Metti in valigia i libri di Paesi Edizioni, letture consigliate per l’estate:
Storie spaziali, di Emiliano Battisti, un libro che terrà il lettore con il naso all’insù nelle sere d’estate. Il saggio d’esordio di Battisti narra delle avventure epiche che hanno fatto la storia dell’esplorazione umana dello spazio, ma anche dei terribili fallimenti dei pionieri dell’universo. Il saggio racconta la cruda realtà delle più importanti avventure intraprese dall’uomo nello spingersi oltre i confini del mondo, dalla promessa di Kennedy di conquistare la Luna fino alla preparazione del primo viaggio umano su Marte, passando per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale e il contributo degli astronauti italiani nello spazio. Arricchito da foto originali della NASA, Battisti ricostruisce finanche i dialoghi degli astronauti di fronte all’ignoto. La sfida di Marte, il possibile nuovo obiettivo nella conquista dello spazio. Anche se, come scrive Battisti, «tra il dire e il fare non c’è il classico mare, ma 225 milioni di chilometri». Il testo definitivo per gli appassionati dei viaggi nell’universo e gli storici del futuro. Prefazione di Paolo D’Angelo.
Adiós Venezuela. La fine del chavismo da Maduro a Guaidó, di Maurizio Stefanini. Il primo e atteso saggio sul crollo economico e sul caos politico del paese sudamericano. Dalla “rivoluzione” di Hugo Chavez all’ascesa e declino del chavismo di Maduro, fino all’arrivo di Juan Guaidó. La storia, le vicende private e pubbliche dei leader e degli oppositori, il mosaico di partiti politici, le elezioni truccate, il dilemma del petrolio, e le ardite relazioni internazionali di uno dei Paesi maggiormente devastati dell’America Latina, raccontati dalla penna di uno dei più enciclopedici giornalisti che abbiano mai trattato la materia. Impreziosito dall’introduzione dell’esperto di relazioni internazionali Luciano Tirinnanzi, direttore responsabile di Babilon, e dalle testimonianze di Luca Marfé, giornalista del quotidiano partenopeo Il Mattino, che ha vissuto a lungo a Caracas.
Ecco un Estratto:
Sono le 22.10 di lunedì 3 febbraio 1992 quando Carlos Andrés Pérez atterra all’aereoporto di Maiquetía di ritorno dal Forum Economico di Davos, dove ha passato 48 ore senza dormire. A queste vanno aggiunte altre 12 ore di volo, e adesso il 69enne presidente non vede l’ora di fare l’ultima mezz’ora in macchina per buttarsi infine sul letto. Ma già sulla scaletta gli viene incontro il generale Fernando Ochoa con una faccia strana. «Presidente Pérez, qua attorno stavano dicendo che ignoti non l’avrebbero lasciata atterrare. Questo è tutto quello che mi hanno detto, è solo una voce ma…». Il presidente si allarma, ma il sonno è troppo. «Non mi piacciono le voci che abbiano a che fare con le Forze aArmate. Domattina alle otto la aspetto con i comandanti militari a Miraflores perché aprano un’indagine», dice in tono secco. Arriva alla residenza della Casona verso le 23, si mette in pigiama e spegne infine la luce. A mezzanotte meno dieci, tuttavia, il telefono sul comodino inizia a squillare impazzito. Ancora ubriaco di sonno, “Cap” prende la cornetta per sentire il generale Ochoa che grida disperato. «Presidente, c’è una sollevazione nella guarnigione del Zulia!» ovvero lo Stato di Maracaibo, seconda città e cassaforte petrolifera del Paese. Col vestito sul pigiama, il presidente corre per le scale, sale in macchina, arriva al Palazzo di Miraflores passando un circolo di veicoli militari, ignari che in quell’auto che sta andando a infilarsi in bocca al lupo c’è proprio lui. Prende poi un mitra inizia a sparare contro gli assalitori, stile Salvador Allende alla Moneda. A quell’ora non solo Francisco Arias Cárdenas ha già preso Maracaibo e arrestato il governatore di Zulia, ma Jesús Ortiz Contreras si è impadronito di Valencia, terza città del Paese; Jesús Urdaneta Hernández ha fatto altrettanto con Maracay, città chiave per le sue installazioni militari; e Yoel Acosta Chirinos nella stessa Caracas ha preso l’aeroporto militare di La Carlota, catturando il comandante della Forza aerea. Sono tutti tenenti colonnelli, tutti compagni di corso di Chávez (eccetto Arias Cárdenas, che è stato suo comandante) e tutti membri dell’Esercito Bolivariano Rivoluzionario. Insomma, sono già riusciti in quattro dei cinque obiettivi della “Operazione Ezequiel Zamora”, come Chávez l’ha battezzata. L’unico che ancora non ha svolto la propria parte è proprio Chávez. Né ci riuscirà mai. «Il piano della “Operazione Ezequiel Zamora” fu concepito in base a vari principi della guerra. Uno di questi era la sorpresa», spiegherà in futuro, con la sua tipica spocchia da grande stratega. A essere colto di sorpresa è però soprattutto lui, frenato da un contrattempo dopo l’altro. Alla testa di 460 paracadutisti – che tra l’altro non sanno neanche di stare conducendo un colpo di Stato – Chávez ha pianificato di arrestare il presidente presso l’aeroporto o al più tardi alla Casona ma, come abbiamo visto, la prima mossa è trapelata e, quando prova la seconda, “Cap” è già sgusciato via. Anzi, i difensori della Casona – tra cui cui la moglie e la figlia del presidente – a momenti non fanno secco Chávez con una raffica di mitra, mentre lui procede a quell’assalto ormai inutile. A Miraflores il tenente colonnello ha invece delegato due capitani un po’ tonti, che mandano un carro armato ad arrampicarsi sulle scale per sfondare la porta principale. Senza accorgersi che, intanto, il presidente sta sgusciando via dalla porta posteriore.
