Che fine aveva fatto Kim Jong un? Se lo chiedeva tutto il mondo da quando la celebre emittente statunitense Cnn il 21 aprile scorso aveva diffuso la notizia secondo cui il dittatore era in condizioni critiche in seguito a un intervento chirurgico. La Cnn citava fonti dell’intelligence statunitense a conferma di tale ipotesi. Da quel momento, è stato un rincorrersi di voci, dichiarazioni e smentite. Ma poco o nulla veniva confermato. Un giorno Kim Jong un sembrava vivo e vegeto, il giorno dopo era clinicamente morto, quello seguente già cadavere o semplicemente malato. Quello che è accaduto nei giorni passati è la prova di quanto sia difficile riuscire ad avere informazioni certe e verificate su quanto accade all’interno del Paese.
Come era già successo in passato, Kim Jong un è sparito e poi è tornato. Il primo maggio il dittatore millennial ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti a Sunchon, nella provincia di P’yŏngan Meridionale, a quasi 50 chilometri da Pyongyang, riferiscono i media di Stato nordcoreani. Nelle foto, vere secondo alcuni esperti di Corea del Nord, Kim Jong un sorride e non sembra dimagrito.
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Dopo la Cnn, anche il sito Daily NK, di base in Corea del Sud e specializzato in affari nordcoreani, aveva scritto che Kim aveva subito un intervento a causa di un problema cardiovascolare e che era in convalescenza. Il padre di Kim Jong un, il caro leader Kim Jong il, è morto nel 2011 proprio di infarto. Il giovane Kim, del resto, è gravemente in sovrappeso e dipendente dal fumo, oltre che stressato per il lavoro. Sabato 25 aprile, invece, era stato il sito di gossip Tmz a scrivere che Kim era morto o nel suo letto di morte senza possibilità di recupero, ma anche in quel caso non c’era nulla di sicuro. Il sito citava una fonte di Hong Kong: la giornalista cinese Qing Feng vicedirettore di Hkstv e nipote dell’ex ministro degli Esteri cinese Li Zhaoxing. La Corea del Sud aveva sin dal principio smentito le voci sulla morte di Kim e pochi giorni fa aveva rafforzato la propria posizione, dichiarando in maniera decisa che Kim era vivo e stava anche bene. Tuttavia, neanche la Corea del Sud era una fonte certa perché in passato alcuni errori di valutazione in merito a circostanze simili avevano creato imbarazzo a Seoul. La Corea del Sud e la Corea del Nord, è opportuno ricordarlo, sono ancora formalmente in guerra dal 1953. La propaganda nordcoreana ci stava dicendo, però, che Kim era vivo e scriveva lettere, tra cui una destinata al dittatore siriano Assad.
Le uniche notizie certe sui movimenti in atto in Corea del Nord arrivavano dalle immagini satellitari. Il treno di solito utilizzato da Kim Jong un era stato localizzato per la terza volta dalle immagini via satellite di 38 North, il giorno 29 aprile, alla stazione di Wonsan, nella stessa posizione di alcuni giorni prima. Il treno era fermo a Wonsan, una località balneare dove il regime testa i missili, anche il 21 e il 23 aprile. Non era chiaro se il treno di Kim fosse rimasto lì da quel momento oppure no. Inoltre, erano stati notati movimenti di navi di lusso, quelle della famiglia Kim, al largo di Wonsan. Spesso, quando quelle navi si erano trovate nell’area c’era stato anche Kim Jong un. Il governo di Seoul ne era certo: Kim era a Wonsan. Ma nessuno poteva saperlo. Altro particolare: il 14 aprile c’è stato a Wonsan il test di un missile cruise, ma non se n’era parlato.
È possibile che Kim Jong un sia sparito per timore di contrarre il nuovo coronavirus, oppure, potrebbe davvero aver subito un lieve intervento al cuore. Nel video diffuso dai media di Stato il dittatore mostra un piccolo segno sul braccio. Kim potrebbe aver avuto bisogno di alcuni giorni per ristabilirsi, da trascorrere magari nella località costiera di Wonsan, dove il dittatore ha una residenza. Kim non era apparso in pubblico il giorno 15 aprile, quando in Corea del Nord si ricorda la nascita del padre del Paese: il grande leader Kim Il Sung, nonno del giovane Kim. La festa del “Day of the Sun” è la più importante dell’anno. Quella assenza era stata l’origine principale delle speculazioni in merito alla salute di Kim. Che qualcuna delle sue guardie del corpo possa essere stata infetta, che lo sia stato qualche membro del Partito? Sono, per adesso, solo congetture.
Pubblicato su Il Mattino
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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