Cinquantaquattrenne, per cinque anni nell’esercito, per sei nel Congresso, Mike Pompeo è stato di recente scelto da Trump come Segretario di Stato, dopo l’allontanamento di Tillerson. Di posizioni conservatrici, è da un anno direttore della CIA ed è in buoni rapporti con il presidente.
Cenni biografici
Mike Pompeo è nato il 30 dicembre 1963 in California. Nel suo notevole curriculum, può vantare una laurea a West Point e in seguito alla Harvard Law School. Dal 1986 al 1991 ha militato nell’Esercito in due scenari significativi come la Germania (pattugliando la Cortina di ferro) e la Guerra del Golfo. Dopo un periodo nel settore dell’impresa, si dedica alla carriera politica, venendo eletto nel 2010 alla Camera come rappresentante per il Kansas, tenendo il seggio fino al gennaio 2017, quando è diventato direttore della CIA.
Politicamente è un chiaro conservatore – l’American Conservative Union gli attribuisce un punteggio di 96 su 100 – e membro del Tea Party, l’ala più di destra e libertaria del GOP. Potrebbe essere considerato come l’esponente più conservatore – come sostiene il New York Times – a coprire la carica di Segretario di Stato e, soprattutto, presto deterrà il record come unica persona che è stata sia capo dell’intelligence che della diplomazia. Da Segretario di Stato potrebbe inoltre tenere una linea più “politica”, rispetto ai vincoli di imparzialità cui è stato tenuto il vertice della CIA. È stato uno dei più aspri critici della Clinton, in particolare quando è stato membro della Commissione speciale che doveva indagare sugli attentati di Bengasi.
Alla guida della Cia
Il suo mandato alla guida della CIA è stato caratterizzato da una linea offensivista, con un notevole utilizzo di operazioni sotto copertura. In Afghanistan, infatti, ha inviato reparti speciali e contractors, che collaboravano insieme alle forze regolari afghane, per dare la caccia ai talebani. Questo ha segnato un cambio di approccio nella regione, dove l’Agenzia aveva operato dedicandosi principalmente a colpire Al Qaeda e a dare appoggio all’intelligence locale.
Riguardo al Russiagate, Pompeo ha dichiarato che Mosca ha interferito nelle elezioni delle 2016, anche se questo non è stato determinante nella vittoria di Trump. Propone inoltre una linea dura nella politica estera contro la Russia, di cui ha contestato le attività in Siria e Ucraina, ed è a favore di ulteriori sanzioni.
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Posizioni in politica estera e rapporti con Trump
Viene sempre definito come molto fedele al Presidente, da cui è fortemente apprezzato, tanto da avere dichiarato, poco dopo le dimissioni di Tillerson, che lui e Pompeo «lo stesso processo di pensiero. Quindi penso che andrà molto » – una frecciata verso lo stesso ex Segretario di Stato, con il quale le divergenze sono state frequenti e anche su temi caldi. Pompeo ha infatti dimostrato di aver saputo costruire buoni rapporti e un legame di fiducia con un Presidente che era stato molto critico verso l’Agenzia, paragonandola addirittura ai servizi segreti nazisti. Anche per questo, Pompeo è apprezzato dai colleghi e da esponenti vicini alla CIA.
Ora che si accinge a diventare Segretario di Stato, partirà dunque con il piede giusto agli occhi di Trump, potendo già contare sull’ascolto e appoggio di quest’ultimo. Soprattutto, Pompeo dimostra la sua vicinanza con il presidente anche sui temi di politica estera: è molto duro contro Teheran, esortando ad abbandonare il famoso Iran Deal e accusando il Paese di essere una «teocrazia dispotica, un pernicioso impero che sta espandendo il suo potere e influenza in Medio Oriente». Quanto alla Corea del Nord, si è mostrato sostanzialmente a favore di un cambio di regime. Resta da capire se questo cambio di linea al Dipartimento di Stato potrebbe influire sulle prossime trattative tra USA e Pyongyang.
Il presidente della Commissione affari esteri del Senato, Bob Corker, ha affermato che l’audizione e il voto di nomina per il Segretario di Stato in pectore si terranno probabilmente in questo mese.
La nomina di Pompeo va vista di concerto con quella di John Bolton, che anche lui ha posizioni “da falco” contro Iran e Nord Corea, e con l’allontanamento del più moderato Tillerson. Questo “rimpasto di governo” lascia intendere una postura più muscolare e offensivista per l’Amministrazione sulle maggiori questioni internazionali, con due personaggi che, sebbene di evidente esperienza e competenza, si preannunciano come più vicini alla linea e alla retorica di Trump.
Un chicco in più
Come indica il cognome, Mike Pompeo ha chiaramente origini italiane, in quanto la nonna paterna era abruzzese. Pompeo è inoltre parte della National American Congressional Delegation.
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