Chi sono i Gilet Gialli, di Luciano Tirinnanzi, Luigi Copertino, Daniel Mosseri, Rocco Bellantone, Stefano Piazza, Erminia Voccia. Un libro inchiesta sul fenomeno che ha sconvolto la Francia. Chi sono davvero i jaunes del nuovo Millennio? I numeri, dati, storia e manifesti politici del fenomeno odierno racchiusi in questo libro, aiutano a comprenderlo fino in fondo. Un approfondimento utile a capire le motivazioni dietro le proteste. Il termine “Jaunes” non nasce ora, i Gilets Jaunes di oggi – consapevoli o meno che ne siano – hanno assunto lo stesso nome del movimento che nella Francia del primo Novecento fu l’erede del socialismo nazionale boulangista. La protesta, latente, ritorna nel tempo sotto varie forme. Oggi la causa è la benzina, un tempo era il pane. La profonda spaccatura tra il governo e la base degli elettori, il sovranismo che risponde al malessere della società francese a cui Emmanuel Macron, il presidente “jupitérien”, e il suo imperialismo non sono mai piaciuti. Le proteste arrivano anche in Asia.
Le guerre degli altri, di Marco Giaconi. «Non esiste in Italia una dottrina dello scontro strategico. Si continuano a combattere guerre che possono essere economiche, informatiche, finanziarie, anche militari e noi non ce ne rendiamo conto», ha spiegato di Marco Giaconi Alonsi, docente presso l’Istituto di Alti Studi Strategici e Politici di Milano (IASSP). Le guerre degli altri. Piccoli e grandi eserciti nel mondo, con prefazione di Fausto Biloslavo e introduzione di Alfredo Mantici, è un libro chiaro e semplice che rende più comprensibile e immediata la complessità della geopolitica internazionale. Strategia, eserciti, intelligence il libro di Marco Giaconi, profondo conoscitore dei segreti del quadro politico-militare internazionale, offre una mappatura degli eserciti e dei servizi di intelligence impegnati nelle guerre di oggi. Un saggio di analisi marziale su quali sono i vincitori e quali i vinti nei focolai di crisi in Medio Oriente, Asia, Africa ed Europa.
Il medico che scelse di morire, di Luca Speciani. L’indagine di un gruppo di professionisti disturba gli interessi delle multinazionali di farmaci e zuccheri e risulta scomoda a tal punto da mettere a repentaglio la vita di un giovane medico. Il neolaureato in Medicina Matteo Rinaldi è il protagonista de “Il medico che scelse di morire”, romanzo rivelatore di intrighi e misteri dell’industria farmaceutica e dolciaria. Un libro che mescola il thriller con il libro-denuncia. Dal creatore della celebre dieta GIFT e presidente dell’AMPAS, l’Associazione dei medici per un’alimentazione di segnale. Un intreccio narrativo che mescola il thriller con il libro-denuncia.
Il complesso occidentale – Piccolo trattato di de-colpevolizzazione, di Alexandre Del Valle. «Però anche noi abbiamo colonizzato, abbiamo fatto le Crociate e siamo stati degli aggressori per secoli». È la frase che ha spinto Alexandre Del Valle a scrivere questo libro. Una frase pronunciata da un cittadino della Piana degli Albanesi in riferimento pericolo islamico. Se anche un siciliano – la cui isola è stata, tra i secoli VIII e XIX, una lunga successione d’invasioni, aggressioni da parte degli Arabi, dei Saraceni, dei Turchi o dei pirati maghrebini-barbareschi – la pensa così, allora vuol dire che il senso di colpa è una malattia mortale, di essenza masochista. Una malattia che può colpire tutti quelli che non hanno gli anticorpi. Dopo il successo in Francia, è arrivato anche in Italia per Paesi Edizioni, il libro del politologo e saggista francese. Una voce critica e un punto di vista originale sul “terrorismo intellettuale”, nato intorno al senso di colpa dell’Occidente.
Redazione
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