a Francia ha deciso di richiamare per consultazioni il suo ambasciatore a Roma Christian Masset. Lo annuncia una nota durissima del Quai d’Orsay che parla di «attacchi senza precedenti dalla fine della guerra e senza fondamento» e «dichiarazioni oltraggiose» da parte del governo italiano. «Essere in disaccordo è una cosa, strumentalizzare le relazioni a fini elettorali è un’altra. Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione supplementare e inaccettabile. Violano il rispetto della scelta democratica fatta da un popolo amico e alleato. Violano il rispetto dovuto fra due governi democraticamente e liberamente eletti. La campagna per le elezioni europee non può giustificare l’assenza di rispetto per i popoli e la loro democrazia», aggiunge il ministero degli Esteri francese.
Si è creata, spiega ancora la nota, una «situazione grave che pone interrogativi» sulle intenzioni del governo italiano rispetto alle relazioni con Parigi. «La Francia – si legge nella dichiarazione diffusa dal Quai d’Orsay – lancia un appello all’Italia affinché agisca per ritrovare la relazione di amicizia e rispetto reciproco, all’altezza della nostra storia e del nostro destino comune».
Non era mai successo dai tempi della Seconda guerra mondiale che Parigi richiamasse il proprio ambasciatore in Italia. L’ultima volta accadde nel 1940 quando il Regno d’Italia entrò in guerra contro la Francia, consegnando la dichiarazione all’allora ambasciatore André François-Poncet.
Salvini: non vogliamo litigare, difendiamo interessi degli italiani
La reazione dei due vicepremier Salvini e Di Maio non si è fatta attendere: «Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali», ha commentato a caldo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha anche elencato i temi che vuole discutere con il governo francese: «Stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60 mila dal 2017 a oggi compresi bambini e donne abbandonate nei boschi; stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo».
Di Maio: popolo francese amico, Macron spesso contro di noi
Per l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, «il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà», ha detto su Facebook Di Maio, aggiungendo che su temi come quello dell’immigrazione «il dialogo e la collaborazione con il governo francese è sempre massimo e siamo disponibili a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni». Il vicepremier e capo politico del M5S ritiene inoltre «pienamente legittimo» il suo incontro con esponenti dei Gilet gialli francesi, rivendicando «il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese».
Prova a gettare acqua sul fuoco il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, secondo il quale «Francia e Italia sono nazioni alleate e profonda è l’amicizia fra i due Popoli. La difesa e il confronto sui rispettivi interessi e punti di vista, nonché il dibattito politico per le prossime elezioni per il Parlamento Europeo, non possono incidere e non incideranno sulle solide relazioni che ci uniscono da decenni». Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prima di ripartire da Beirut per tornare in Italia ha voluto ribadire che «il rapporto tra Italia e Francia ha una radice antica di ordine culturale ed economico e non può essere messo in discussione», mentre dal Quirinale trapela preoccupazione e l’invito a ristabilire un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati, «attraverso la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese».
In mattinata il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aveva invece preannunciato un bilaterale delle imprese italiane e francesi il 28 febbraio e il primo marzo, per parlare di tav e di Europa. «Abbiamo tutto l’interesse a fare sì che l’opinione pubblica francese abbia una percezione positiva dell’Italia e continui a comprare Italia nell’interesse dell’Italia», ha detto Boccia, sottolineando che «certo i rapporti non sono buoni, ma qui bisogna distinguere quando uno fa il segretario di partito, che è una cosa legittima, e quando uno fa il ministro di un Paese. Occorre tutelare i rapporti tra Governi nell’interesse del Paese. Questa confusione non aiuta nessuno»
articolo pubblicato su Il Sole24Ore.com
Redazione
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