Sono cadute nel vuoto le numerose richieste fatte da alcune ONG francesi al governo di Parigi affinché intervenisse nei processi a carico di alcuni foreign fighter francesi in Iraq. Il governo transalpino, che da poco ha reso noto di aver sventato il settimo attentato dall’inizio del 2019 (il 58 evitato dal 2015), non è intervenuto con il governo iracheno per evitare “intromissioni”. All’Eliseo, d’altronde, sanno bene che gli iracheni non accettano intromissioni nei processi che si celebrano contro i foreign fighter.
In merito alle recenti condanne a morte decise dal tribunale antiterrorismo di Baghdad, i detenuti condannati alla pena capitale sono: Vianney Ouraghi di 28 anni, Leonard Lopez di 32 anni, Kevin Gonot di 31 anni, Mustapha Merzoughi di 37 anni, Salim Machou di 41 anni, Fodil Tahar Aouidate di 32 anni, Yassine Sakkam di 29 anni, Karam El Harchaoui di 33 anni, Brahim Nejara di 33 anni e Mohammed Berriri di 24. Lunedì 3 giugno sono stati condannati a morte altri due cittadini con passaporto francese per la loro appartenenza all’Isis: Bilel Kabaui di 32, Murad Delhomme di 41 anni. Sale quindi a 11 il numero di cittadini francesi condannati a morte in Iraq.
L’ultimo attentato sventato, che aveva come obiettivo il presidente francese Emmanuel Macron, era stato progettato nei minimi dettagli da una cellula islamista composta da sei uomini. La cellula aveva la sua base a Bouzonville, comune francese di 4.254 abitanti situato nel dipartimento della Mosella (regione del Grand Est). I jihadisti sarebbero partiti a breve per Parigi dove avrebbero tentato, con un veicolo bomba, di attaccare il presidente francese durante una manifestazione pubblica già programmata.
A preoccupare il governo e i servizi di intelligence francesi è la situazione descritta qualche giorno fa al quotidiano Le Monde dal ministro della Giustizia Nicole Belloubet. Il ministro annunciato l’imminente rilascio di alcuni prigionieri condannati per terrorismo islamista. Entro la fine del 2019 saranno 30 i jihadisti che lasceranno la prigione dopo aver scontato la pena detentiva. In Francia 510 persone sono attualmente detenute per terrorismo, più della metà dovrebbe essere rilasciata entro il 2022. «Entro la fine del 2021, invece, verranno liberate 107 persone e nel 2022 altre 147», ha detto il ministro. Molti di questi appartengono ad Al Qaeda. La domanda è una sola: cosa faranno una volta che saranno usciti dal carcere?
Photo: AFP
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
Perché l’Occidente deve cercare un confronto con Orban
29 Lug 2024
Il sostantivo «cremlinologo» aveva certo molti anni fa una sua funzione, di là dal definire l'etichetta di uno…
Viktor Orbán, storia di un autorevole autoritario
9 Lug 2024
Era il primo gennaio 2012 quando la nuova, e subito contestata, Costituzione ungherese entrava in vigore. I segnali di…
L’Europa e le vere sfide del nostro tempo
1 Lug 2024
Nel saggio Rompere l'assedio, in uscita il 31 maggio per Paesi Edizioni, Roberto Arditti, giornalista da oltre…
I segreti dell’attacco russo all’Ucraina
13 Mag 2024
Dal 17 maggio arriva in libreria per Paesi Edizioni "Invasione. Storia e segreti dell'attacco russo all'Ucraina", il…