Tra i Paesi pronti ad aiutare l’Italia per l’emergenza pandemia da coronavirus c’è anche la Russia. Le forze aerospaziali russe hanno completato la formazione del contingente necessario a trasportare in Italia otto brigate mobili di medici militari, veicoli speciali e altre attrezzature mediche, così come annunciato dal presidente russo Vladimir Putin al presidente del consiglio Giuseppe Conte. In tutto, nove velivoli da trasporto IL-76 e materiale sanitario. I dettagli dell’operazione sono stati discussi, durante una riunione telefonica, tra il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, e quello italiano, Lorenzo Guerini. Insieme ai medici militari, arriveranno nel nostro Paese anche “moderne attrezzature per la diagnosi e lo svolgimento di operazioni di sanificazione”, hanno spiegato in un comunicato le autorità di Mosca.
Il Cremlino garantisce che l’assistenza medica e gli aiuti che la Russia sta fornendo all’Italia per aiutare il paese a far fronte all’epidemia di coronavirus non è un tentativo di ottenere l’aiuto di Roma per far revocare le sanzioni Ue. A scriverlo è anche l’agezia Reuters.
«Qui non stiamo parlando di condizioni, calcoli o speranze. L’Italia ha davvero bisogno di un aiuto molto più ampio e ciò che la Russia sta facendo è ragionevole», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Mentre in Italia veniamo facilmente a conoscenza della “solidarietà” russa, è raro leggere approfondimenti sulle politiche interne di Putin. In particolare, le politiche intraprese durante l’emergenza pandemia, in rapporto ai diritti fondamentali e al controllo statale. Il mondo è alle prese con la pandemia, ma è opportuno ricordare che Mosca ha recentemente sviluppato una delle più grandi reti di sorveglianza biometrica al mondo. La stazione della metropolitana Sportivnaya è una delle tante fermate storiche della metropolitana di Mosca. Decine di migliaia di pendolari prendono la metro ogni giorno per recarsi al lavoro. Quel gran numero di viaggiatori è stato proprio il motivo per cui nel 2018 le autorità di Mosca hanno designato Sportivnaya come banco di prova per uno dei progetti di sorveglianza più avanzati e capillari al mondo.
Le masse di viaggiatori che camminano per le piattaforme giorno dopo giorno hanno fornito il campione ideale per un nuovissimo sistema di telecamere che, secondo il sindaco di Mosca Sergei Sobjanin, renderà la capitale della Russia molto più sicura. La sorveglianza delle telecamere di Mosca utilizza dati biometrici in tempo reale. Le telecamere sono collegate a un sistema software che invia in diretta le immagini della videosorveglianza a un banco dati della polizia e dei servizi di sicurezza, e utilizza l’intelligenza artificiale per determinare se qualcuno è sospetto o poco gradito. Ciò consente alle autorità di identificare e tracciare i passanti ignari in base al loro aspetto. Se sei un criminale o un terrorista, gli algoritmi ti identificano e viene inviata una notifica diretta a un’app sul cellulare di un agente di polizia che può agire immediatamente.
Nel maggio 2019, la città di Mosca ha annunciato che avrebbe installato un software di riconoscimento facciale, un progetto di sicurezza dal valore di circa 53 milioni di dollari, su oltre 200.000 telecamere di sicurezza in tutta la città. All’inizio di quest’anno, almeno 105.000 telecamere sono state già collegate al software di riconoscimento facciale. Il mese scorso il gruppo mediatico RBC ha riferito che la tecnologia verrà presto ampliata: il software sarà in grado di riconoscere le persone in base a tatuaggi, colore degli occhi, suono della voce e modo di camminare. Secondo le autorità, i cittadini ordinari non hanno nulla da temere in quanto tutto ciò sarebbe costruito al solo scopo di combattere la criminalità e prevenire l’emergenza sanitaria mondiale che stiamo vivendo. Manovre politiche denunciate già durante le proteste dell’estate scorsa a Mosca, a seguito della frode nelle elezioni locali. Sono numerosi gli avvocati e i giornalisti che hanno denunciato tale metodologia di “governo”.
Secondo Alena Popova, avvocato e attivista, che a gennaio ha intentato una causa contro il dipartimento tecnologico di Mosca che gestisce il programma di sorveglianza, il sistema di sorveglianza biometrica è solo l’ennesima trovata del governo sulle libertà civili dei cittadini.
L’avvocato ha ribadito: «Le autorità hanno usato il riconoscimento facciale per identificare i manifestanti. Lo hanno ammesso loro stessi. Apparentemente partecipare a una manifestazione è una ragione sufficiente per le autorità di scorrere i dati biometrici attraverso il database online e arrestare le persone sul posto. È chiaro da molto tempo che ciò non riguarda più solo i criminali e i terroristi, ma costituisce una violazione diretta delle leggi sulla privacy e sulla protezione dei dati».
Da qui l’appello al mondo occidentale a comprendere davvero cosa rappresenta la propaganda della Russia e il regime di Putin. Mentre gli avvocati, gli attivisti dei diritti umani e i giornalisti, quando non scompaiono, vengono ignoranti dall’informazione della nostra penisola, le autorità politiche italiane sono pronte a mostrarci la solidarietà di Russia, Cina, Cuba.
D’altronde, a cosa servono democrazia, libertà di stampa, diritti civili e diritto a dissentire? Scelte geopolitiche che pagheremo. Il diritto alla conoscenza dei cittadini è nuovamente calpestato dall’emergenza sanitaria, dalla ragion di stato e i campioni di violazione dei diritti dell’uomo diventano i buoni da imitare con i quali dialogare nel nostro futuro.
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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