme sonni tranquilli a causa di uno strano foro scoperto a bordo di una navetta Soyuz collegata alla Stazione spaziale internazionale (Iss). Il buco, rilevato giovedì 30 agosto, ha causato una perdita di ossigeno, ma non ha messo in pericolo la vita dei cosmonauti e degli astronauti che si trovavano nella capsula. Per La Russia non ci sono dubbi: Soyuz ha subito un sabotaggio compiuto in modo del tutto deliberato. Il foro sarebbe stato realizzato con un trapano da una mano incerta ed esitante, anche se probabilmente esperta, che avrebbe fatto diversi tentativi prima di riuscire nell’impresa.
Mosca non ha escluso nessuna ipotesi per risalire alle cause del giallo avvenuto nello spazio. In un primo momento, si era diffuso il sospetto che a procurare l’incidente fosse stato una micrometeorite, ma subito dopo è parso chiaro che qualcuno aveva agito con l’intento di manomettere volontariamente la navicella. Dmitri Rogozin, direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, aveva affermato che una persona avrebbe forato la parete della capsula o durante la costruzione o quando la navicella era in orbita. Roscosmos e RSC Energia sono i produttori di Soyuz, un tipo di astronave russa il cui progetto risale a più di 50 anni fa e che è stato fabbricato in tantissime varianti. La navicella si è dimostrata un progetto molto affidabile, tanto che i cinesi l’avrebbero presa a modello per la navicella Shenzhou. Soyuz è composto di un razzo, che serve per inviare l’astronave nello spazio, e di una capsula che in 6 ore è in grado di raggiungere la Stazione spaziale internazionale.
L’indagine della commissione interna avviata da PAO RSC Energia ha escluso che il danno sia avvenuto nello spazio, sostenendo invece che si sia verificato nella sala di assemblaggio a Korolev, nella regione di Mosca. La commissione ritiene valida l’ipotesi che il buco scoperto nel modulo Descent, uno dei tre moduli che compongono l’astronave, sia stato realizzato proprio nella fase di assemblaggio.
Altre fonti invece vanno oltre, ritenendo addirittura che qualche dipendente dell’industria aeronautica PAO RSC Energia sapesse del danno prima ancora del lancio e che l’abbia tenuto nascosto. Sembra però da scartare l’idea che l’errore sia scaturito durante i test avvenuti al cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, a seguito dei controlli preliminari, e che sia stato poi coperto da qualcuno spaventato di aver causato un simile guasto. Quel che è certo è che il 30 agosto gli uomini a bordo della navicella hanno riscontrato un leggero calo di pressione. Esaminando con attenzione tutti i moduli, hanno rilevato una crepa e successivamente hanno provato a coprire il buco con le dita, con garze mediche e con nastro adesivo. Il personale a bordo di Soyuz, due russi, tre americani e un tedesco, avrebbero avuto in ogni caso 18 ore di autonomia prima di essere davvero in pericolo.
Tra varie piste c’è anche quella della manomissione da parte di un membro dell’equipaggio, che sarebbe quindi da ritenere mentalmente instabile. “Siamo tutti umani”, è stato il commento alla vicenda di Maxim Surayev, esponente del partito del presidente Vladimir Putin. In questo caso, l’astronauta, o il cosmonauta nel caso fosse russo, avrebbe voluto accelerare il rientro sulla Terra. Versione abbastanza imbarazzante per Mosca e anche motivo di disonore per la Federazione Russa. Eppure, l’ipotesi che il buco sia stato fatto nello spazio non regge e sembra molto meno realistica rispetto alla pista terrestre. Alexander Zheleznyakov, ex ingegnere spaziale, ha spiegato all’agenzia di Stato TASS che a condizioni di zero gravità realizzare un buco in quella sezione della navicella è pressoché impossibile.
Altri problemi nel funzionamento dei razzi usati per il lancio di satelliti e di navicelle spaziali hanno fatto venire il mal di testa agli scienziati russi.
Per la portavoce della NASA la la faccenda di Soyuz sarebbe quantomeno “strana”.
C’è da aggiungere che le attività legate alla navicella spaziale Soyuz-MS, la versione più aggiornata di Soyuz, restano uno dei pochi ambiti di cooperazione russo-statunitense ancora in piedi nonostante il peggioramento delle relazioni tra Washington e Mosca e le sanzioni in vigore contro la Russia. Inoltre, il contratto su questo tipo di progetti russo-americani dovrebbe scadere ad aprile 2019 e non è scontato che sia rinnovato. L’ultimo era stato siglato nel 2011 quando i rapporti tra gli Usa e la Russia non erano al punto in cui sono oggi. Roscosmos e la NASA ne stanno discutendo, ma niente sarebbe stato ancora deciso. Ad agosto il vice presidente Mike Pence ha detto che molto presto gli Stati Uniti saranno in grado di mandare persone nello spazio senza l’aiuto della Russia e che faranno ritorno sulla luna entro il 2024, riferiscono i media russi.
Il mistero intorno alle attività spaziali di Mosca si infittisce davanti alle accuse mosse dai francesi al Cremlino. Il ministro della Difesa transalpino Florence Parly ha affermato di recente che i russi sarebbero stati responsabili di un atto di spionaggio ai danni della Francia e dell’Italia. Il satellite russo Louch-Olymp nel 2017 avrebbe cercato di intercettare le comunicazioni del satellite Athena-Fidus adoperato dagli eserciti francese e italiano per scambiarsi informazioni sensibili. Parly ha anche annunciato imminenti misure per contrastare le “Guerre Stellari” intraprese dalla Russia.
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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