Nel febbraio del 2018 uno degli uomini più vicini al leader del sedicente Stato Islamico, Ismael al-Ethawi, fornisce all’esercito iracheno un’informazione molto importante. Ethawi fa capire agli iracheni come Abu Bakr al-Baghdadi sia riuscito ad evitare la cattura per così tanto tempo. Lo racconta Reuters, con l’aiuto di queste grafiche.
Il Califfo avrebbe avuto conversazioni molto riservate con uomini di spicco del gruppo, conversazioni delicate su questioni strategiche, a bordo di minubus pieni di verdura per non essere identificato. Al Baghdadi conferisce ad Ethawi una serie di compiti rilevanti, come la selezione dei comandandi dell’IS. Dopo la sconfitta territoriale del gruppo, Ethawi trova rifugio in Siria con la moglie. È lì che gli informatori siriani scorgono un uomo con un copricapo a scacchi in un mercato di Idlib. Lo rinoscono da una fotografia. Appare chiaro che l’uomo in questione è Ismael al-Ethawi. Gli iformatori in Siria lo seguono fino alla casa dove si trova il ricercato capo dell’IS Abu Bakr al-Baghdadi. A questo punto l’Iraq passa l’informazione alla CIA, e ormai siamo a luglio 2019.
Secondo il quotidiano turco “Daily Sabah”, riferisce Agenzia Nova, Ethawi sarebbe stato arrestato dalla polizia turca in un’operazione di antiterrorismo condotta nella provincia nord-occidentale di Saraya l’8 febbraio del 2018. L’uomo sarebbe poi stato consegnato alle autorità irachene. Ethawi, sarebbe entrato in territorio turco attraverso l’area controllata dai militanti curdi delle Unità di protezione dei popoli (Ypg) nel nord della Siria. Estradato 14 febbraio, sarebbe stato però prima ascoltato dall’intelligence turco. Ethawi sarebbe stato anche interrogato dai servizi di Baghdad e dagli uomini della CIA in Iraq e a loro avrebbe riferito informazioni cruciali per determinare il luogo in cui gli esponenti di spicco del gruppo Stato Islamico avrebbero incontrato il leader Al Baghdadi. Ethawi avrebbe fornito anche i codici segreti di comunicazione usati dai terroristi per accedere agli account bancari, più una serie di dettagli utili ad individuare e catturare membri dell’IS.
La CIA trascorre gli utlimi cinque mesi, da luglio ad ottobre 2019, ad osservare con satelliti e droni la zona del compound di Al Baghdadi nel villaggio di Barisha, in Siria. Il 26 ottobre Al Baghdadi lascia per la prima volta la casa e insieme ai familiari si allontana a bordo di un minibus per raggiungere un villaggio nelle vicinanze. Lo stesso giorno 8 elicotteri, partiti da una base militare in Medio Oriente, conducono le truppe delle forze speciali USA al luogo dell’ultimo nascondiglio di Al Baghdadi. Gli Usa avvertono e si assicurano il permesso di volo nello spazio aereo controllato da Russia, Iraq e Turchia. L’operazione «Kayla Mueller» viene pianificata da una base collocata nell’Iraq occidentale, afferma un ufficiale americano.
Gli otto Black Hawk arrivano verso mezzanotte a Barisha, nella provincia di Idlib e ad appena cinque chilometri dal confine turco. C’è uno scontro a fuoco, gli uomini delle forze USA riescono a reprimere l’attacco e atterrano in sicurezza. Le forze statunitesi si aprono la trada facendo eslodere i muri di cinta ed evitando le trappole messe in corrispondenza delle porte. Ci sono persone da portare in salvo: donne e bambini, che vengono allontanati. È a questo punto che il Califfo entra in tunnel sotterraneo con tre dei suoi figli, un tunnel senza via d’uscita. Viene circondato dai cani e si uccide azionando il giubbetto esplosivo, con lui muoiono anche i tre figli. Undici bambini sono portati via e le truppe statunitensi catturano diversi esponenti del sedidente Stato Islamico. Il raid dura in tutto due ore, ma ci vogliono solo 15 minuti per il test del DNA che conferma la morte del capo dello Stato Islamico. Il corpo mutilato del Califfo viene chiuso in un sacco. Abu Bakr al-Baghdadi è finito, ma lo Stato Islamico no.
Le riprese aeree mostrano le macerie del compound situato nel villaggio siriano di Barisha dove gli Usa hanno scovato Abu Bakr al-Baghdadi:
Redazione
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