Secondo un nuovo lungo rapporto compilato da un gruppo di attivisti del Kashmir, migliaia di civili sarebbero stati arrestati e abusati nella regione contesa da India e Pakistan e segnata da violenze e dal terrorismo. Il gruppo di attivisti di Srinagar, la capitale della porzione del Kashmir amministrata dall’India, ha stilato i profili di 432 vittime di tortura dal 1990 in poi. Le torture sarebbero avvenute durante la detenzione in carcere, gli attivisti chiedono un’inchiesta per provare le responsabilità dell’India. Di queste oltre 400 persone indicate nel report, almeno 49 sarebbero morte dopo aver subito torture.
Il New York Times ha intervistato più di venti persone in Kashmir, di cui 15 incluse nel report, ha avuto accesso ai documenti degli ospedali che proverebbero le torture e ha raccolto le testimonianze dei parenti delle vittime. Il personale addetto alla sicurezza avrebbe commesso tali violazioni convinto di restare impunito. Dopo la diffusione del rapporto, l’India ha respinto di nuovo le accuse. Dilbag Singh, direttore generale della polizia nel Kashmir, ha detto che il documento si basa su dati non verificati e su informazione false. Per Mohit Vaishnava, portavoce dell’esercito indiano, il rapporto e le accuse sono mera propaganda. L’esercito indiano, scrive Independent, sarebbe a conoscenza di oltre mille violazioni dei diitti umani perpetuae in Jammu e Kashmir tra il 1994 e il 31 maggio del 2019.
L’anno scorso le Nazioni Unite avevano lanciato un serio allarme sulle violazioni dei diritti umani in Kashmir. L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Ohchr) aveva avvertito della necessità urgente di affrontare la questione delle violazioni e degli abusi commessi in passato e ancora oggi ai danni della popolazione del Kashmir, come conseguenza del conflitto in corso nella regione e a causa della violenta repressione delle forze di sicurezza indiane. L’Ohchr a giugno del 2018 aveva pubblicato tale rapporto relativo allo Stato indiano di Jammu e Kashmir e all’Azad Jammu e Kashmir e Gilgit-Baltistan, amministrato invece dal governo pachistano. Il report era il primo redatto dalle Nazioni Unite in materia e considerava il periodo compreso tra marzo 2016 e marzo 2018, guardando con particolare attenzione alla situazione nella porzione del Kashmir indiano e alle violazioni commesse dall’apparato di sicurezza dell’India. Parvez Imroz, presidente della Jammu and Kashmir Coalition of Civil Society, gruppo che ha preparato il recente rapporto di 550 pagine, ha affermato che la portata delle torture va ben al di là di quella considerata dalle Nazioni Unite. La percentuale di civili morti è aumentata del 200% dal 2013 al 2018. A febbraio gli scontri senza precedenti negli ultimi decenni avevano fatto riemergere lo spettro di una guerra totale tra India e Pakistan.
Kashmiri women walk past Indian paramilitary soldiers during a security lockdown in downtown Srinagar, Indian controlled Kashmir, Friday, March 1, 2019.© 2019 AP Photo/ Dar Yasin
Redazione
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