Secondo gli ultimi sondaggi la coalizione formata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia è a un passo dal 50%. Nonostante il primato del Carroccioo, il partito di Giorgia Meloni appare più in forma. Ecco un estratto dell’intervento della leader di FdI pubblicato sul libro di Paesi Edizioni I comunisti lo fanno meglio a cura di Luciano Tirinnanzi.
L’avversione al comunismo, per ciò che mi riguarda, prescinde dalla sua ricetta economica proprio per la sua natura ideologica, totalizzante e totalitaria. Ma il comunismo ha dimostrato di essere un fallimento anche sotto l’aspetto economico, senza possibilità di smentita o di appello: il modello di economia pianificata, e quindi dello Stato che controlla l’economia e impedisce la libera iniziativa e la proprietà privata, è stato sconfitto ovunque.
Per una strana coincidenza del destino, per decenni il mondo è stato un enorme esperimento scientifico per testare in modo obiettivo il modello economico comunista. L’Europa è stata divisa a metà: società libera da una parte, società comunista dall’altra.All’interno della stessa Europa, quella che era l’economia più avanzata, la Germania, è stata separata nei due blocchi. Stesso discorso è stato fatto in Asia: alcuni Stati nel mondo libero, altri nel blocco comunista. Con la Corea, come la Germania, divisa a metà.
A distanza di mezzo secolo dall’inizio dell’esperimento, si è andati a vedere il risultato. Che cosa è emerso? Che in qualsiasi contesto storico e sociale, a qualunque latitudine, la parte posta sotto il mondo libero è evoluta nella ricchezza complessiva e individuale e ha aumentato il livello di libertà e democrazia, mentre il comunismo ha portato solo povertà, miseria, aridità sociale, l’emergere di una nomenclatura corrotta e la repressione delle libertà fondamentali. Ci ha pensato la storia a dimostrare ampiamente che il sistema comunista è un fallimento anche dal punto di vista sociale ed economico.
Questa l’evidenza empirica, che non ha mai guardato in faccia la teoria economica e i manuali zeppi di assunti e supposizioni. Da qui la mia convinzione che il ruolo dello Stato sia quello di mettere i cittadini e le imprese nelle condizioni di operare nella massima libertà possibile, contribuendo al benessere della nazione. E che appannaggio dello Stato sia quello d’impedire ogni rendita di posizioni e ogni forma di sopraffazione dei poteri economici e finanziari nei confronti dell’interesse generale, dei cittadini e dei lavoratori. Una società di uomini liberi che competono lealmente, dove lo Stato svolge il ruolo di arbitro e non di giocatore, e si prende cura di chi finisce a terra o si ferma per mancanza di fiato.
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I comunisti lo fanno meglio
A cura di Luciano Tirinnanzi
Redazione
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