La pena di morte è stata ufficialmente abolita in Kazakistan, dopo la sottoscrizione da parte del Rappresentante permanente del Paese presso le Nazioni Unite, Kairat Umarov, del secondo protocollo del Patto Internazionale sui diritti civili e politici. Una notizia molto pubblicizzata nel Paese attraverso una nota alle agenzie stampa e all’opinione pubblica emanata dal Ministero degli Esteri.
«Siamo lieti per la decisione del Kazakhstan di abolire la pena di morte», ha scritto su Twitter il portavoce del Consiglio d’Europa, Danilel Holtgen, commentando la notizia diffusa sul profilo della Missione permanente del Kazakhstan presso l’Onu. Una nuova visione politica e della giurisprudenza già annunciata l’anno scorso dal presidente del Kazakistan. Grazie all’azione del presidente, Kassym-Jomart Tokayev, fu incaricato, nel dicembre dello scorso anno, il ministero degli Affari esteri di avviare tutte le procedure per aderire a questo trattato multilaterale. Nel Paese, dal 2003 era in vigore una moratoria sulla pena capitale. «Per realizzare un diritto fondamentale alla vita e alla dignità umana abbiamo deciso di aderire al Protocollo», ha commentato Umarov. Questa firma, ha aggiunto Holtgen, dal Consiglio d’Europa, «allarga la famiglia di nazioni che credono che la morte non sia giustizia». Il paese sta approvando un ampio pacchetto di riforme, su imitazione dei sistemi occidentali, per modernizzarsi. Un variegato pacchetto di riforme politiche che aprono a una nuova fase nella liberalizzazione della vita sociopolitica, che vanno nella direzione di un ulteriore sviluppo delle istituzioni di base della democrazia, come il diritto dei cittadini di riunirsi pacificamente, l’organizzazione delle elezioni e le attività di partiti politici. Nel processo di elaborazione, scrittura e creazione del disegno di legge hanno partecipato esperti indipendenti, attivisti civili, attivisti per i diritti umani e organizzazioni non governative.
Anche la legge elettorale è in fase di miglioramento e si rafforzeranno i diritti delle donne e dei giovani nella partecipazione alla vita politica del paese con l’introduzione obbligatoria della quota del 30% per le donne e per i giovani sotto i 29 anni nelle liste di partiti elettorali. Oggi in Kazakhstan vivono oltre 4,5 milioni di donne economicamente attive e 2,8 milioni di giovani dai 20 ai 29 anni. La scelta del Kazakistan di intraprendere tali riforme così come l’importantissima notizia dell’abolizione della pena capitale giunge in un momento importante del paese che sta puntando molto sull’apertura economica con l’Occidente e per divenire hub commerciale importante nel mondo centroasiatico. Tale scelta permetterà al paese di sedersi con più determinazione nei congressi internazionali e di confrontarsi con autorevolezza con i rappresentanti della comunità mondiale e onusiana. In occasione della notizia sull’abolizione della pena capitale in Kazakistan, Elisabetta Zamparutti di Nessuno tocchi Caino ha dichiarato: «Il Kazakistan che decide, dopo una moratoria legale delle esecuzioni capitali, di abolire la pena di morte conferma ancora una volta la fecondità della moratoria quale via pragmatica e nonviolenta per giungere all’abolizione».
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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