Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno avuto un incontro alla Casa Bianca mercoledì 13 novembre. L’incontro prova a stemperare le ultime tensioni tra Washington e Ankara emerse con l’invasione turca in Siria e con l’acquisto da parte della Turchia del sistema missilistico di fabbricazione russa S-400. L’incontro tra i due è avvenuto in un’atmosfera abbastanza mite. Trump intende così ristabilire buoni rapporti con Ankara, nonostante l‘avvicinamento geoopolitico e militare della Turchia alla Russia, che permette al presidente Usa di attuare la propria politica di disimpegno in Medio Oriente. Trump ed Ergodan hanno discusso di una serie di questioni, tra cui la Siria.
Il mese scorso la Turchia ha invaso il Nord del Paese, l’offensiva turca ai danni dei combattenti curdi delle Ypg, in passato alleato degli Usa nella lotta contro lo Stato Islamico, ha cambiato gli equilibri in Medio Oriente. La luce verde di Trump aveva dato l’ok all’intervento della Turchia in Siria. Durante la conferenza stampa il presidente turco ha detto che né la Russia né gli Stati Uniti sono riusciti a ripulire l’area dai terroristi, come avaveno promessso. Ankara considera le unità delle Ypg alla stregua di terroristi per i legami con il Pkk, che ha condotto una campagna separatista per decenni in Turchia. A detta di Erdogan, le amri che gli Usa hanno fornito ai curdi sono state impiegate contro la Turchia. Ancora in conferenza stampa, Erdogan ha nominato il leader curdo Mazlum Kobani , riferendosi a lui con il nome di battesimo Ferhat Abdi Sahin. «Questo individuo è stato uno strumento determinante nell’uccisione di centinaia di cittadini turchi. Una persona come lui non può essere accolta in un Paese come gli Stati Uniti», ha detto Erdogan. Trump ha invece specificato che il cessate il fuoco tra le forze turche e le milizie curde nel Nord della Siria sono un segnale di progresso. Un altro argomento ha complicato le relazioni tra Usa e Turchia: La Camera dei Rappresentanti, in mano ai democratici, di recente aveva approvato a larga maggioranza una risoluzione che riconosce il genocidio armeno. Erdogan, durante la visita negli Stati Uniti, ha avuto dei colloqui anche con alcuni senatori repubblicani: Joni Ernst Dell’Iowa, Jim Risch dell’Idaho, Rick Scott della Florida, Lindsey Graham del South Carolina e Ted Cruz del Texas, con cui il presidente turco avrebbe parlato del destino dei curdi siriani.
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Redazione
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